Leone XIV, un Papa anti-Trump?

Papa Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, è il nuovo Papa della Chiesa cattolica. Il 267esimo Pontefice è anche il primo statunitense ad essere eletto al soglio petrino, e la sua ascesa, avvenuta nella sorpresa generale, ha generato grande emozione nella sua terra di origine, un Paese in cui i cattolici rappresentano, secondo le statistiche, tra un quinto e un quarto della popolazione. Anche il presidente statunitense Donald Trump ha espresso la sua soddisfazione per l'elezione di Leone XIV, dichiarandosi pronto a incontrarlo. Tuttavia, l'uomo che il Conclave ha scelto per guidare la Chiesa Cattolica porta avanti una visione valoriale e pastorale ben lontana dalle idee del trumpismo e in particolar modo del vicepresidente J.D. Vance, convertitosi in età matura al cattolicesimo e fautore di una sua versione conservatrice. Le critiche di Prevost a Trump Più volte Prevost, durante il suo servizio da Cardinale e membro di rango della curia romana, ha preso posizione in materia critica contro alcune politiche di Trump e della sua amministrazione. E lo ha fatto ricondividendo dai suoi canali social i pensieri di eminenti esponenti della Chiesa americana e globale. Il Pontefice, già missionario in Perù, ha preso posizione contro l'agenda Trump sull'immigrazione. Gia nel luglio 2015, dopo la discesa in campo del tycoon nelle primarie Repubblicane e l'avvio delle dure proposte sull'immigrazione, Prevost ritwittó un articolo del cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York e figura più gradita al campo conservatore, che stigmatizzava le proposte dei rimpatri ritenendole “contrarie alla dottrina cristiana” per il loro fondamento nativista e segregazionista. Dai migranti e Floyd, Prevost critico di Trump The New Republic ricorda che anche nel primo mandato di Trump, quando era cardinale, "Papa Leone XIV era critico nei confronti della politica “sulla separazione delle famiglie” . Nel 2018, aveva ritwittato una critica aperta e senza veli del cardinale arcivescovo di Chicago Blaise Cupich: "Non c'è nulla di lontanamente cristiano, americano o moralmente difendibile in una politica che sottrae i bambini ai genitori e li rinchiude in gabbie. Questo viene fatto in nostro nome e la vergogna ricade su tutti noi". La rivista, di orientamento liberal, aggiunge che "Il nuovo papa ha anche pubblicato diversi post in cui esprime simpatia e sostegno per George Floyd, l'uomo di colore il cui omicidio da parte della polizia è stato un catalizzatore per i movimenti per la giustizia razziale nel 2020" e nel primo mandato di Trump "ha ripubblicato parole di opposizione al divieto di ingresso nei rifugiati e al divieto imposto all'ingresso negli Usa verso molti Paesi musulmani da Trump". Le stoccate a Vance Prevost - attento a denunciare i "fiumi di sangue" che scorrono in Ucraina dopo l'invasione Russa - ha preso posizioni ancora più nette sull’immigrazione dopo il 20 gennaio 2025, quando non solo si è insediato un Trump più legato al movimento populista Maga ma lo ha anche fatto con il sostegno di Vance, fautore del tentativo di conciliare la dottrina sociale della Chiesa con il pensiero della destra radicale americana. A febbraio scorso, Prevost ha ricondiviso su X un articolo del National Catholic Report in cui si criticava l'interpretazione di Vance degli insegnamenti cristiani utilizzato dall'ex senatore dell'Ohio per cercare di armonizzare le politiche restrittive sull'immigrazione dell'amministrazione con gli insegnamenti cristiani. Vance dichiarava, smentito da Papa Francesco, che il "prossimo" da "amare come te stesso" dovesse essere innanzitutto quello geografico e vicino, un insegnamento in contraddizione con la dottrina cattolica e i suoi insegnamenti. Buona parte di queste critiche sono state portate avanti dal neo-Pontefice in maniera decisa ma cauta e nella stragrande maggioranza dei casi condividendo posizioni espresse da altri. Prevost si è sempre posizionato in continuità con Francesco, che spesso su molti temi ha preso posizioni distanti o confliggenti con quelle dell'amministrazione Trump. Se da un lato è limitante pensare di leggere unicamente in chiave anti-Trump l’elezione del primo Papa statunitense della storia del cattolicesimo, dall'altro la continuità pastorale con Francesco è solida e lascia prevedere un pontificato su una linea ecclesiale ben lontana da quella occidentalista e conservatrice del mondo vicino a Trump. Per la Casa Bianca, in ogni caso, l'elezione di Prevost rappresenta un elemento inedito anche in chiave politica e diplomatica, in quanto la novità di un Pontefice statunitense non mancherà di influenzare la traiettoria politica e sociale della superpotenza. Da oggi però sarà indubbiamente più difficile per i cattolici trumpiani più decisi, a partire da Vance, dichiararsi i veri portavoce dell'insegnamento cattolico, dal momento che a Roma siederà un americano ben lontano dalle loro idee.

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