Elezioni Usa 2024, l'affluenza al voto degli americani nella storia

Per i dati definitivi sull’affluenza di stanotte sarà necessario attendere ancora qualche giorno, dato che i voti sono ancora in fase di scrutinio e alcuni Stati permettono la ricezione delle schede elettorali per posta fino a quasi metà novembre. Nel frattempo, alle 12 di mercoledì 6 novembre sono stati conteggiati quasi 140 milioni di voti. Ne manca tuttavia un’ampia fetta soprattutto negli Stati dell’ovest, dove i seggi hanno chiuso più tardi e dove si trova anche la California, lo stato più popoloso del Paese che fino ad ora ha scrutinato solo il 55% delle schede. Nel 2020 votarono 158.481.688 persone, per un'affluenza record che portò alle urne 65,9% degli aventi diritto. I dati storici sull’affluenza negli Stati Uniti Nel corso della loro storia, gli Stati Uniti hanno visto una graduale espansione del diritto di voto. Inizialmente, potevano votare solo i proprietari terrieri, maschi e bianchi, di età pari o superiore a 21 anni. Poi, durante la prima metà del 1800, fu progressivamente abbandonato il requisito relativo alla proprietà terriera. In questi primi cinquant’anni, l’affluenza ai seggi calcolata sul totale degli aventi diritto passò dal 6% del 1792 all’80% nel 1840. Nel 1870, a seguito della guerra civile e l’abolizione della schiavitù, la ratifica del quindicesimo emendamento della Costituzione allargò il diritto di voto anche ai maschi afroamericani. Ma in molti Stati, soprattutto nel sud del Paese, la loro partecipazione fu messa in discussione da una serie di leggi che ne limitavano l’accesso al voto, rendendo quest’ultimo subordinato al pagamento di tasse o a test di alfabetizzazione . A partire dal 1869, alcuni Stati iniziarono a garantire il diritto di voto anche alle donne, fino a quando nel 1920, con l’entrata in vigore il diciannovesimo emendamento, il suffragio universale fu allargato a tutta la nazione. Tuttavia, per decenni l’affluenza tra le donne rimase molto bassa. Ciò ebbe un impatto anche sull’affluenza generale: se tra il 1840 e il 1900 si recava alle urne tra il 70% e l’85% degli aventi diritto, nei primi due decenni del 1900 si registrò un drastico calo che portò l’affluenza a scendere sotto quota 50% nelle elezioni del 1920 e del 1924. Da quel momento in poi, la partecipazione al voto si è leggermente alzata, ma tra il 1930 e il 2016 è sempre oscillata tra il 55% e il 65%. Due picchi in negativo furono toccati alle elezioni del 1988 e del 1996, quando si registrò un'affluenza rispettivamente del 52,8% e del 51,7% . In entrambe le elezioni, George H.W. Bush e Bill Clinton, al loro secondo mandato, erano considerati super-favoriti, quindi la percezione generale fu quella di una mancanza di competizione. Le elezioni del 2020, invece, sono state le più partecipate dal 1900 a oggi. La sfida tra Joe Biden e Donald Trump era stata più volte dipinta dai candidati come una delle più importanti della storia del Paese e ingenti sono stati gli sforzi per mobilitare più elettori possibile a votare da parte di entrambi i candidati - un esercizio facilitato anche dall’ampio utilizzo del voto via posta, a causa della pandemia di COVID-19.

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