Il denaro delle Big Oil che finanzia lo sport in tutto il mondo. Il report

I combustibili fossili sono la principale causa del cambiamento climatico: la combustione di petrolio, gas e carbone contribuisce al 75% delle emissioni di gas serra e al 90% di quelle di carbonio. Da anni, le grandi aziende petrolifere conoscono il loro impatto sul pianeta e si impegnano mascherarlo in vari modi. Uno di questi sono gli accordi di sponsorizzazione nel settore dello sport, che permettono alle organizzazioni di normalizzare le loro attività agli occhi dei tifosi. Secondo il report "Dirty Money - How Fossil Fuel Sponsors are Polluting Sport" del think tank New Weather Institute, in particolare, quattro delle principali compagnie petrolifere hanno speso o spenderanno almeno 5,6 miliardi di dollari per sponsorizzare diversi tipi di sport in tutto il mondo. Aziende petrolifere e sport mondiale In cima alla lista di aziende che spendono di più per sponsorizzare gli sport troviamo Saudi Aramco, una società petrolifera che, secondo il Climate Accountability Institute, è responsabile di oltre il 4% delle emissioni di gas serra dal 1965 al 2017. Di proprietà dell’Arabia Saudita, l’azienda è guidata dal presidente Yasir Al-Rumayyan, che oltre a essere stato selezionato personalmente per il ruolo dal principe ereditario Mohammed bin Salman, è anche a capo della federazione nazionale del golf e della squadra di calcio inglese Newcastle United. Nel 2023, l'Arabia Saudita è stata confermata come paese ospitante dei Mondiali di calcio 2034 mentre quest’anno è diventata "Major Worldwide Partner" della FIFA con un accordo da circa 100 milioni di dollari annui fino al 2027. L'azienda ha anche stretto accordi di sponsorizzazione a lungo termine con la Formula 1 nel 2020 e una partnership strategica con Aston Martin Racing. Fondata da Jim Ratcliffe, l’uomo più ricco del Regno Unito, e da altri due singoli azionisti, Ineos è la seconda azienda a investire di più in sponsorship sportive, concentrandosi soprattutto su automobilismo, ciclismo, calcio, vela, rugby e hockey sul ghiaccio. In particolare, la multinazionale petrolchimica ha stipulato un accordo con la nazoinale di rugby neozelandese All Blacks, ha investito 128 milioni di dollari nel 2020 nella squadra di Formula 1 della Mercedes e almeno 461 milioni di dollari nella sua squadra di ciclismo professionale INEOS Grenadiers. Nel mondo del calcio, Ines ha firmato un accordo con la squadra britannica Tottenham Hotspur e ha acquistato con successo una quota del 27,7% del Manchester United, per un valore stimato di 1,6 miliardi di dollari. Secondo il think tank Carbon Majors, TotalEnergies è la diciannovesima azienda ad aver prodotto più emissioni tra 1934 al 2022. Non solo: la società è responsabile di progetti che hanno danneggiato le comunità locali in Uganda e Tanzania e fa anche parte di alcune associazioni industriali che si oppongono alle normative sul clima. Nel mondo dello sport, l’azienda ha sponsorizzato la Coppa del Mondo di Rugby 2023 e ha investito anche nel ciclismo attraverso una partnership di otto anni con il Team TotalEnergies, una delle principali squadre francesi. L'azienda mira anche ad aumentare la sua visibilità in Asia tramite una collaborazione con la Federazione Mondiale di Badminton , sponsorizzando i Campionati Mondiali BWF e altre importanti competizioni di badminton. Al quarto e ultimo posto per quantità di denaro investito in sponsorizzazioni sportive troviamo Shell, una delle compagnie petrolifere più inquinanti al mondo . Nonostante fosse a conoscenza degli effetti negativi del riscaldamento globale già dal 1988, l'azienda non ha diffuso la notizia, sostenendo inoltre che l’onere principale di affrontare il cambiamento climatico spettasse ai governi e ai consumatori. Shell ha una partnership di lunga data con la Ferrari in Formula 1 e collabora con team di Formula E sulle tecnologie elettriche. Negli Stati Uniti sponsorizza varie squadre di calcio, football americano e basket, oltre a eventi di e-sports I 5,6 miliardi in sponsorizzazioni sportive da parte di queste quattro aziende petrolifere sono però solo la punta dell’iceberg. Secondo il New Weather Institute, infatti, è difficile calcolare con esattezza l’importo, la durata e le condizioni degli accordi stipulati. Allo stesso tempo, come scrivono nel report, le informazioni disponibili non “riescono a catturare l'intera gamma di donazioni, pagamenti e scambi di favori che possono derivare dal soft power accumulato attraverso questi accordi”. Infine, gli autori del documento sottolineano che, nonostante il grande numero di investimenti, le conseguenze dell’inquinamento generato da queste società stanno già danneggiando lo sport stesso: dalla salute degli atleti, messa alla prova dall’aumento delle temperature, alla tenuta degli impianti sportivi di fronte a eventi climatici devastanti e improvvisi.

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