Lo sguardo sempre più largo del Premio Nobel per la pace

Il Premio Nobel per la pace nel 2024 resta in Asia. Dopo la vittoria nel 2023 dell’attivista iraniana Narges Mohammadi, quest’anno l’ambito riconoscimento è stato assegnato all’organizzazione giapponese Nihon Hidankyo per il suo impegno contro le armi nucleari. Si tratta del secondo Nobel per la pace per il Giappone. Non è un esercizio così semplice contare il numero esatto di Premi Nobel per la pace vinti dai diversi Paesi, poiché entrano in gioco vari fattori come le assegnazioni a organizzazioni nazionali e internazionali, le doppie nazionalità e gli stati dissolti. Ma comunque si effettui il conteggio, gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Francia sono le nazioni più premiate, insieme alla Svizzera se si considerano le sedi delle organizzazioni internazionali. Per molti decenni il Premio Nobel per la pace è stato assegnato a persone o organizzazioni provenienti da una fetta di mondo strettissima: l’Europa e gli Stati Uniti. Basti pensare che dal 1901 sono stati necessari 35 anni per vedere il primo vincitore sudamericano , mentre il primo africano è arrivato nel 1960 , il primo asiatico nel 1973 . Gli Stati Uniti hanno collezionato una ventina di premi, un primato che dipende anche dal ruolo che storicamente hanno avuto nel mondo. Anche per questo, ben quattro presidenti ed ex presidenti americani hanno ricevuto il Nobel per la pace: Theodore Roosevelt, Thomas Woodrow Wilson, Jimmy Carter e Barack Obama. Proprio Obama è stato l’ultimo statunitense a ricevere il riconoscimento nel 2009, anche se la giornalista filippina naturalizzata statunitense Maria Ressa l’ha vinto nel 2021 per il suo lavoro in difesa della libertà di espressione nelle Filippine. Il fatto che da quindici anni gli Stati Uniti siano praticamente assenti dalla lista dei vincitori del Premio Nobel per la pace è uno dei segnali di come siano cambiati i criteri di valutazione adottati dal Comitato per il Nobel norvegese negli ultimi anni - e probabilmente anche di come è mutato il contesto dei conflitti internazionali. Molti stati storicamente protagonisti, ultimamente non compaiono più nella lista dei premiati. Nel 2012 il premio venne assegnato all’Unione Europea, ma da quel momento in poi, in tredici anni, nessun’altra persona o organizzazione dell’Ue è stata premiata. Per trovare un vincitore proveniente dal Regno Unito occorre tornare indietro al 1998, mentre per trovare un francese al 1974. Negli ultimi venti anni sono invece aumentati i premiati provenienti da aree del mondo storicamente meno considerate, come l’Africa e dell’Asia . In molti casi si tratta di riconoscimenti che premiano l’impegno su conflitti o negazioni dei diritti umani in Paesi che fino a quel momento non erano mai stati presi in considerazione come vincitori, come ad esempio le premiazioni di Kailash Satyarthi e Malala Yousafzai per la difesa dell’accesso alla scuola nei propri Paesi, dell’ex Presidente colombiano Juan Manuel Santos per gli sforzi volti a risolvere la guerra civile, o dell’ex primo ministro etiope Abiy Ahmed Ali, impegnato nella risoluzione del conflitto con l’Eritrea. Non è un caso che più della metà delle persone insignite del Premio Nobel per la pace dal 2005 a oggi siano le prime del proprio Paese a riceverlo.