Ucraina, allarme inverno: la Russia attacca nel Donbass e taglia l’energia a Kiev

Il terzo inverno di guerra incombe sull’Ucraina e la Russia rafforza la presa della sua offensiva su due direttrici: il fronte del Donbass, dove non cala la pressione dell’esercito di Vladimir Putin sulle truppe di Kiev, e quello interno sulle infrastrutture energetiche ucraine, su cui nelle ultime settimane è caduto un numero crescente di missili e droni di Mosca. Ad oggi, in Donbass, le forze russe attaccano lungo varie direttrici conducendo un’operazione che punta a due obiettivi chiari: da un lato, conquistare definitivamente gli oblast di Donetsk e Lugansk; dall’altro, rafforzare le possibili minacce a obiettivi strategici come Kharkiv, in direzione della quale le truppe russe stanno compiendo limitate offensive anche partendo dall’oblast di Belgorod. Questo serve a Mosca per allontanare la linea del fronte dal confine, evitare nuove incursioni come quella di Kursk, il cui saliente è stato gradualmente eroso, e mettere la seconda città dell’Ucraina sotto il tiro dell’artiglieria russa. Il caposaldo di Pokrovsk nel mirino della Russia In Donbass, in particolar modo, l’Insitute for the Studies of War nota che dopo la conquista del centro di Vuhledar, le manovre russe puntano sull’abitato di Pokrovsk. Quest’ultimo centro è un fondamentale per la difesa ucraina e se venisse conquistato, gli ucraini non avrebbero punti geograficamente rilevanti per organizzare una linea di difesa efficace fino ai successivi centri di Kramatorsk e Sloviansk. Il 30 ottobre Mosca ha confermato la conquista del centro di Selydove, uno degli ultimi baluardi prima di Pokrovsk. Per la città si prefigura una battaglia aspra, ma non è detto che la Russia riesca a espugnarla prima del rallentamento invernale delle operazioni militari. Il generale Oleksandr Syrskyi, comandante delle forze armate di Kiev, ha dichiarato con allarme che "le truppe dell'Ucraina stanno rallentando una delle offensive russe più potenti dal momento in cui Mosca ha lanciato l'invasione su vasta scala" il 24 febbraio 2022. Syrksyi ha sottolineato che la Russia prosegue nei suoi attacchi “utilizzando la superiorità aerea e la potenza di fuoco a lungo raggio, e ha anche un vantaggio significativo nei proiettili di artiglieria”, domandando all’omologo americano Charles Q. Brown di potenziare le spedizioni di armamenti per controbilanciare la pressione di Mosca. Il terzo inverno di guerra sarà il più difficile per le truppe di Volodymyr Zelensky, che scontano le incertezze sul futuro del conflitto, ma al contempo molto duro per la popolazione ucraina, che corre il rischio di affrontare il gelo dei prossimi mesi in un contesto di carenza di energia. Dalla fine dell’estate la Russia ha infatti avviato una campagna di bombardamenti su larga scala delle infrastrutture energetiche per rendere più vulnerabile il Paese invaso di fronte al rigido inverno e fiaccarne le capacità di resistenza. Energia nel mirino Prima della guerra, l’Ucraina poteva generare oltre 37 gigawatt d’energia ogni mese, il doppio del picco di domanda nei mesi invernali. A marzo, Kiev controllava fonti di generazione per 21 GW, ma da agosto a oggi 9 di essi sono andati perduti quando la Russia ha lanciato la sua dura campagna missilistica contro le centrali elettriche del Paese. L’Ucraina ora non ha a disposizione abbastanza fonti per soddisfare la sua domanda interna, e questo sta creando una situazione difficile da sostenere: in Ucraina le autorità, ha scritto Politico.eu, “stanno già prevedendo un razionamento energetico che lascerebbe le persone senza elettricità per gran parte della giornata” e Oleksandr Kharchenko, amministratore delegato dell'Energy Industry Research Center e consigliere del governo ucraino per l'energia, ha dichiarato che nel caso peggiore di “un'ondata di freddo e danni anche al sistema di generazione elettrica da energia nucleare l'Ucraina potrebbe trovarsi ad affrontare blackout fino a 20 ore al giorno”. Il Financial Times ha di recente riportato le voci di un impegno reciproco tra intelligence di Mosca e Kiev, mediato dal Qatar, a non colpire vicendevolmente le infrastrutture energetiche nei mesi invernali, rispondendo alla richiesta di Zelensky che ha indicato in un accordo per proteggere gli impianti una necessaria premessa per aprire a colloqui di pace con la Russia. Ma da Kiev è giunta una secca smentita. La guerra continua, e mentre calano le temperature per il Paese invaso le prospettive di resistenza sono sempre più a repentaglio.