Educazione sessuale: a che punto sono le scuole europee?

Il primo Paese europeo a includere l’educazione sessuale come materia curriculare nelle scuole è stata la Svezia, nel 1955. Da allora, molti altri Stati europei hanno iniziato a fare lo stesso: all’inizio, concentrandosi soprattutto sulla prevenzione delle gravidanze indesiderate, per poi includere la prevenzione alle malattie sessualmente trasmissibili e alla sensibilizzazione sugli abusi sessuali. Negli ultimi vent’anni, la materia è arrivata a comprendere anche la formazione su discriminazioni di genere, identità di genere e orientamento sessuale. A oggi, solo in 9 Paesi europei l’educazione sessuale è una materia scolastica opzionale. E nei restanti 18 in cui si insegna, come dimostra uno studio condotto dalla Commissione europea, le differenze di approccio e di tematiche trattate continuano a risultare tuttavia molto significative. Dove non si insegna Italia, Spagna, Croazia, Ungheria, Slovacchia, Lituania, Romania e Bulgaria sono i nove Paesi dell'Unione Europea dove l'educazione sessuale non è obbligatoria nelle scuole. Tuttavia, ciò assume significati diversi a seconda del Paese: in Italia, ad esempio, la presenza della materia o di iniziative di formazione dipende dalla volontà dei dirigenti scolastici e tende molto spesso a concentrarsi solo sugli aspetti anatomici e biologici. In Spagna, la legge sull’istruzione considera l'educazione sessuale un tema trasversale nel curriculum scolastico, ma non le assegna uno spazio specifico né stabilisce contenuti obbligatori da trattare. Ciò significa che, sebbene sia permessa, non è garantita. L'unica materia obbligatoria in cui si affronta il tema è biologia, limitandosi però alla spiegazione dell'apparato riproduttore. In Polonia, invece, l’educazione sessuale dovrebbe far parte di una materia chiamata “Educazione alla vita familiare" : non sempre è così e la stessa WDZ è una materia opzionale, per giunta sempre meno frequentata da alunni e alunne. Programmi variabili Anche se l’educazione sessuale è obbligatoria nella maggior parte dei Paesi europei, questo non vuol dire che i contenuti dei programmi scolastici siano gli stessi. Esistono infatti diversi documenti che definiscono e descrivono l'educazione sessuale, tra cui due particolarmente rilevanti per il contesto europeo: gli "Standard per l'Educazione Sessuale in Europa" del 2010, pubblicati dall'Ufficio Europeo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e dal Centro Federale Tedesco per l'Educazione Sanitaria, e le "Linee Guida Tecniche Internazionali sull'Educazione Sessuale" del 2018 dell'UNESCO. Da questi report emerge che un corso di educazione sessuale completo dovrebbe iniziare il prima possibile ed essere appropriato all’età e allo sviluppo degli alunni e delle alunne e basarsi su informazioni scientificamente accurate. Gli organismi internazionali evidenziano anche che l’insegnamento della materia dovrebbe includere un approccio ai diritti umani e all'uguaglianza di genere ed essere culturalmente rilevante. Tuttavia, nella pratica, le istituzioni europee non hanno giurisdizione sulle materie scolastiche, quindi anche se l'educazione sessuale è presente nei curricula, i programmi possono variare notevolmente da Paese a Paese. In Irlanda, ad esempio, l'insegnamento si concentra principalmente sugli aspetti biologici e sulla prevenzione del rischio, incoraggiando l'astinenza e la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili e dell'HIV. In Slovacchia, invece, l'educazione sessuale è spesso incentrata sui valori tradizionali del matrimonio e della famiglia, tanto che il nome ufficiale della materia è "Educazione al matrimonio e alla vita di coppia". Infine, per quanto riguarda la formazione degli insegnanti in materia di educazione sessuale, la situazione nell'Unione Europea è generalmente carente, dato che la maggior parte degli Stati membri offre opportunità limitate di formazione in questo ambito. In molti Paesi dove l'educazione sessuale è obbligatoria, la formazione degli insegnanti è spesso volontaria e non sistematica. Solo in Finlandia, Estonia e Svezia la formazione sull'educazione sessuale fa parte del corso di studi che frequenta chi vuole diventare un insegnante, mentre in Repubblica Ceca e Francia vengono offerti brevi corsi di formazione obbligatori extracurricolari. Le lacune nella formazione degli insegnanti, insieme alla resistenza dei governi nazionali sul tema e alla disomogeneità degli argomenti affrontati in classe, rappresentano quindi le principali sfide da superare per un'efficace implementazione dell'educazione sessuale nelle scuole europee.