La storia e i numeri delle inaugurazioni presidenziali

Come di consueto, oggi si svolgerà al Campidoglio la cerimonia di inaugurazione del secondo mandato di Donald Trump, che lo renderà ufficialmente il 47esimo presidente degli Stati Uniti. Durante l’inaugurazione, il presidente eletto presta giuramento pubblico e pronuncia il suo discorso inaugurale, in una cerimonia corredata dalla lettura di preghiere, una parata, esibizioni musicali o artistiche e altri eventi celebrativi come il pranzo ufficiale e i balli inaugurali. La storia e la partecipazione Fino al 1933, la cerimonia si era quasi sempre tenuta il 4 marzo, ma quell’anno il Congresso decise di accorciare il periodo di transizione che intercorre tra le elezioni a inizio novembre e l’entrata in carica del presidente, spostando quindi la data dell’inaugurazione al 20 gennaio. Tradizionalmente, oltre ai membri del Congresso, la Corte Suprema, i rappresentanti delle forze armate, i diplomatici e i leader stranieri, gli invitati speciali del presidente e i giornalisti, alla cerimonia partecipano anche gli ex presidenti e vicepresidenti uscenti. Nella storia degli Stati Uniti, tuttavia, sei presidenti non hanno partecipato alla cerimonia di inaugurazione del loro successore: John Adams nel 1801, John Quincy Adams nel 1829, Martin Van Buren nel 1841, Andrew Johnson nel 1869, Woodrow Wilson nel 1921 e infine, cento anni dopo, Donald Trump nel 2021. In quasi tutti questi casi – eccetto quello di Van Buren, che non partecipò all’inaugurazione di William Henry Harrison per motivi rimasti sconosciuti, e quello di Wilson, che disertò l’inaugurazione di Warren G. Harding per motivi di salute – i presidenti in questione si sono rifiutati di partecipare alle cerimonie inaugurali dei loro successori per rivalità personali e ostilità politiche. Quattro anni fa, Trump non partecipò all’inaugurazione di Joe Biden in quanto riteneva che quest’ultimo avesse vinto irregolarmente le elezioni del 2020. La cerimonia inaugurale è anche aperta al grande pubblico, soprattutto da quando nel 1981 si è iniziata a tenere sulla scalinata ovest del Campidoglio, che affaccia sui vasti giardini del National Mall . Poiché non esistono conteggi ufficiali, è difficile calcolare in maniera precisa quante persone abbiano partecipato alle cerimonie inaugurali dal 1981 in poi. Esistono tuttavia diverse stime: la cerimonia generalmente riconosciuta come la più partecipata della storia degli Stati Uniti è stata quella per l’insediamento di Barack Obama nel 2008, quando si registrò la presenza di circa 1,8 milioni di persone. Per quanto riguarda le altre inaugurazioni, il numero di partecipanti ha fluttuato dai circa 800 mila partecipanti all’inaugurazione di Bill Clinton nel 1993, ai 300.000 di Bush padre e Bush figlio nel 1989 e nel 2001, fino ai 1.000 di Biden nel 2021, quando le restrizioni dovute alla pandemia da Covid-19 impedirono la partecipazione di grandi folle. Quest’anno sono stati venduti circa 220 mila biglietti per accedere all’area sottostante il Campidoglio, ma il pubblico potrà radunarsi anche in altre aree del National Mall dove l’accesso è libero. I costi e le donazioni Organizzare tutto ciò ha un grande costo: fino a qualche giorno fa il comitato per l’inaugurazione di Donald Trump aveva raccolto circa 170 milioni di dollari, che molto probabilmente ad oggi sono diventati 200. Si tratta di una cifra molto più alta rispetto ai 65 milioni di dollari donati per l’inaugurazione di Joe Biden quattro anni fa e ai 53 milioni per Obama nel 2009, ma anche ai 106 raccolti dallo stesso Trump nel 2017. A contribuire al raggiungimento di questa cifra record sono state principalmente le donazioni effettuate da diverse grandi aziende: Sam Altman di OpenAI, Tim Cook di Apple, Meta, Uber e il suo CEO Dara Khosrowshahi hanno tutti donato un milione di dollari a testa, Amazon due . Oltre a queste, alcune delle altre aziende che hanno contribuito finanziariamente all'inaugurazione di Trump sono Goldman Sachs, Bank of America, Citigroup, Ford, General Motors e Toyota. Ma perché tutti questi soldi? Il comitato inaugurale si fa carico dei costi principali della cerimonia, compresi gli eventi più esclusivi come i balli inaugurali e le cene private. Gli eventi che si tengono al Campidoglio, come il giuramento, la costruzione del palco e il pranzo ufficiale, sono invece finanziati con denaro pubblico. Le regole per il finanziamento delle inaugurazioni presidenziali sono stabilite dalla Federal Election Commission, che richiede la divulgazione di donazioni superiori a 200 dollari entro 90 giorni dall'inaugurazione. Secondo il Guardian, il comitato Trump ha fissato la cifra di 1 milione di dollari per i donatori che vogliono assicurarsi il massimo grado di accesso al presidente e il suo entourage. Non esistono limiti sugli importi delle donazioni o sull'utilizzo dei fondi, ma sono vietate donazioni da cittadini stranieri. La legislazione vigente non prevede nemmeno regole sulla trasparenza relativa ai fondi inutilizzati, che quest’anno potrebbero ammontare a una cifra enorme, dato che Trump ha raccolto molti più soldi di quelli solitamente necessari a organizzare la cerimonia di inaugurazione e gli eventi di contorno.

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