Elon Musk è sempre meno interessato alla politica. Almeno su X

A febbraio 2025, la maggior parte dell’attività social di Elon Musk era legata al suo Dipartimento di Efficienza Governativa o alla politica americana; oggi, il patron di Tesla è tornato perlopiù a parlare di tecnologia e business. Un’analisi dei suoi post su X negli ultimi tre mesi, condotta dal Washington Post, mostra come il focus di Musk si sia effettivamente spostato – almeno per il momento – dalla politica ai suoi business del mondo tecnologico e spaziale. Un cambiamento che rispecchia l’intenzione espressa dal miliardario di abbandonare il suo ruolo politico full-time per tornare a occuparsi di affari, dopo che le sue posizioni estremamente polarizzanti hanno causato il crollo dei titoli di borsa di Tesla e un grave danno di immagine a tutte le sue aziende. Oltre a ridimensionare il suo ruolo all’interno del governo Trump, Musk ha recentemente annunciato l’intenzione di spendere molto meno per finanziare la politica, dopo che aveva sborsato circa 288 milioni di dollari per sostenere Trump e i candidati repubblicani alle elezioni del 2024. Un dietrofront confermato dai dati Musk ha acquisito la piattaforma un tempo chiamata Twitter nell’ottobre del 2022 e da quel momento l’ha sempre più utilizzata come un megafono per diffondere il suo sostegno alle politiche di Donald Trump. Dall’inizio dell’anno a febbraio, il 13% dei suoi post citavano Trump per nome, circa il doppio rispetto al numero di post che parlavano di una delle sue aziende. Più della metà dei contenuti condivisi su X riguardavano la sua attività legata al DOGE o il governo federale e questioni politiche più in generale. A maggio, questi numeri si sono invertiti: oggi, nemmeno il 20% dei post di Musk sono legati al DOGE o alla politica Americana, mentre più della metà riguardano le sue aziende e il mondo della tecnologia. Solo il 3% citano il nome di Trump – un calo di 10 punti percentuali in appena tre mesi – mentre i nomi delle sue aziende appaiono in più del 20%. I motivi dietro al cambiamento Le principali ragioni dietro a questa inversione di rotta sono il parziale fallimento di Musk alla guida del DOGE e – come accennato – il desiderio di tornare a concentrarsi sulle sue attività imprenditoriali. A fronte di 2.000 miliardi di dollari di tagli annunciati, infatti, ad oggi il DOGE dichiara di aver fatto risparmiare al governo federale statunitense solo 175 miliardi, tagliati spesso in maniera erratica, oscura e controversa. A causa delle uscite estremiste di Musk e il disinteresse nei confronti delle sue aziende in favore dell’attività politica, inoltre, nel primo trimestre del 2025 le azioni di Tesla hanno perso il 71% del loro valore. Il ritorno di Musk al ruolo di CEO full-time di Tesla e SpaceX ha già tranquillizzato gli investitori e nel frattempo le quote di Tesla sono tornate a salire. I problemi, però, non sono scomparsi da un giorno all’altro: il danno di reputazione alle aziende rimane, così come i dubbi degli investitori sull’instabilità della figura di Musk. Tesla, inoltre, deve affrontare alcune difficoltà strutturali, come il calo della domanda di auto elettriche, oltre all’aumento dei costi e l’instabilità dei mercati causati dai dazi di Trump.

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