I soldi delle crypto hanno inondato le elezioni Usa

Dopo la vittoria di Donald Trump, il valore delle criptovalute è schizzato in alto: mercoledì Bitcoin ha sforato quota 75.000 dollari, un record storico. Trump, che durante la sua prima presidenza le aveva definite “una truffa”, negli ultimi mesi ha fatto inversione di marcia e ha proposto la creazione di una riserva strategica di criptovalute, con l’obiettivo di far diventare gli Stati Uniti la capitale mondiale delle crypto. Durante la campagna elettorale ha anche promesso di licenziare il capo della Securities and Exchange Commission , critico nei confronti delle criptovalute, per sostituirlo con qualcuno in favore. La spese delle crypto nella campagna Ma nonostante la vicinanza di Trump al mondo delle crypto, quest’ultimo non ha offerto il suo sostegno solo al candidato repubblicano. Durante la campagna elettorale, tre Super PACs finanziati dalle principali piattaforme di trading delle crypto, Fairshake , Protect Progress e Defend American Jobs , hanno inondato di denaro le campagne elettorali di qualsiasi candidato presidente, al Senato e alla Camera dei Rappresentati che sostenesse legislazioni a loro favorevoli. In questo modo le criptovalute si sono fatte strada anche nel programma elettorale di Kamala Harris, anche se in maniera più vaga rispetto a quello del suo avversario. Secondo i dati della Federal Election Commission i tre Super PACs avrebbero speso circa 245 milioni di dollari durante il periodo elettorale, circa la metà di tutto il denaro donato per cause politiche dal mondo del business. Le crypto sono state di gran lunga il settore economico che ha sborsato più denaro di tutti, diventando così un fattore decisivo per la vittoria o la sconfitta di molti candidati. Un tale potere di spesa si è trasformato infatti in una spada di Damocle per la carriera politica di qualsiasi politico che si opponesse a legislazioni più lasche nei confronti delle crypto. Il peso politico delle crypto Un caso emblematico è quello di Sherrod Brown, Senatore democratico e presidente della Commissione del Senato per il settore bancario, che durante il suo mandato ha più volte criticato le criptovalute. A partire da agosto Fairshake e Defend American Jobs hanno riversato più di 40 milioni di dollari nelle casse della campagna elettorale del suo sfidante, il repubblicano Bernie Moreno, che nel frattempo aveva aperto un’azienda basata sulla blockchain . Secondo i sondaggi, in agosto Moreno era in svantaggio di circa sei punti percentuali, ma alle elezioni del 5 novembre ha prevalso su Brown con quattro punti di vantaggio, permettendo ai repubblicani di conquistare la maggioranza al Senato. Secondo la Federal Reserve, nel 2023 solo il 7% degli americani deteneva delle criptovalute, 3 punti percentuali in meno del 2022 e 5 punti in meno del 2021. Tra i sondaggi che misurano le priorità politiche degli americani non appaiono mai le criptovalute. Gli spot pubblicitari finanziati dai Super PACs in questione, infatti, non nominano mai direttamente le criptovalute, ma puntano a favorire o sfavorire i candidati parlando di altre questioni politiche. Il loro obiettivo non è quello di portare il pubblico dalla loro parte, ma di ottenere legislazioni favorevoli. Grazie ai loro soldi e alle vittorie elettorali dei candidati da loro sostenuti - e a prescindere dalla vittoria di Trump - a gennaio si insedierà un Congresso pro-crypto.

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