La lezione del 1989: mai dare per scontata la democrazia

“Democrazia. Penso che il messaggio principale di questo anniversario sia che non possiamo dare la democrazia per scontata. Ciò che è successo nel 1989 ci ricorda che la democrazia e la libertà sono solo una nostra responsabilità. Non dovremmo mai dimenticare che è un privilegio la possibilità di incidere in questi processi. Li diamo per scontati, per acquisiti, perché viviamo in Europa, ma pensa se fossimo nati in Iran. O in Cina e in Russia. Spesso sento dire dalle persone, anche dai giovani che incontro nelle scuole, che sono stanche di scendere in piazza, di partecipare alla vita pubblica perché tanto nulla può cambiare. E io rispondo che non è così. È tutto nelle nostre mani e il 1989 ne è la prova. Potrebbe essere difficile, certo, ma bisogna essere pronti a pagare il prezzo per difendere ciò che è un nostro diritto”. A parlare è Katrin Hattenhauer, artista e attivista per i diritti civili. Lei sa bene cosa significa pagare il prezzo della libertà. L’abbiamo sentita in occasione del 35esimo anniversario della Crollo del muro di Berlino. Quel 9 novembre 1989 era stata appena rilasciata dalla prigione per aver preso parte alle Preghiere per la Pace che si tenevano ogni lunedì a Lipsia e per aver srotolato davanti alle telecamere uno striscione con un messaggio ben preciso: "Per un Paese aperto con persone libere". È a Lipsia che inizia il crollo della DDR. “Il 9 novembre 1989 ero appena stata rilasciata dalla prigione. Il processo era ancora aperto, non mi erano stati consegnati i documenti, non avevo il passaporto e non potevo lasciare Lipsia. Ma, date le grande manifestazioni di quei giorni, che portarono in piazza anche 300mila persone, nessuno controllava più casa mia. Così, salii sul tetto e scappai da lì per raggiungere i miei amici a Berlino per festeggiare il rilascio dalla prigione e il mio compleanno. La cosa divertente è che sono nata nella notte tra il 9 e il 10 novembre. Quel giorno festeggiavo i miei 21 anni. Ero seduta in un pub di Berlino quando ci dissero che a pochi passi da lì stava accadendo qualcosa di epico. Non volevo andare a vedere, avevo paura di essere arrestata ancora. Ma i miei amici mi convinsero dicendo ‘Katy, sta succedendo qualcosa di meraviglioso, di magico, dobbiamo andare a vedere. Chi vuoi che controlli se hai i documenti oppure no’. Beh, oggi posso dire che quello è stato il compleanno più bello di sempre. Ho iniziato a far parte di gruppi di opposizione quando avevo 15 anni. Piano piano è nato in me il desiderio di uscire allo scoperto, di metterci la faccia, di rischiare in prima persona. È nata così l’idea di introdurre nella chiesa di San Nicola, nel centro di Lipsia, lo striscione con la scritta ‘Per un Paese aperto con gente libera’”. Pochi secondi dopo, quello striscione le è stato strappato dalle mani da un gruppo di uomini, agenti in borghese della Stasi. Katrin Hattenhauer è caduta a terra ed è stata portata in prigione. Quella scena è stata ripresa dalle telecamere della Germania Occidentale, presenti a Lipsia in occasione di una importante Fiera, e hanno fatto il giorno del Paese. Era il 4 settembre 1989, da lì tutto è cambiato. Due settimane dopo, la piazza era piena di gente e per la prima volta la polizia dovette ritirarsi. “La preghiera per la pace esisteva da circa 10 anni a Lipsia. Ogni lunedì i gruppi di opposizione si incontrano nella chiesa di San Nicola per scambiarsi idee e per cercare di coinvolgere quante più persone possibili per riflettere su ciò che non andava nel nostro Paese. Non potevamo viaggiare, non potevamo nemmeno votare. O meglio, si votava ma l’esito delle consultazioni era già deciso a monte. La chiesa era l’unico luogo nel quale ci sentivamo liberi. La Repubblica democratica tedesca ha cercato per molto tempo di sminuirci e ci dipingeva come criminali, come persone pericolose. Quando invece le immagini delle telecamere hanno mostrato due giovani donne trascinate via a forza solo per aver mostrato un messaggio di pace condiviso da tutti, allora la gente ha iniziato a capire e ha scelto di unirsi a noi. Nessuno allora, poteva immaginare cosa sarebbe successo poi”.

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