Parigi e Roma litigano su Emily in Paris, cosa c’è in gioco?

“Emily in Paris a Roma non ha senso”, “doesn’t make sense”, secondo Emmanuel Macron. Il Presidente francese ne ha parlato in un’intervista con il magazine americano Variety il 9 ottobre, aprendo un nuovo “caso diplomatico” - si fa per dire - tra Parigi e Roma. ma quello che sembra un inconsueto “dissing” politico su un tema di costume nasconde un ben motivato interesse economico che esprimono entrambe le capitali ad accogliere la prossima stagione della popolare serie americana, che si è rivelata più potente di una qualsiasi campagna pubblicitaria turistica. Perché Emily in Paris non è “solo una serie” Facciamo un breve recap per chi si è perso qualche puntata. Emily in Paris è una serie di Netflix che racconta la vita di un’esperta di marketing americana che si trasferisce per lavoro a Parigi. Oltre a raccontare la vita dei protagonisti, ogni episodio racconta la cultura francese e i luoghi iconici della capitale. Con un graduale incremento, di stagione in stagione, dei riferimenti più o meno espliciti a marchi francesi, inseriti nella trama in formato di product placement, spesso in modo fin troppo evidente. Questo per dire che Emily in Paris non è soltanto una serie trasmessa in 190 Paesi e che ha registrato ottimi ascolti, ma anche e soprattutto per questo un prodotto pubblicitario in sé, che funge da spot promozionale per il Paese che la ospita. Da qui la frase di Macron nella già citata intervista: “Emily in Paris è super positiva in termini dell’attrattività della Francia. Per quanto mi riguarda è un’ottima iniziativa”. Il botta e risposta tra Macron e Gualtieri Ma quindi cosa c’entra Roma? Nella quarta stagione della serie, uscita a cavallo tra l’estate e l’inizio dell’autunno 2024, la protagonista Emily si trova a passare qualche episodio nella nostra capitale e ci si trova talmente bene da ” . I toni, da entrambe le parti, sono semiseri. lo stesso macron ne ha parlato con leggerezza e non un contesto disteso, commentando i cameo di sua moglie Brigitte nella quarta stagione della serie. ma il fatto che i due politici si interessino al tema non è casuale: come già detto Emily in Paris è uno spot pubblicitario dalla portata globale. Il soft power di Emily in Paris Quali sono stati quindi gli effetti della serie sull’economia parigina e francese? Secondo uno studio del 2024 realizzato dal Centro nazionale francese per il Cinema il 38% dei turisti stranieri cita la serie tra le ragioni per visitare Parigi. Non solo: le ricerche di stranieri per l’affitto di un immobile in città sarebbero aumentate del 1416%. Certo, l’effetto non è dovuto soltanto alla serie ma le location delle riprese legate a Emily in Paris sono tra quelle più visitate e i tour a tema per scoprire i luoghi iconici della serie - a cominciare dalla piazzetta de l’Estrapade dove si trovano la casa e il ristorante - si sono moltiplicati. Un altro dato interessante emerso dal report del CNC: quasi la metà dei turisti stranieri a Parigi ha guardato almeno parte della serie. L’effetto di innamoramento più ampio è stato osservato tra gli americani. Secondo un sondaggio Ifop realizzato per il magazine di viaggi Bonjour New York ben il 47% dei cittadini statunitensi afferma di avere una miglior visione della Francia dopo aver guardato la serie e di voler preparare o un viaggio o addirittura un breve trasferimento nella capitale. Il product placement Ma i vantaggi non sono soltanto turistici. Nella terza stagione di Emily Paris sono ben 250 i brand in qualche modo pubblicizzati. Si può dire che i creatori della serie sono cintura nera di product placement. E ai tempi dei social e delle influencer di moda questo vale ancora di più, soprattutto dato che buona parte dei brand ha a che fare con il mondo della moda e del lusso francese. Secondo uno studio della società Taboola, per esempio, le ricerche online per prodotti Louis Vuitton sono aumentate del 206% dopo che in un episodio a Emily è stato fatto indossare un completo di gonna e borsa del marchio. Simile dinamica per Chanel , Carel , Dior… Un effetto volano dal valore complessivo di 96 milioni di dollari a poche settimane dall’uscita della seconda stagione, secondo un’indagine realizzata all’epoca dal sito specializzato Launchmetrics. Tutte le strade portano a Roma? Si capisce insomma perché Roberto Gualtieri avrebbe interesse a far rimanere Emily in Italia. In un momento in cui la capitale si prepara a rifarsi il trucco per il giubileo sarebbe tutta pubblicità guadagnata. Un’opportunità per attrarre visitatori da tutto il mondo - almeno quello “connesso” - e spingere le vendite di alcuni marchi Made in Italy, come già la quarta stagione ha iniziato a fare ammiccando ad alcuni brand del caffè e della moda. Potenziale da esplorare? Sicuramente Roma ci conta.