Africa, il grido d'allarme di Amref dopo i tagli di Trump a Usaid

Il mondo intero è a rischio. È l’allarme lanciato da Githinji Gitahi, Direttore Globale di Amref Health Africa, alla Conferenza Internazionale sull'Agenda Sanitaria Africana, in corso a Kigali. Un monito risoluto, dopo il taglio deciso dal presidente americano Donald Trump al sistema Usaid. Un taglio che Amref fa sapere impatta per 20% delle attività dell’organizzazione nata negli anni 50 per fronteggiare le emergenze salute nel continente, e che nonostante ciò proseguirà gli interventi per un valore superiore ai 200 milioni. Ripensare i sistemi sanitari in Africa Ma c’è anche e soprattutto il forte richiamo ai governi locali affinché l’Africa guidi la propria agenda sanitaria con investimenti in soluzioni locali, mobilitazioni delle risorse domestiche e nuovi partenariati pubblico-privato. Gitahi ha esortato i leader africani e gli stakeholder globali a ripensare gli investimenti sanitari per costruire sistemi resilienti e sostenibili. Alla classe politica africana la richiesta, perché se è vero “che la solidarietà globale è un obbligo, la generosità non va data per scontata”. Ai leader africani il richiamo per scongiurare epidemie e garantire la salute pubblica. Le priorità Le priorità: soluzioni delle crisi idriche, i servizi igienico sanitari efficienti, garanzie per una diffusa sicurezza alimentare, senza tralasciare le vaccinazioni. “La salute è un bene pubblico ed è importante che gli Stati lavorino insieme per rendere le comunità sicure, perché è nelle comunità che si verificano i primi casi di un'epidemia”. Non tutti contribuiscono Il mondo, tramite le Nazioni Unite, si è dato l'obiettivo di garantire aiuti allo sviluppo per lo 0,7% della ricchezza prodotta internamente. Sono molti gli Stati che non raggiungono la quota ed è questa la ragione di base che ha spinto l'amministrazione statunitense a sospendere il suo aiuto. I beneficiari Nel 2023 tra i venti primi beneficiari dei 40 miliardi di dollari di aiuti statunitensi destinati a sicurezza, sviluppo e crisi umanitarie c’erano dodici Paesi africani. Anche se quell’anno una parte enorme di quel budget andava all’Ucraina , al quarto posto – dopo Israele, Giordania ed Egitto – veniva l’Etiopia , seguita da Somalia , Nigeria , Repubblica Democratica del Congo , Kenya, Mozambico, Sud Sudan, Uganda, Tanzania, Zambia e Sudan. Se i programmi contro la diffusione dell’Hiv sono stati risparmiati, la temporanea sospensione dei finanziamenti dell’agenzia ha al momento costretto Amref a fermare 15 programmi e a cancellare il programma Kefeta in Etiopia. Se lo stop venisse confermato l’organizzazione Amref vedrebbe mancare fondi per 30 milioni di dollari. Amref Italia chiede sostegno Anche il Direttore di Amref Italia, Guglielmo Micucci, presente alla Conferenza insieme alla Presidente Paola Crestani e alla Vicepresidente Roberta Rughetti, sottolinea come il congelamento dei fondi Usaid ha richiamato all’attenzione del mondo sulle fragilità dei sistemi sanitari africani. Di qui la necessità sempre più forte di un sostegno globale, per contribuire a sistemi sanitari resistenti. Amref sta facendo ogni sforzo possibile per dare continuità a progetti che improvvisamente hanno visto mancare fondi essenziali.

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