Botswana al voto. Il partito al potere da sessant’anni ora invoca il “cambiamento”

Può un partito al potere da quasi sessant’anni rivendicare il “cambiamento” nella sua piattaforma elettorale? In Botswana, si. Nel voto di oggi per il rinnovo del Parlamento di Gaborone, il Partito Democratico del Botswana che governa l’ex colonia britannica dall’indipendenza, nel 1966, mette proprio il tema del cambiamento al centro del suo manifesto. Il titolo è indicativo: “Cambiare assieme, verso la prosperità”. La formazione di stampo conservatrice che ha ottenuto la maggioranza parlamentare in tutti i dodici voti susseguitisi dall’indipendenza ha compiuto questa svolta sulla scia della crescente insoddisfazione di parte della cittadinanza per le incertezze economiche e sociali del Paese. Il Botswana è stato a lungo considerato un raro esempio di stabilità politica in Africa e, in un continente spesso colpito dalla piaga del sottosviluppo, è riuscito a garantirsi una moderata crescita economica, soprattutto grazie agli introiti dell’export di diamanti e al turismo. Il Bdp e il presidente in carica Mokgweetsi Masisi hanno dovuto fare i conti, dopo l’ultima vittoria elettorale nel 2019, con la fine di una lunga fase di sviluppo, acuita dal Covid-19. Al partito-guida del Paese dell’Africa australe, nota la Bbc, “è stato attribuito il merito di aver supervisionato la trasformazione pacifica e radicale di un Paese povero, che al momento dell'indipendenza aveva solo pochi chilometri di strade asfaltate, in un luogo in cui gli standard di vita medi sono tra i più alti del continente”. Il Botswana e la crisi economica Negli ultimi anni la flessione globale della domanda di diamanti e il caro-vita hanno duramente colpito il Botswana. Debswana, la joint venture del governo del Botswana con il gruppo minerario De Beers ha visto calare il suo fatturato del 50% nella prima metà del 2024. Questo ha impattato sulle casse statali contribuendo a una crisi economica sempre più manifesta e a un aumento della disoccupazione, salita al 27%. Alla Bbc Zibani Maundeni, professore di politica all'Università del Botswana, ha sottolineato che il Paese rischia di trasformarsi in una “economia senza lavoro”. "Ogni anno”, ha dichiarato Maundeni, “sforniamo laureati e l'economia non crea abbastanza posti di lavoro per loro”. Il governo è in calo di consensi e teme la prima sconfitta elettorale della sua storia contro la coalizione di centro-sinistra dell’Umbrella for Democratic Change , che due anni fa un raro sondaggio dava al 38% contro il 22% del Bdp. Costruito sul modello britannico, il sistema elettorale del paese africano è basato su 61 collegi uninominali. Il leader dell’Udc, Duma Boko, punta sulla disaffezione verso il governo, che Afrobarometer ha registrato a inizio anno e che si traduce soprattutto in una critica dell’inefficienza amministrativa, delle disuguaglianze economiche e del peso della corruzione sul sistema governativo. A questa pressione il partito di governo ha provato a reagire presentandosi, in virtù della sua esperienza amministrativa, come unica formazione capace di modernizzare il Botswana. Duello sul "cambiamento" Masisi, firmando la prefazione del manifesto, ha dichiarato che intende portare un cambiamento su più fronti: una nuova etica per il mondo del lavoro, un aumento della produttività, la transizione verso un'economia della conoscenza, la rottura della dipendenza dalle materie prime e la spinta all'autosufficienza economica. Il Bdp scrive nella sua proposta agli elettori che quello che offre è la "miglior forma di leadership possibile per avanzare come un'economia ad alto reddito, inclusiva e capace di creare posti di lavoro". Al centro del programma, l'industrializzazione del Paese su quattro fronti: agroalimentare, settore manifatturiero, trasformazione di prodotti minerari, farmaceutico. In quest’ottica, la formazione di potere non nega le difficoltà e coglie al balzo la sfida posta dall’Udc, che ha promesso di creare mezzo milione di posti di lavoro puntando sulla transizione green, l’industria turistica, lo sviluppo delle infrastrutture. In Botswana, dove negli ultimi casi gli osservatori internazionali hanno riscontrato uno svolgimento libero del processo elettorale, il duello tra maggioranza e opposizione parte da un acceso dibattito sul futuro che il Paese, al netto della situazione di crisi, può permettersi di discutere e progettare. L’appello di entrambi i partiti al “cambiamento” è proprio di una campagna elettorale concentrata sulla concretezza: una rarità, non solo per l’Africa, in tempi di acuta polarizzazione politica in molti contesti elettorali.

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