Ravasi: “Papa Leone XIV, un’umanità forte in continuità con Francesco”

“Un uomo discreto, semplice e spontaneo che ama il dialogo e punta al confronto”, così il cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura, ha commentato in diretta a Sky TG24 le prime parole di Papa Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, il primo Pontefice nordamericano della storia della Chiesa. Il nome del cardinale statunitense, originario di Chicago, classe 1955, è stato citato più volte nelle ultime settimane, ma non era tra quelli più in vista. Ravasi ricorda, però, l’intervento in una delle Congregazioni dei porporati che ha preceduto il Conclave: “Essenziale, pienamente nell’orizzonte del suo predecessore”. Il discorso programmatico “Da notare che Papa Leone XIV ha letto un testo scritto. Non si è trattato solo di un saluto dunque, piuttosto di un discorso programmatico chiaro - insiste il cardinale - in cui sono emersi distintamente i fili che lo legano al pontificato di Francesco sui vari fronti. I cardinali elettori hanno fatto una scelta di continuità”. Ravasi si è soffermato anche sull’utilizzo dello spagnolo di Papa Leone che si è rivolto alla diocesi di Chiclayo, in Perù, di cui il 3 novembre 2014 è diventato amministratore apostolico, con l’elevazione alla dignità episcopale di vescovo titolare della diocesi di Sufar: “Citare quel luogo in cui è stato a lungo impegnato e la sua missione in Sud America evidenzia il suo essere pastore”. Continuità con Francesco, sì, ma Ravasi intravede già l’originalità con cui Prevost prenderà il testimone: “Umanità forte è il punto comune: quella di Francesco è stata accesa; la sua sarà morbida, ma altrettanto incisiva”. Tanti i dossier che sono sul tavolo: “Francesco ha lasciato molti cantieri da sviluppare e tra quelli da cui potrà iniziare ci sarà quello della sinodalità”. La “pace” di Papa Leone XIV Papa Leone ha ringraziato Papa Francesco, ma già dalle prime parole “La pace sia con voi” e poi con la frase “pace disarmata e disarmante” ha ribadito il legame con il predecessore che tanto si è speso contro i conflitti mondiali. Ravasi ci aiuta a capire il sottotesto teologico del discorso: “Ha scelto il saluto del Cristo risorto e così ha voluto ribadire una dimensione religiosa e trascendente. La parola pace utilizzata come saluto, inoltre, ha una forte matrice ebraica e araba”. “Un pastore che curerà i pastori” Dopo il lungo periodo sudamericano, il 30 gennaio 2023 Prevost, agostiniano, è diventato prefetto del Dicastero per i vescovi fino alla morte di papa Francesco. La sua ultima funzione che lo ha portato a Roma è stata molto importante: “Il ruolo che ha ricoperto ha comportato lo studio dei curricula dei vescovi e si è poi occupato delle nomine, quindi tutto questo presuppone una grande conoscenza del mondo episcopale e della struttura gerarchica della Chiesa. Sarà per questo un pastore che curerà i pastori”. Sul carattere del nuovo Pontefice, Ravasi, che lo ha conosciuto personalmente, ci fornisce importanti elementi: “Abbiamo più volte attraversato insieme Piazza San Pietro tra un incontro e l’altro. Gli ho regalato un libro e lui a me. È un uomo spontaneo e sobrio, per niente spigoloso”.

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