Quante sono le persone senza dimora in Europa? Calcolarlo non è così facile

Da anni, trovare una soluzione al fenomeno delle persone senza fissa dimora è una delle priorità delle istituzioni europee. Continuerà a esserlo anche nei prossimi cinque anni, come confermano le misure proposte dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che includono un investimento di oltre 86 miliardi di euro destinato a finanziare progetti per i gruppi vulnerabili e migliorare l'efficienza energetica degli edifici, una riforma delle norme sugli aiuti di Stato per consentire investimenti più liberi nell'edilizia abitativa e la creazione di un sistema di monitoraggio e valutazione delle politiche abitative per garantire la trasparenza e l'efficacia delle misure adottate. Se confermato dal Parlamento europeo quest’anno, il danese Dan Jørgensen sarà inoltre il primo Commissario europeo con una delega specifica alle politiche abitative, oltre che all’energia. Un piano ambizioso, che però dovrà fare i conti con la realtà dei singoli Paesi europei, dove non sempre esistono strategie nazionali o locali di contrasto all’esclusione abitativa e dove persino raccogliere dati omogenei sulle persone senza fissa dimora resta un problema. 1,2 milioni? Raccogliere dati sulle persone senza fissa dimora in Europa è un compito complesso a causa di diversi fattori, tra cui la mancanza di metodi e processi condivisi tra i diversi Paesi. Esistono due principali metodologie: i conteggi "point in-time", che offrono un'istantanea dell'esclusione abitativa in un momento specifico, che può essere una notte, una settimana o qualche mese, e i dati di flusso, che forniscono informazioni medie su un periodo prolungato, come ad esempio un anno. La stessa definizione di “persona senza dimora” varia da Paese a Paese: possono essere prese in considerazione le persone che vivono all’aperto, quelle che vivono nei rifugi, in edifici occupati o abbandonati, a casa di amici o familiari o in alloggi di emergenza. Infine, gli ultimi dati disponibili possono essere più o meno recenti: quelli raccolti dalla Polonia, ad esempio, risalgono al 2019, mentre Ungheria, Irlanda, Paesi Bassi e Svezia dispongono di dati aggiornati al 2023. A partire dai dati nazionali raccolti nel report IX Overview of Housing Exclusion in Europe è possibile quindi ricostruire una mappa, anche se molto approssimativa, dell’esclusione abitativa in Europa. Come viene segnalato nel report, infatti, in alcuni Paesi la concentrazione elevata di persone senza dimora potrebbe essere dovuta “in gran parte ai mezzi impiegati dai Paesi per contare efficacemente la popolazione senzatetto. Al contrario, in alcuni Paesi che segnalano un basso numero di persone senza dimora, il problema probabilmente non riceve un’importanza adeguata ed è quindi ampiamente sottovalutato”. Tenendo in considerazione queste specificità, gli autori del report hanno provato a stimare il numero complessivo delle persone senza dimora in Europa partendo da una raccolta dati puntuale svolta in 11 Paesi, secondo la quale i casi di homelessness sono 737.198. Questo dato è stato poi confrontato con la somma della popolazione degli 11 Paesi presi in esame ottenendo un tasso medio di persone senza dimora sulla popolazione totale dello 0,25%.Il tasso è stato poi applicato all’intera popolazione europea per determinare la stima finale di 1.286.691 persone senza dimora in Europa. 9 Paesi senza strategia Negli ultimi anni, molti Stati membri dell'Unione Europea hanno sviluppato e rafforzato strategie nazionali per affrontare il fenomeno delle persone senza fissa dimora, con 16 Paesi, tra cui l’Italia, che dichiarano di avere piani attivi a livello nazionale. Austria ed Estonia, invece, hanno preferito implementare politiche coordinate a livello regionale, mentre nel Regno Unito ogni nazione ha la propria strategia su come gestire l'esclusione abitativa. Al contrario, nove paesi, tra cui Cipro, Malta e Bulgaria, non dispongono di strategie specifiche né a livello nazionale né locale per affrontare questa problematica. Come per il conteggio delle persone senza dimora su scala europea, anche le strategie esistenti variano notevolmente in termini di contenuto e obiettivi, evidenziando la necessità di un approccio più uniforme e coordinato a livello europeo.