Antisemitismo, Bernard-Henry Levy: “Perché gli ebrei sono soli”

Bernard-Henry Levy, lei ha appena scritto un libro: “Solitudine d’Israele”, frutto anche del suo viaggio nei Kibbutz del massacro del 7 ottobre 2023. Ma, se Israele è rimasto solo, secondo lei lo sono anche gli ebrei in occidente? Guardate ciò che è avvenuto ad Amsterdam, guardate quanto sono state timide le autorità olandesi, quanto tempo gli ci è voluto per ammettere che era accaduto un vero pogrom, e guardate quanto in giro per l’Europa la gente ha tentato di minimizzare, di scusare quella caccia all’uomo avvenuta ad Amsterdam. Gli ebrei sono soli, anche quando devono affrontare una situazione senza precedenti. Chiedo a lei che è sempre stato di sinistra: ora pensa che abbia ragione la destra europea quando dice che gli arabi residenti in Europa ne stanno cambiando l’anima e i valori? No, l’estrema destra europea dice che tutto accade a causa dell’immigrazione. Fondamentalmente questa è la loro tesi. Ma non è vero. Sì, c’è l’immigrazione, ma tra coloro che alimentano questa ondata di antisemitismo ci sono sia immigrati sia persone di tradizione francese, olandese, ecc. Credo sia un grande errore attribuire tutto all’immigrazione. In Francia, ad esempio, c’è un partito antisemita che si chiamala France Insoumise e non credo abbiano molti parlamentari provenienti dal mondo dell’immigrazione. Allora cosa non ha capito l’occidente della situazione attuale? Ci sono due fattori che sono collegati ma differenti. Riguardo Israele non hanno capito che questa è la loro guerra, che è la loro libertà ad essere in gioco. Invece di condannare Israele dovrebbero ringraziarlo perché sta combattendo il radicalismo islamico come noi francesi, ad esempio, facemmo nel 2015-16 contro l’Isis a Mosul o come fecero gli americani nel 2001 contro i talebani in Afghanistan. È la stessa cosa. Noi eravamo tutti con gli americani nel 2001, il mondo intero era con i francesi dopo il Bataclan e Charlie Hebdo nel 2015-16, invece quando Israele combatte la stessa battaglia si trova sola. Questo è il primo punto. Poi c’è un altro fattore: i governi e i popoli europei non sembrano capire il quadro generale in cui s’inserisce questo conflitto tra Israele, Hamas ed Hezbollah. È un grande puzzle. Hamas non è solo Hamas, Hamas vuol dire Iran, vuol dire Russia, vuol dire Turchia, che è a capo dei Fratelli Musulmani, vuol dire Cina e vuol dire tanti altri Stati islamici come Afghanistan o Pakistan. C’è una enorme costellazione e una sorta di forte impero di cui Hamas è solo un piccolo elemento di spicco. L’occidente non lo capisce e quando si sveglierà spero non sia troppo tardi. D’altra parte, però, c’è qualcosa che anche Israele non ha capito? A Gaza ci sono 50mila morti. Ogni giorno arrivano immagini terribili di civili massacrati, non è un buon messaggio al mondo Penso Israele capisca che non sta mandando un bel messaggio e che la sua immagine sta peggiorando di fronte all’opinione pubblica. Ma, onestamente, tra coloro che criticano Israele non ho ancora sentito una concreta proposta alternativa. Al posto di Israele, americani e francesi hanno fatto la stessa cosa. E, ad esempio, prima dell’ultima escalation, Israele per un anno è stata sotto attacco di centinaia di razzi Hezbollah quasi non rispondendo. Cosa dovrebbe fare una democrazia che si trova sotto l’attacco di forze che non chiedono un pezzo di terra o un cambio politico ma cercano solo la sua totale distruzione? Io sono un difensore dei diritti umani, tutta la mia vita ho preso le parti delle vittime e lo faccio ancora. Ogni giorno vedo le immagini dei bambini di Gaza e mi si spezza il cuore, sul serio, è insostenibile, ma… anzi non c’è alcun ma, è insostenibile e potrebbe finire domani se Hamas liberasse gli ostaggi civili israeliani e deponesse le armi. Ascoltandola allora le chiedo: non è che in fondo lei pensa che paradossalmente questa ondata di estrema destra in Europa possa aiutare la comprensione d’Israele e la causa degli ebrei occidentali? Non ne sono sicuro perché in genere nella vita diffido delle persone che mi amano per ragioni tattiche. L’amore, il sostegno, devono venire da una profonda e vera comprensione. L’estrema destra ha odiato gli ebrei per decadi intere e se pensiamo che da un giorno all’altro possa smettere di farlo ci sbagliamo. Non si può rompere con l’antisemitismo per decreto, tramite una decisione politica, se lo credessimo potremmo avere brutte sorprese, quindi resto in guardia.

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