Ue-Mercosur, la sponda Milei-Macron per fermare l’accordo commerciale

Il patto di libero scambio tra il blocco e il mercato comune del Sud America che unisce Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay è al centro delle cronache al G20 di Rio de Janeiro, sulla scia della volontà della Commissione di Ursula von der Leyen e del padrone di casa, il presidente Lula, di concludere e ratificare l'accordo. La ripresa dei colloqui bilaterali apre alla prospettiva di un’accelerazione dei negoziati conclusivi per rendere effettivo un accordo di cui si parla dalla fine del secolo scorso. Venticinque anni dopo l'inizio delle negoziazioni, avviate nel 1999, non sembra ancora arrivata l'ora del trattato di libero scambio tra il blocco dei Ventisette e il mercato comune sudamericano, che fin dal momento in cui è stato proposto creato aspre divisioni, soprattutto in Europa. Anche in questa circostanza il dibattito al G20 è stato vivace. E se sul campo europeo è stato Macron a esprimere le maggiori preoccupazioni, dall’Argentina Milei ha parimenti mostrato la sua insoddisfazione. L’attuale assetto dell’accordo Ue-Mercosur sull’abbattimento dei dazi e sulla liberalizzazione degli scambi in beni e servizi, preoccupa la Francia soprattutto per i suoi impatti sull’agricoltura. Perché Macron critica il Mercosur Le Monde ha ricordato che tramite l’accordo “l'Ue spera di incrementare le esportazioni di beni che attualmente devono far fronte a tariffe elevate applicate dai paesi del Mercosur, come automobili, abbigliamento e vino”, creando un’area di libero scambio da 780 milioni di persone e un volano sul commercio quantificabile in 40-45 miliardi di euro di scambi aggiuntivi. Ma questo ha prodotto la reazione del mondo agricolo, che in Francia ha denunciato le conseguenze potenzialmente dannose dalle politiche di apertura ai beni alimentari sudamericani, che vengono prodotti sfruttando l’economia di scala data dalla maggior dimensione dei fondi e un fattore-costo inferiore per terreni e lavoro. L'Ue ha acconsentito, nell'accordo, a tagliare le tariffere di importazione su quote precise di miele , riso e zucchero prodotte nell'area Mercosur ma, spiega Le Monde, "il principale punto di contesa è stata la quota di carne bovina, 99.000 tonnellate della quale vedranno l’abbassamento del dazio a una tariffa fissa del 7,5%, mentre 180mila tonnellate di carne di pollame saranno esenti da dazi". Questo ha prodotto l’irrigidimento di Macron, che intende preservare il ruolo-chiave della Francia nell’agricoltura europea, e un distacco dall’alleato Lula, con il quale i rapporti su molti dossier, dal multilateralismo alla tutela dell’ambiente, sono eccellenti. I ricordi delle proteste scatenate a inizio 2024 dagli agricoltori europei, che sono tornati ad agitarsi per l’ipotesi delal patto Ue-Mercosur, sono vivi nella mente del capo di Stato francese, che guida un Paese estremamente fragile sul piano politico Macron è alleato di Giorgia Meloni in Europa nella critica al Mercosur, mentre Spagna e Germania spingono per la liberalizzazione e a far sì che i rinnovati colloqui giungano a concludersi all'inizio di dicembre. Ma il capo di Stato francese tiene il punto e a margine della visita a Buenos Aires seguente al G20 ha utilizzato una retorica protezionista: “non possiamo chiedere ai nostri agricoltori in Europa di cambiare le loro pratiche, di non utilizzare certi prodotti e di sviluppare un'agricoltura di qualità e, allo stesso tempo, aprire i nostri mercati a importazioni massicce", ha affermato. Aggiungendo poi di aver trovato sponda in Milei: “il presidente argentino ha detto di non essere soddisfatto dell'accordo e del modo in cui funzionava il Mercosur”. La sfida di Milei Sebbene Milei abbia da sempre sostenuto posizioni libertarie in economia e sia un aperto sostenitore del mercato e del commercio, ha criticato il Mercosur che ritiene eccessivamente influenzato dall’agenda del rivale Lula e condizionato dagli accordi siglati indipendentemente dai Paesi membri, soprattutto con la Cina. Il suo governo ha inoltre espresso una visione scettica sulla capacità del Mercosur di promuovere il libero scambio: "L'Argentina sta promuovendo una nuova politica economica estera, strategicamente incentrata sulla libertà", ha detto il ministro degli Esteri argentino Diana Mondino ai suoi omologhi in occasione dell’ultimo meeting annuale del Mercosur in Paraguay, disertato da Milei. "Se non è possibile avanzare come Mercosur, pensiamo alla possibilità di avere accordi bilaterali", ha aggiunto. Per ragioni diverse, dunque, il capo di Stato argentino e l’omologo francese si trovano dalla stessa parte della barricata, in un contesto critico per l’ordine internazionale. Il G20 è stato chiuso con un rinnovato elogio del multilateralismo che si crede possa essere messo in discussione dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Ma i venti protezionistici non arrivano solo dagli Stati Uniti, e di essi l’accordo Ue-Mercosur è stato a lungo in balia. Tanto da rendere incerta la stessa possibilità di portare a compimento, a fine 2024, un progetto figlio di un mondo che forse non esiste più.