Naim Qassem, la nuova guida di Hezbollah è già nel mirino di Israele

Hezbollah ha un nuovo leader: è il 70enne Naim Qassem, per 33 anni vicesegretario generale dell’organizzazione paramilitare sciita libanese di cui è stato uno dei membri fondatori. La scelta di Qassem è stata annunciata dal Consiglio della Shura, comitato centrale di Hezbollah. Succederà al leader storico Hassan Nasrallah, ucciso in un raid israeliano a Beirut lo scorso 27 settembre. In una fase di grande fragilità per Hezbollah, martellata a partire da settembre da attacchi israeliani che ne hanno decapitato la leadership e i principali quadri dirigenti, soprattutto con l’operazione che il 17 settembre ha portato all’esplosione dei cercapersone dei suoi militanti, il Partito di Dio sceglie di affidarsi al più alto alto esponente di peso sopravvissuto agli attacchi di Tel Aviv. La proposta di cessate il fuoco La proposta di cessate il fuoco La decisione di nominare Qassem risponde alla volontà del gruppo di mostrare come la catena di comando interna, seppur pesantemente danneggiata, non sia stata spezzata. Qassem non era la prima scelta del Consiglio della Shura di Hezbollah, e dopo la morte di Nasrallah, si pensava che la guida sarebbe passata al cugino del leader ucciso, Hashem Safieddine. Ma il 22 ottobre la notizia dell’uccisione dello stesso Safieddine in un raid israeliano ha cambiato i piani. Di conseguenza è maturata l’ascesa al ruolo di segretario generale del numero due di lungo corso, figura attenta a curare il volto politico del Partito di Dio. L’8 ottobre, in una fase di vuoto di potere, Qassem ha parlato ai militanti del gruppo annunciando che Hezbollah "sostiene gli sforzi politici guidati dal Presidente del Parlamento Nabih Berri per il raggiungimento di un cessate il fuoco”, cercando di mostrare un atteggiamento collaborativo con il potere centrale di Beirut. Un segretario "politico" Dalle prime elezioni a cui ha partecipato Hezbollah, nel 1992, Qassem è stato incaricato di guidare le campagne elettorali della sua ala politica e di fare da pontiere nei negoziati con i partiti rappresentati al Parlamento di Beirut. Doualiya ha sottolineato che Nasrallah si è sempre fidato del suo braccio destro per quanto riguarda gli affari politici. In particolare, Qassem è stato spesso chiamato a mediare con Amal, l’altra importante formazione sciita di cui aveva fatto parte in gioventù, e ha costruito un rapporto di dialogo con il Movimento Patriottico Libero dell’ex presidente della Repubblica Michel Aoun. Quando Aoun è divenuto presidente nel 2016, Hezbollah, attraverso Qassem, ha svolto un ruolo chiave nel consolidare il sostegno al capo dello Stato cristiano-maronita nel campo sciita. Un lavoro di diplomazia che ha contribuito a consolidare il radicamento di Hezbollah nella politica nazionale. Ora Qassem dovrà saper rilanciare il ruolo politico dell’organizzazione per ottenere il cessate il fuoco ed evitare che il prosieguo della guerra con Israele ne logori eccessivamente le forze. Non sarà facile: Yoav Gallant, ministro della Difesa del governo israeliano ha scritto sul suo profilo X che la nomina di Qassem è “temporanea”. Un chiaro riferimento al fatto che sul capo del neo-segretario pende già la minaccia dell’eliminazione fisica da parte dell’esercito israeliano. E una dichiarazione che allontana, almeno per ora, ogni prospettiva di pacificazione nel quadro di un conflitto che resta caotico e minaccia di trascinare l’intera regione in una guerra totale.