Come è cambiato il Partito democratico americano

Diversi studi hanno ormai ampiamente dimostrato come negli Stati Uniti la polarizzazione politica si sia radicalmente ampliata nel corso degli ultimi 30 anni. Il Partito Repubblicano si è spostato sempre più a destra, mentre il Partito Democratico sempre più a sinistra, così come anche i rispettivi elettorati. Ma la salita al potere di Trump nel 2016 – un diretto prodotto della polarizzazione – avrebbe portato il Partito Democratico e la sua base a spostarsi ancora più a sinistra, e questa potrebbe essere una delle cause del ritorno alla vittoria di Trump un mese fa. È la tesi di un’analisi del Financial Times, che pur riconoscendo l’inflazione come il principale motivo del trionfo dei repubblicani, ritiene che anche la perdita di terreno dei democratici tra i moderati abbia giocato un ruolo fondamentale. Lo spostamento a sinistra dell’elettorato democratico si è verificato soprattutto per quanto riguarda diritti civili e temi sociali, come ad esempio l’affirmative action e l’immigrazione. Un sondaggio dello US General Social Survey riportato dal Financial Times mostra come la percentuale di quanti si identificano come “molto democratici” in favore dell’affirmative action sia passata da poco più del 20% a quasi il 60% tra il 2012 e il 2020. Al contempo, tra gli elettori convintamente repubblicani la percentuale è rimasta stabile intorno al 5% e anche l’opinione dell’elettore medio non è cambiata radicalmente, passando da poco meno a poco più del 20%. Anche per quanto riguarda le politiche sull’immigrazione, lo spostamento della base Dem è stato drastico: nel 2008, i democratici a favore di ridurre l’immigrazione superavano del 20% gli sfavorevoli, ma nel 2016 le percentuali si sono invertite e nel 2020 il 40% in più di democratici era a favore di aumentare il numero di immigrati rispetto agli sfavorevoli. Su questo tema anche la posizione dell’elettorato repubblicani si è radicalizzato, però nel decennio precedente: nel 2000 i repubblicani a favore di ridurre l’immigrazione superavano di quasi il 20% gli sfavorevoli, nel 2010 e fino al 2020 di quasi il 40%. L’elettorato medio, invece, dieci anni fa era meno favorevole a maggiore immigrazione rispetto a oggi, ma rimane in maggioranza contrario: indice di come anche in questo caso la base dei democratici si sia nettamente distanziata dall’elettore medio. Sia nel caso dell’affirmative action – uno dei pilastri della cosiddetta cultura “woke” – e quello dell’immigrazione, infatti, oggi le posizioni dei repubblicani sono molto più vicine a quelle dell’elettorato medio rispetto a quelle dei democratici. Secondo il Financial Times, queste svolte a sinistra sarebbero avvenute in maniera molto più drastica e immediata rispetto a quelle del passato, lasciando per strada una grande fetta di popolazione.

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