Elezioni Usa, cosa ci dicono i dati dei registrati sulle loro scelte?

Diversamente da quanto avviene in Italia, dove chiunque detenga i requisiti per votare viene inserito automaticamente nelle liste elettorali, ai cittadini statunitensi è richiesto di registrarsi per poter recarsi alle urne. Si tratta di una pratica inizialmente messa in atto per escludere alcune categorie di elettori, come gli immigrati e i neri durante il periodo della segregazione razziale. Solo negli anni ‘60 le leggi sui diritti civili eliminarono una serie di limiti all’accesso al voto, ma ancora oggi alcuni Stati del sud utilizzano leggi che limitano indirettamente l’accesso al voto a determinate minoranze. Nella maggior parte degli Stati, tuttavia, è molto semplice registrarsi e in alcuni si può farlo anche il giorno stesso in cui ci si reca alle urne. I dati sugli elettori registrati nel 2024 Secondo quanto riportato dal sito di informazione americano USA Facts, a settembre 2024 erano iscritti alle liste elettorali 186,5 milioni di americani, circa l’80% sul totale dei cittadini di età superiore ai 18 anni. Chi si registra può anche indicare un’affiliazione partitica: lo ha fatto poco meno della metà degli iscritti alle liste, tra i quali 45,1 milioni si dichiarano democratici e 36 milioni repubblicani. Per una serie di motivi, tuttavia, questi non danno particolari indicazioni su come potranno andare le elezioni di martedì prossimo. Innanzitutto, non tutti gli elettori registrati vanno poi effettivamente a votare e la partecipazione potrebbe essere più alta tra chi è affiliato a uno dei due partiti principali o a nessuno di questi. Oltretutto, non è detto che chi si registra come elettore di un partito poi andrà effettivamente a votarlo: l’affiliazione non include alcun tipo di obbligo elettorale, ma è solo uno strumento statistico e permette ai partiti di poter comunicare con i loro potenziali elettori. I non affiliati, inoltre, sono tantissimi - più della metà sul totale degli elettori registrati, come abbiamo visto - e da soli possono decidere l’elezione. Infine, alcune regioni degli Stati Uniti tendono fortemente verso un partito specifico e se queste hanno una popolazione più ampia o un elettorato più motivato degli altri, possono pesare maggiormente sulle statistiche relative all’affiliazione partitica a livello nazionale. In California ad esempio, uno Stato di quasi 40 milioni di abitanti dove i democratici sono da decenni il partito dominante, gli affiliati al Partito democratico sono il 46% dei registrati, mentre i repubblicani si fermano al 25%. Il fatto che su base nazionale vi siano più democratici registrati rispetto a quanti sono i repubblicani può suggerire una tendenza generale , ma si tratta solo una tendenza, appunto, sovrastata da una serie di elementi troppo influenti per renderla determinante. Un'indicazione più utile può essere quella relativa agli Stati chiave dove si decideranno le presidenziali del 5 novembre. In Pennsylvania - lo Stato più decisivo di tutti e quello dove i repubblicani stanno concentrando i loro sforzi per far registrare più elettori possibile - a settembre il 44,5% degli elettori registrati era affiliato al Partito Democratico e il 40,2% a quello Repubblicano. In Carolina del Nord, gli iscritti alle liste elettorali che si dichiarano democratici erano il 32,3%, i repubblicani il 30%. In Arizona il 29,1% era affiliato al Partito Democratico e il 35,4% al Partito Repubblicano. Dati completi relativi agli altri quattro Stati chiave non sono disponibili. Da segnalare infine come in Nevada e in Carolina del Nord i non affiliati ammontino rispettivamente al 39% e al 37% degli elettori registrati, mentre in Arizona il 35% sia affiliato a un partito terzo .