Elezioni Usa 2024, niente annunci sponsorizzati: lo stop di Meta

Le ultime due elezioni americane, quella del 2016 e del 2020, non sono state proprio delle passeggiate di salute per le piattaforme: prima lo scandalo di Cambridge Analytica e poi il vortice delle teorie complottiste che dalla rete sono sfociate nell’assalto a Capitol Hill, hanno indotto i social network, da sempre attenti al profitto ma anche alla reputazione, a essere molto più cauti e attenti. Le contromisure adottate sono diverse e quelle prese sono state pubblicizzate già da tempo. Tra queste, c’è il divieto annunciato da Meta per tutte le nuove sponsorizzazioni dei post che promuovono contenuti politici ed elettorali e le restrizioni per quelli già pubblicati. Il divieto scocca alla mezzanotte di oggi, 29 ottobre, e resterà in vigore fino a martedì 5 novembre, giorno del voto. Una settimana di stop, come del resto era stato già fatto nella campagna del 2020, che ha come obiettivo dichiarato quello di evitare che negli “ultimi giorni di un'elezione potrebbe non esserci abbastanza tempo per contestare e contrastare le nuove affermazioni contenute negli annunci”. In questo modo, mettendo le mani avanti, dalle parti di Menlo Park si cerca di prevenire possibili accuse di aver contribuito alla disinformazione o misinformazione a ridosso della fase più acuta della polarizzazione elettorale e, al contempo, di aver messo in cassaforte la percezione di essere un’azienda neutrale, ma che non sfugge alle responsabilità sociali. In alcuni casi, come ha scelto di fare Bytedance proprietaria di TikTok, sia negli Stati Uniti che in Europa ha vietato a prescindere gli annunci a tema politico – elettorale. Insomma, come si dice in questi casi, Meta bloccando tutte le nuove sponsorizzazioni in vista del Super Tuesday, prende i due classici piccioni con una sola fava. Ma, oltre al divieto è interessante anche capire in dettaglio come funzionano le restrizioni per gli staff di Kamala Harris e Donald Trump, in particolare per la candidata democratica che ha investito fino a oggi oltre 60 milioni di dollari, rispetto agli 11 spesi da quello repubblicano. Dal 30 ottobre in avanti, per i post già pubblicati e sponsorizzati sarà possibile solo modificare l'importo della sponsorizzazione, quello del budget e la data di fine programmata. È possibile, altrettanto, mettere in pausa o riattivare gli annunci già partiti prima del 29 ottobre, a condizione però che questi abbiano ottenuto almeno un'impressione prima dell’inizio del divieto, mentre non sono più consentite altri tipi di modifiche tra le quali il cambio della creatività, la scelta della piattaforma, Facebook o Instagram, in cui il post è stato pubblicato e, infine, anche il targeting, quindi la profilazione dell’utente per età, residenza, sesso e interessi. Un pacchetto di limitazioni che tutto sommato gli staff conoscevano già da un anno, in quanto fu annunciato da Nick Clegg sul blog di Facebook lo scorso 28 novembre del 2023 in vista di questo anno globale di elezioni, e che non ha colto di sorpresa nessuno e che assai probabilmente non inciderà più di tanto sulla crescita della polarizzazione. Sullo stesso blog, infatti, era stato anche consigliato di pubblicare i post sponsorizzati entro martedì 22 ottobre, per evitare che la fase di validazione e di interazioni possa sforare nell’inizio del divieto.