Presidenziali in Polonia, Tusk teme la paralisi dell'esecutivo

Le elezioni presidenziali in Polonia si avvicinano e si riveleranno un momento cruciale per la leadership del primo ministro Donald Tusk e della coalizione guidata dal suo partito Piattaforma Civica. La fine della presidenza di Andrzej Duda, esponente del partito nazional-conservatore Diritto e Giustizia , apre una finestra d’opportunità per Tusk dato che il capo dello Stato uscente, che non si può ricandidare per limiti di mandato, ha fatto da vero e proprio contropotere all’azione dell’esecutivo. Dalla volontà di liberalizzare l’economia alle leggi sull’aborto, che il governo intende rendere più accessibile dopo le strette degli anni di governo del Pis, le presidenziali condizioneranno la possibilità dell’esecutivo di agire, specie perché tra le prerogative del capo dello Stato vi è anche la possibilità di rimandare in Parlamento le leggi o chiedere modifiche al governo qualora non ritenga sia conveniente firmarle. Una prerogativa, quest’ultima, a cui Duda non si è mai sottratto dall’ascesa di Tusk al potere nel dicembre 2023 a oggi. Per questo il capo del governo punta fortemente sulle possibilità del candidato di Piattaforma Civica, il sindaco di Varsavia Rafal Trzaskowski, di vincere la contesa e succedere a Duda. La sfida per la presidenza Il partito di governo sfida la destra nazionalista e il suo candidato presidente, l’indipendente Karol Nawrocki, storico vicino alle istanze conservatrici nominato dall'ex premier del Pis Mateus Morawiecki direttore dell'Istituto della Memoria Nazionale nel 2021. In totale sono ben tredici i candidati che saranno presenti sulle schede elettorali domenica, con il Pis che teme che dei consensi gli vengano drenati a destra da Confederazione, il partito sovranista e di estrema destra con simpatie monarchiche e filorusse che schiera come candidato il manager e imprenditore Sławomir Mentzen, e un partito centrista della coalizione di governo di Tusk, Polonia 2050, che al primo turno non si unirà a Piattaforma Civica ma sosterrà il presidente del Parlamento Szymon Hołownia. Ad oggi, tutte le rilevazioni sembrano indicare che il primo turno non sarà risolutivo. Trzaskowski e Nawrocki sono dati in tutti i sondaggi in predicato di conquistare le prime due posizioni al primo turno presidenziale di domenica e di potersi dunque qualificare al ballottaggio di domenica 1° giugno che risulterà decisivo per l’elezione del nuovo capo dello Stato. I sondaggi danno il sindaco di Varsavia avanti al primo turno, tra il 32 e il 35% contro il 25-27% di Nawrocki, e avvantaggiato in vista di un probabile ballottaggio. I temi caldi e il nodo aborto Dato che su molti dossier critici, come la scelta di procedere al riarmo massiccio e l’identificazione della Russia come nemico strategico, non c’è grande differenza tra i partiti polacchi a decidere saranno temi legati principalmente all’agenda interna. Nawrocki, nota Politico.eu, "si oppone alle impopolari politiche europee in materia di immigrazione accusando Trzaskowski e Tusk di sudditanza rispetto a Bruxelles e dichiara di essere contrario ai centri di accoglienza per i migranti, preferendo al loro posto dei centri di identificazione ed espulsione". Al contrario, “Trzaskowski si sforza di trasmettere un messaggio cauto e centrista, con cenni di assenso attentamente calcolati sia ai conservatori, ad esempio sull'immigrazione, sia agli elettori di sinistra sui diritti delle donne”. Questi ultimi potrebbero rappresentare un cavallo di battaglia fondamentale per il partito di Tusk. “Cinque anni dopo che il divieto quasi totale sull'aborto ha scatenato le più grandi proteste nel Paese dalla caduta del comunismo, le elezioni saranno decisive per stabilire se ci sarà finalmente un cambiamento in Polonia”, commenta il Guardian, sottolineando come finora l’uso da parte di Duda del potere di veto abbia fermato ogni iniziativa legislativa dell’esecutivo di Tusk. L'ex presidente del Consiglio Europeo fece campagna per le parlamentari nel 2023, conquistando grandi consensi tra l'elettorato femminile presentatosi con numeri record alle urne, promettendo di liberalizzare l'accesso all'interruzione volontaria di gravidanza nei primi cento giorni di governo. La promessa non è stata rispettata, complici problemi interni alla coalizione e il ferreo veto di Duda a ogni iniziativa in tal senso. Cinquecento giorni dopo, restano in vigore le leggi promosse dal Pis, con Trzaskowski che ha promesso di approvare una proposta di legge allo studio del governo che consentirebbe l'aborto fino a 12 settimane. Un voto cruciale per Tusk Il voto presidenziale sarà dunque decisivo per la Polonia e anche per il premier Tusk, che fino ad ora sta vivendo un terzo mandato di governo assai contraddittorio. Da un lato, complici le esigenze legate al riarmo e alle politiche di sicurezza il leader di Piattaforma Civica è considerato un leader di primo piano in Europa per quanto riguarda la gestione degli affari internazionali, come dimostrato dalla visita di sabato a Kiev insieme al tedesco Friedrich Merz, al francese Emmanuel Macron e al britannico Keir Starmer. Dall’altro, sul fronte interno Tusk non sta riuscendo a realizzare l’agenda riformatrice che mirava a più diritti civili, più concorrenza nell’economia, più inclusione sociale. Le presidenziali sono considerate perciò come un crocevia decisivo, mentre la destra mira a mantenere la presidenza per conservare influenza sugli affari pubblici e portare la legislatura alla sua conclusione nel 2027, fiaccando la capacità d’azione dell’ambizioso premier di Varsavia.

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