Non solo Trump, tutti gli altri risultati delle elezioni americane

Martedì scorso negli Stati Uniti non si è votato per eleggere solo il presidente, ma anche altre cariche governative e legislative, e per diversi referendum. I repubblicani hanno vinto la maggioranza al Senato e sono sulla buona strada per ottenerla anche alla Camera: un risultato che gli permetterebbe di ottenere la cosiddetta “trifecta”, ovvero il controllo di tutti e tre i principali organi esecutivi e legislativi. Il GOP ha trionfato anche nella maggior parte degli Stati dove si votava per eleggere il governatore e il procuratore generale, mentre la gara relativa ai segretari di Stato è terminata 4 a 3 per i democratici. Per quanto riguarda i referendum, la maggior parte di quelli che intendevano proteggere il diritto all’aborto è stata approvata, mentre nei tre Stati dove si votava per legalizzare la mariujana, i referendum hanno fallito. Senato Al Senato i democratici non ce l’hanno fatta a difendere la risicata maggioranza di 51 a 49. I repubblicani sono infatti riusciti a conquistare tre seggi che prima delle elezioni erano in mano ai democratici in West Virginia, Ohio, Montana, e probabilmente anche un quarto in Pennsylvania, dove si stanno ancora conteggiando gli ultimi voti ma il repubblicano McCormick è in vantaggio di mezzo punto percentuale. La maggioranza dei repubblicani ammonterà dunque, con ogni probabilità, a 53 senatori contro i 47 democratici. Camera dei Rappresentanti Alla Camera, attualmente, secondo MSNBC i repubblicani sono a soli tre seggi dall’ottenere la maggioranza di 218 deputati. Le corse ancora in bilico sono infatti solo dieci e in sei di queste è in vantaggio il candidato del Partito Repubblicano. Fino ad ora, i democratici hanno conquistato sei seggi prima in mano ai repubblicani, mentre i repubblicani sette precedentemente democratici. Nell’attuale legislatura il GOP detiene una maggioranza di 221 seggi contro i 214 dei Dem: se la partita si chiuderà come suggeriscono i risultati parziali, il risultato finale rimarrebbe sostanzialmente invariato. Governatori e altre cariche statali A livello statale non ci sono state particolari sorprese, dato che ogni Stato chiamato al voto ha confermato il candidato del partito in carica, con una sola eccezione. Si votava per eleggere il governatore in undici Stati, otto dei quali hanno eletto un repubblicano e tre un democratico . Sette Stati erano chiamati a scegliere anche il proprio segretario di stato, un organo che a seconda dello Stato ha diverse funzioni, tra cui solitamente quella di organizzare e monitorare il processo elettorale: quattro hanno eletto un democratico , tre un repubblicano . In dieci Stati si eleggeva anche il procuratore distrettuale, il più alto funzionario delle forze dell’ordine: quattro hanno eletto un demcoratico e sei un repubblicano . L’unica importante carica statale che è passata dalle mani di un partito all’altro è stato il procuratore distrettuale della Pennsylvania, strappato ai democratici dai repubblicani. I referendum Misure in favore dell’allargamento del diritto all’aborto o della sua protezione erano sulle schede elettorali in dieci Stati. Nonostante la sonora sconfitta di Kamala Harris, che aveva fatto proprio dell’aborto uno dei suoi cavalli di battaglia, queste misure sono state approvate in sette Stati, nella maggior parte dei quali ha vinto Donald Trump: Arizona, Colorado, Maryland, Missouri, Montana, Nevada e New York. In Florida la proposta di rendere costituzionale il diritto all’aborto ha ottenuto più del 57% dei voti, ma per passare avrebbe dovuto superare il 60%. Gli altri due Stati dove i referendum sull’aborto hanno fallito sono Nebraska e South Dakota. In Arizona è stato approvato a larga maggioranza un referendum che permette alla polizia statale e locale di far rispettare le leggi sull’immigrazione e aumenta le sanzioni per la vendita di fentanil. In California è passato - anche qui a larga maggioranza - un referendum che abolisce formalmente la cosiddetta “Proposition 8”, un emendamento costituzionale che proibiva i matrimoni tra persone omosessuali, già in precedenza reso nullo da alcune sentenze delle corti statali. In Alaska e Missouri sono passati due referendum per aumentare il salario minimo, mentre in Massachusetts non ne è stato approvato uno che avrebbe aumentato la retribuzione minima per i lavoratori che ricevono mance. In California la proposta di aumentare il salario minimo a 18 dollari all’ora entro il 2026 è ancora in bilico, con più di 3 milioni e mezzo di voti ancora da contare. In Arizona è stato bloccato un referendum che avrebbe permesso ai lavoratori che ricevono mance di essere pagati meno del salario minimo. In Florida, North Dakota e South Dakota non sono passati tre referendum che avrebbero legalizzato l’uso ricreativo della mariujana.

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