Ucraina, Trump ferma le armi: un assist a Mosca?

La Russia in Ucraina incassa il rilancio del sostegno nordcoreano, che si sostanzierà con l’invio di un corposo contingente di truppe, mentre al contempo Kiev deve fare i conti con lo stop a un ingente pacchetto di aiuti militari americani da tempo programmato sul cui invio il presidente Donald Trump ha messo il veto. Le notizie di inizio luglio nel conflitto che da oltre tre anni e mezzo coinvolge i due Paesi sono, nel complesso, positive per la Russia intenta a un rilancio della pressione militare sull’Ucraina, portata avanti sia attraverso l’offensiva di terra in Donbass e negli altri teatri di guerra, sia col rilancio dei raid aerei e missilistici condotti in profondità contro le città e le infrastrutture ucraine. Arrivano nuovi uomini di Kim a fianco della Russia Sul fronte del sostegno nordcoreano alla Russia, il regime di Kim Jong-un ha rafforzato il suo sostegno al governo di Vladimir Putin nella sua lotta contro l’Ucraina. Nella giornata dell’1 luglio Kim ha celebrato a Pyongyang il patto di difesa reciproca stipulato con la Russia nel giugno 2024 commemorando i caduti nordcoreani in Ucraina proprio mentre le valutazioni dell’intelligence di Kiev indicavano che il Paese asiatico era pronto a aumentare nettamente il suo contingente, aggiungendo 25-30mila uomini agli 11mila inviati a ottobre nella sacca di Kursk per combattere al fianco dei russi. Il numero reale di potenziali truppe in arrivo è ancora incerto, ma i preparativi alla partenza di nuovi contingenti sono stati segnalati dalla Cnn tramite la pubblicazione di immagini dell’Open Source Center che hanno mostrato grandi manovre negli aeroporti e nelle basi navali del Paese di Kim. Per la Russia l’appoggio nordcoreano è strategico per coprire linee del fronte meno critiche, come quello di Kursk, mentre Kim ottiene in cambio la possibilità di avere un rafforzamento delle capacità di combattimento del suo esercito, i cui militari presumibilmente vengono ruotati in prima linea per appoggiare Mosca. Mosca rafforza la guerra d’attrito Sul terreno, Mosca continua col canovaccio noto: guerra d’attrito in Donbass, avanzate negli oblast di Kharkiv e Dnipropetrovsk, pressione sulle forze armate ucraine. La priorità è data all’esaurimento delle riserve ucraine, al logoramento delle truppe combattenti, al deperimento dei mezzi. A questa strategia si associa un graduale aumento dell’occupazione di territori del Paese invaso: l'Institute for the Study of War scrive di aver “esaminato prove geolocalizzate per valutare che le forze russe hanno guadagnato circa 498 chilometri quadrati a maggio 2025 e circa 466 chilometri quadrati a giugno 2025”, contro i circa 175 mediamente occupati ogni mese precedente dell’anno in corso. Nel 2023 e nel 2024 Mosca mise in campo la parte più consistente dei suoi sforzi tra maggio e agosto, e per l’Ucraina il rischio è di dover affrontare l’aggressione russa con la prospettiva che in futuro si assisterà a una riduzione delle armi a disposizione dopo che Trump ha congelato la spedizione di un pacchetto d’armi già programmato. Tom Bowmann, cronista che segue il Pentagono per Npr, ha rivelato l’ampiezza degli armamenti approvati da Joe Biden come destinati a Kiev e sospesi da Trump: 92 missili aria-aria AIM per i caccia F-16 e 142 Hellfire da attacco, 30 missili Patriot e 25 stinger antiaerei, 8.500 colpi d'artiglieria da 155 mm, 252 razzi Gmlr e 125 lanciagranate pesanti AT-4. Washington ha giustificato lo stop con la necessità di non sguarnire altri teatri. Il riferimento immediato è a quello del Pacifico, che per gli Usa resta il primo fronte: pesano su questo fronte l’impiego dell’arsenale nei giorni di appoggio alla campagna israeliana contro l’Iran e le difficoltà che la produzione militare sta incontrando nel garantire al contempo l’appoggio a due alleati e il mantenimento delle scorte nazionali statunitensi. Ma il messaggio politico rischia di essere controproducente per Kiev. Da Trump un assist a Putin? “La consegna di alcuni di questi sistemi all'Ucraina era prevista per il prossimo anno circa”, sottolinea il New York Times, aggiungendo che “il segnale al presidente russo Vladimir Putin potrebbe essere che gli Stati Uniti stanno gradualmente abbandonando il loro ruolo di principale fornitore di armamenti avanzati dell'Ucraina”. Contando che Kiev ha come priorità la difesa dei suoi cieli dai raid aerei russi e la resistenza all’offensiva di terra, le armi che Washington negherà possono pesare nell’economia del conflitto. E la mossa di Trump influenzare l’atteggiamento russo, spingendo, sottolinea il Nyt, “Putin a protrarre i colloqui per un cessate il fuoco, contando che le forze ucraine potrebbero presto essere a corto di munizioni e sistemi antimissile”. Per i critici la mossa di Trump rischia di accelerare il logoramento dell’Ucraina e di spingere verso Mosca un conflitto che resta, sul campo di battaglia, tutt’altro che deciso, mostrando al contempo che Washington non è pronta ad appoggiare i suoi alleati su più fronti contemporaneamente. Gli avversari degli Usa prendono nota, mentre in Ucraina la guerra continua come somma di battaglie d’attrito dall’alto costo umano e materiale.

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