Dopo anni, i repubblicani stanno cambiando idea sui matrimoni gay

Pochi giorni fa si è festeggiato il decimo anniversario della sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti che nel 2015 legalizzò a livello nazionale il matrimonio tra omosessuali. Quest’anno, tuttavia, per i supporter dei diritti LGBTQ il clima non è dei migliori, dato che i diritti civili sono nel mirino della seconda amministrazione Trump. Tra le altre cose, quest’ultima ha già smantellato i programmi federali di Diversità, equità e inclusione sul posto di lavoro, che tutelavano le minoranze all’interno delle agenzie federali, oltre a ledere su più fronti i diritti delle persone omosessuali e transessuali stabilendo, ad esempio, che esiste solo la definizione binaria del genere e vietando alle persone transessuali di servire apertamente nell’esercito. Queste politiche sono una delle conseguenze dell’evidente svolta a destra dell’opinione pubblica statunitense degli ultimi anni, che ha portato prima alla risicata vittoria di Trump alle elezioni del 2016, poi al trionfo del novembre scorso. E questo riposizionamento a destra non si è visto solo in ambito economico o in relazione all’immigrazione, ma anche e soprattutto sui temi sociali. Ora, anche il matrimonio tra persone dello stesso sesso, un diritto che si pensava fosse ormai consolidato, è sotto attacco, con i legislatori degli Stati a maggioranza repubblicana sul piede di guerra. Sulla scia del successo di Trump, molti di loro hanno già proposto leggi simboliche per chiedere l’annullamento della sentenza del 2015 o minarne la validità, e il giudice della Corte Suprema Clarence Thomas, di orientamento conservatore, ha espresso il desiderio di volerla riconsiderare. Cosa pensa l'opinione pubblica? Secondo un sondaggio di Gallup, già nel 2012 la maggioranza degli americani approvava i matrimoni omosessuali e da quel momento in poi il sostegno pubblico aveva continuato a crescere fino a toccare il 71% di opinioni favorevoli nel 2023. Ma un recente aggiornamento dello stesso sondaggio mostra che per il secondo anno consecutivo questa percentuale è in discesa: nel 2024 toccò quota 69%, quest’anno 68%. Ciò che sorprende ancor di più, tuttavia, è che tra gli elettori repubblicani questo declino sia particolarmente marcato. Tra il 2021 e il 2022, addirittura la maggioranza di loro – il 55% – era arrivata a supportare il matrimonio omosessuale: una percentuale che siccome registrata tra l’elettorato conservatore, faceva pensare si fosse ormai raggiunto un consenso bipartisan. Ma nel giro di soli tre anni, la percentuale è scesa di quasi 15 punti e oggi solo il 41% dell’elettorato repubblicano si dice a favore del matrimonio gay. Al contempo, l’elettorato democratico si è spostato su posizioni sempre più liberali: rispetto all’anno scorso, la percentuale di favorevoli è cresciuta di 5 punti percentuali, toccando un picco dell’88%, che rappresenta il massimo storico. Ma il suo massimo storico lo ha toccato anche il divario tra il tasso di approvazione di democratici e repubblicani, che oggi si attesta a ben 47 punti percentuali. Questo dato, per quanto relativo a un tema circoscritto come quello del matrimonio omosessuale, ci da un’idea del livello di polarizzazione politica raggiunto dall’elettorato statunitense. E proprio perché questo dato è relativo al matrimonio omosessuale, che nonostante la polarizzazione già alta, fino a pochi anni fa non divideva in maniera così netta i due elettorati , ci dimostra come in tempi recenti la svolta a destra sia stata ancora più marcata. Il generale riallineamento su posizioni più conservatrici da parte dell’elettorato complessivo sembra essere dunque dovuto a due fattori, legati tra loro. Il primo è la crescita dei repubblicani, che al contempo, spostandosi verso destra, hanno portato il dato generale sul supporto ai matrimoni gay a scendere. Il secondo è la svolta a destra dei giovani americani, che tornando a essere più religiosi, dopo decenni di declino della fede, si sono spostati su posizioni più conservatrici soprattutto a livello sociale.

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