Il genere è diventato un'ampia frattura nelle elezioni Usa, ma non è l'unica

Nella copertura delle elezioni statunitensi abbiamo spesso parlato di “fratture”, concentrandoci principalmente su quella tra aree urbane e rurali. Negli ultimi anni è emersa tuttavia un’altra frattura altrettanto cruciale, che potrebbe influire in maniera decisiva sulle elezioni del 5 novembre: quella tra uomini e donne. Stando ai sondaggi, alle elezioni presidenziali il divario di genere è passato da sette punti percentuali nel 2004 e nel 2008 a 10 punti nel 2012, a 11 punti nel 2016 e 12 punti nel 2020. Un sondaggio condotto il mese scorso dal New York Times e il Siena College tra gli elettori della Pennsylvania, lo Stato chiave più decisivo, ha rilevato che il 55% delle donne preferisce Harris e il 41% Trump, mentre tra gli uomini il 52% preferisce Trump e il 39% Harris. Come abbiamo visto qualche settimana fa, tra i giovani, il gap è ancora più marcato. La candidatura di Kamala Harris è uno dei motivi per cui il divario di genere si sta ulteriormente ampliando, ma non è l’unico. Secondo il New York Times, gli attacchi di Donald Trump e il suo vice J.D. Vance - colui che ha definito le donne americane senza figli “gattare”, si è espresso in favore dei ruoli di genere tradizionali ed è dichiaratamente anti-femminista - alle donne starebbero giocando un ruolo decisivo nell’allontanare l’elettorato femminile. Ma il tema più determinante è quello della protezione del diritto all’aborto che, dopo la sua abolizione a livello federale da parte della Corte Suprema nel giugno 2022, è diventato una priorità per l’elettorato americano, soprattutto quello femminile. Trump rimane spesso vago a riguardo, ma Vance si è più volte dichiarato apertamente contrario all'aborto anche in caso di stupro e incesto ed è a favore di un divieto a livello federale. I repubblicani starebbero adottando questa strategia per raccogliere consensi tra gli uomini che si sentono lasciati indietro a causa degli avanzamenti delle donne nella società americana. Un sondaggio pubblicato a giugno dal Pew Research Center ha rilevato come il 40% dei sostenitori di Trump uomini di età compresa tra i 18 e i 49 anni ritenga che i progressi delle donne siano avvenuti a discapito degli uomini, contro il 17% che pensa lo stesso tra tutti gli intervistati. A questo punto, però, il divario di genere si interseca con un’altra frattura: quella di classe. Il motivo per cui molti uomini si sentono abbandonati è in realtà attribuibile al declino economico di alcune zone rurali del Paese, soprattutto tra la classe operaia bianca meno istruita. A causa della deindustrializzazione, questo segmento demografico ha effettivamente visto il proprio reddito e la propria salute declinare negli ultimi anni, al contrario delle persone con un alto livello di istruzione e quelle non-bianche. Ma questo a prescindere dal genere, e infatti lo stesso New York Times ammette che secondo quanto rilevato dai sondaggi la frattura etnica e quella di classe sono ancora più ampie rispetto a quella di genere. La campagna elettorale di Harris sta faticando a raggiungere questo gruppo di elettori, ma nonostante ciò, anche le donne con un basso livello di istruzione sono in maggioranza a favore dell’aborto. Tuttavia, il quotidiano newyorchese sostiene che “alla fine potrebbero votare Trump a causa dei temi economici - la loro principale preoccupazione - e della loro identità di classe, come hanno fatto fino ad ora”. Esiste tuttavia un altro gruppo che si è rivelato decisivo nelle passate elezioni e potrebbe esserlo di nuovo, ovvero le donne con un alto livello di istruzione che vivono nelle periferie delle città. Queste sono particolarmente sensibili alle posizioni misogine dei repubblicani e al diritto all’aborto e sono una delle cause per cui Biden riuscì a vincere le elezioni nel 2020. Anche quest’anno, l’esito delle elezioni si giocherà proprio su questi equilibri, e sull’intersecarsi delle fratture di genere, di classe ed etniche.