È stata la pandemia a spingere i giovani a destra?

Alle ultime elezioni presidenziali negli Stati Uniti, uno degli aspetti demografici più interessanti e decisivi per la vittoria di Donald Trump è stato lo spostamento a destra dei giovani e in particolare dei giovani maschi. Non solo infatti le nuove generazioni esprimono un voto più conservatore rispetto al passato, ma la forbice fra giovani elettori ed elettrici si è aperta. Nel 2016, secondo gli exit poll della CNN, Hillary Clinton superò Donald Trump fra gli under-30 di 19 punti, nel 2020 Joe Biden trionfò addirittura di 24 punti, ma lo scorso novembre il divario fra i due si era assottigliato notevolmente. In questa fascia di elettori Harris ha vinto di “appena” 11 punti e fra i maschi under-30 i due candidati erano praticamente appaiati . Le elezioni in Germania Una dinamica simile l’abbiamo vista anche in Germania, durante le elezioni federali: l’estrema destra di AfD ha trionfato fra i giovani maschi, ma le giovani donne hanno preferito Die Linke, il partito alla sinistra dei socialdemocratici, quindi comunque una formazione con una forte anima antisistema. Se avessero votato solo gli under-25 Die Linke e AfD sarebbero arrivati primo e secondo. Perché i giovani si spostano verso destra? I motivi di questo spostamento dei giovani verso partiti antisistema e soprattutto di destra sono diversi, secondo gli esperti. Alcune cause sono facilmente individuabili, e includono il momento complicato dell’economia, l’erosione del potere d’acquisto, il malumore per l’immigrazione, temi che hanno caratterizzato le campagne elettorali sia negli USA sia in Germania, ma anche in altri Paesi occidentali. Il ruolo svolto dalla pandemia Uno studio del Systemic Risk Center della London School of Economics però suggerisce che fra i fattori responsabili ci sia anche la pandemia. L’esperienza del Covid-19 avrebbe ridotto la fiducia nei leader politici e nella politica dei giovani che hanno vissuto la pandemia. In particolare lo studio, che ha coinvolto 142 Paesi, afferma che fra coloro che hanno vissuto la pandemia nel periodo in cui si è maggiormente propensi a formare la propria opinione politica sia mediamente più bassa la fiducia nell’operato dei leader politici , nella regolarità delle elezioni e nei governi nazionali in genere . Gli effetti si vedono particolarmente fra le persone meno istruite, fra le donne e fra chi vive nelle aree urbane. Potrebbe non essere un fenomeno passeggero. Gli effetti, conclude lo studio, sono destinati a durare, anche due decenni. Questo fenomeno si combina con altri meccanismi spinti dalla pandemia, come l’aumento della vita online a discapito di quella offline. Il ricercatore norvegese Ruben B. Mathisen, scrive The Atlantic, ha evidenziato che i social media tendono a creare spazi maggiormente separati per uomini e donne, rispetto ai luoghi di socializzazione nella vita reale, come bar e abitazioni degli amici. Questo contribuisce, secondo Mathisen, a esporre i giovani maschi a posizioni anti–femministe in ambienti popolati quasi esclusivamente da altri uomini, dove quindi queste idee possono diffondersi senza grandi ostacoli. Anche per questo i giovani maschi sono maggiormente attratti da partiti di destra antisistema, che stanno assumendo a loro volta posizioni più apertamente maschiliste, come il Partito Repubblicano statunitense.

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