Quanto costa (e quanto fa guadagnare) una laurea negli Usa?

In questi giorni le università americane sono al centro delle cronache a causa dei tagli dei finanziamenti pubblici contro gli atenei che non rispettano i diktat dell’amministrazione Trump. Ma ormai da alcuni anni si è aperto un altro dibattito di più ampio respiro, che mette in discussione il ruolo e il funzionamento del sistema universitario statunitense: studiare vale ancora la pena dal punto di vista economico? È noto che studiare negli Stati Uniti rappresenta un investimento economico significativo, con alcune università private che arrivano a chiedere oltre 60 mila dollari all’anno di retta. A questa si aggiungono i costi per l’alloggio , oltre a quelli per i testi universitari e per la vita in generale. Nonostante gli atenei offrano borse di studio agli studenti più meritevoli, molti giovani si trovano comunque costretti a finanziare i propri studi attraverso prestiti. Questi debiti, spesso molto onerosi, li accompagnano per anni e vengono saldati solo dopo aver raggiunto una certa stabilità economica. Secondo la Federal Reserve di New York, solo il 20% dell’attuale debito è detenuto da giovani tra i 18 e i 29 anni, mentre la fascia 30-39 anni ne detiene il 33%, i 40-49enni il 23%, i 50-59enni il 15%, i 60-69enni il 7,5% e gli over 70 il 2%. L'aumento del debito e dei laureati Nel corso degli ultimi due decenni, il debito universitario complessivo contratto dagli studenti americani è aumentato esponenzialmente, passando dai 240 miliardi di dollari del 2003 ai quasi 1.600 miliardi del 2024. Al contempo, però, è aumentata anche la percentuale di laureati. Negli anni ‘80 il circa il 20% degli americani tra i 25 e i 64 anni aveva un diploma di laurea: oggi questa percentuale è quasi doppia. Secondo Bloomberg News, nel 2023 gli statunitensi di età compresa tra i 25 e i 34 anni che avevano una laurea guadagnavano in media esattamente il doppio di chi non l’aveva. Nonostante questo vantaggio rimanga notevole, con il graduale aumento dei laureati è andato via via diminuendo: negli anni ‘60 i giovani laureati guadagnavano i 234% in più rispetto a chi non aveva una laurea. Guardando alle altre fasce d’età il declino di questo vantaggio è ancora più evidente: sempre negli anni ‘60, i laureati di età compresa tra i 55 e i 64 anni guadagnavano circa il 350% in più dei non laureati, oggi il circa il 220%. I vantaggi per classi demografiche Con l’aumento del numero di donne in possesso di una laurea, il vantaggio salariale che un tempo ne derivava si è progressivamente ridotto. Gli uomini laureati, invece, tra gli anni ‘50 e inizio 2000 hanno visto crescere i loro redditi rispetto a chi non aveva un titolo di studio, ma negli ultimi anni anche questo divario ha smesso di aumentare. Per quanto riguarda l’etnia, in generale, gli studenti di origine asiatica tendono a ottenere i maggiori vantaggi economici da una laurea rispetto ai non laureati. Al contrario, gli uomini di origine ispanica registrano un vantaggio piuttosto modesto. Le donne ispaniche e quelle afroamericane conseguono la laurea con minore frequenza, ma mediamente ottengono un ritorno economico superiore rispetto ad altri gruppi. In ogni caso, i dati dicono che ogni classe demografica ha sempre beneficiato e continua a beneficiare economicamente dal possesso di un titolo universitario.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Quanto costa (e quanto fa guadagnare) una laurea negli Usa?