L'America di Donald Trump spiegata in 5 mappe

Donald Trump sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti. Ma se il volto dell’inquilino della Casa Bianca è uno e ha il profilo ben noto del magnate che si è dato alla politica, la dimensione della sua vittoria può essere vista sotto tanti punti di vista. Molti di questi geografici. Vediamone alcuni. 1 - Il collegio elettorale Alla fine dei conti la mappa che conta è una sola. Quella che mostra quanti grandi elettori hanno conquistato i due candidati. Sono questi infatti che eleggeranno il Presidente e che daranno quindi a Donald Trump l’accesso alla Casa Bianca. Ne servono, come noto, 270. Al momento - quando si aspettano ancora i conteggi definitivi del Nevada e dell’Arizona - il pallottoliere dice 295 per il candidato repubblicano e 226 per Kamala Harris. Comunque vada a finire il computo nei due stati ritardatari, dunque, il risultato è già scritto così come il nome del prossimo frequentatore della stanza ovale. 2 - Gli Stati chiave Ma come si è arrivati a questo risultato? La distribuzione dei grandi elettori, come noto, dipende dal voto statale. Tutti gli stati assegnano tutti i seggi a loro disposizione al candidato che raccoglie più voti. Il primo vince tutto. Come risulta dalla mappa seguente, nel 2024 la maggior parte degli stati si sono colorati di rosso, che negli Stati Uniti rappresenta i repubblicani. In particolare, rispetto a quattro anni fa, Donald Trump è riuscito a portare dalla propria parte quattro stati chiave: Wisconsin, Michigan, Pennsylvania e Georgia. In tutto 60 grandi elettori. Il candidato repubblicano ha totalizzato, quando mancano ancora delle schede da conteggiare, oltre 73 milioni di voti, nel 2020 aveva superato quota 74 milioni. 3 - Le contee Fin qui la battaglia per la presidenza, quella che conta e che si gioca negli stati. Ma per andare un po' più in profondità e capire come è maturato il risultato si può restringere un poco la prospettiva, zoomare ulteriormente e guardare a quale è stato il candidato che ha preso più voti in ciascuna contea. In questo caso, la mappa - che tiene conto anche di conteggi solo parziali - ci restituisce ancora un’altra prospettiva. Certo, sull'impressione visiva influisce la differenza tra estensione geografica di alcune contee e popolazione residente: i democratici, per esempio, vincono in zone ad alta densità abitativa ma dalla superficie ristretta come la città di New York, per esempio. Ma anche con questa avvertenza, è difficile sottrarsi alla forza del colpo d’occhio, che risulta ancora più favorevole al presidente eletto. Un’estesa marea rossa inframezzata da una serie di macchie blu che indicano le roccaforti democratiche restanti. La Costa ovest, la costa Est, in particolare le propaggini settentrionali, e quel che resta del Midwest, ovvero le contee del Minnesota e dell’Illinois che sono restate fedeli a Kamala Harris, così come i rispettivi stati. 4 - Il consenso ai candidati Un conto è capire chi ha vinto dove. E dunque colorare ciascuna contea con il colore del candidato che ha preso più voti, come abbiamo appena fatto. E’ una scelta binaria. O di qua o di là . Un altro conto è osservare come si è distribuito il consenso di quel candidato sul territorio. In questo caso è questione di scala e dunque di sfumatura di colore più o meno intense. Un gioco di gradazioni che permette, passando dai dati di un candidato a quelli dell’altro, di apprezzare lo scarto nella geografia delle percentuali di voto. In particolare, per quanto riguarda i democratici, rivela una volta di più l’esigua presa, testimoniata dai toni più chiari, nelle contee della fascia centrale degli Stati Uniti: una striscia che da nord a sud parte dal North Dakota per arrivare al Texas. La stessa porzione di America profonda che, al contrario, si colora intensamente se si passa alla mappa del consenso di Donald Trump. 5 - 2020 vs 2024 Donald Trump, come si diceva, in termini assoluti ha ottenuto grossomodo gli stessi voti del 2020. Ma, complice il calo della candidata democratica rispetto a Joe Biden, ha vinto le elezioni. Non solo, come mostra questa mappa realizzata dal quotidiano americano New York Times, ha migliorato le proprie percentuali nella stragrande maggioranza delle contee del Paese. Anche quelle dove ha vinto la sua avversaria. Il movimento è visibile nel modo più evidente nell’area settentrionale della costa est, che resta una roccaforte democratica. Anche qui le frecce che indicano la differenza rispetto a quattro anni fa sono rosse e piuttosto lunghe . Insomma, come già notato, il candidato repubblicano ha migliorato i propri consensi quasi ovunque e nelle contee di tutti i tipi, sia urbane che rurali, sia quelle con popolazione con alto livello di istruzione che in quelle contrarie. E la mappa del quotidiano americano lo conferma. Così come lo confermano le indagini campionarie che segnalano il progresso del neo presidente in tutte le fasce demografiche ed etniche. In particolare tra i giovani uomini e tra i latinos, soprattutto maschi. Anche tra quelle categorie che, tradizionalmente, votavano democratico.