Vittoria sahrawi, la Corte di Giustizia dell'Ue boccia gli accordi di pesca con il Marocco

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea boccia gli accordi di pesca del 2019 tra Bruxelles e il Marocco perché non rispettano il diritto all’autodeterminazione del popolo sahrawi, il cui parere non è stato acquisito. Il 4 ottobre, i giudici hanno stabilito che gli accordi non possono entrare vigore perché l’Ue e il Marocco “hanno negoziato senza consultarsi sul tema con i rappresentanti del popolo saharawi”, che abita il territorio rivendicato dal Marocco . In particolare, la Corte del Lussemburgo ha contestato il fatto che l'accordo sulla pesca permetteva alle navi battenti bandiere di paesi europei di pescare nelle acque territoriali sahrawi, riconoscendo implicitamente che quella fetta di territorio fosse marocchino. Un passo falso, secondo i giudici per cui la regione non è di esclusiva pertinenza di Rabat. Ex colonia spagnola, il Sahara Occidentale è in larga parte occupato dalle truppe marocchine che hanno favorito insediamenti illegali di cittadini marocchini nella regione, costringendo i saharawi a riparare in campi profughi improvvisati. Il Fronte Polisario, movimento indipendentista del Sahara Occidentale, col sostegno dell’Algeria lotta dalla fine del colonialismo spagnolo, nel 1975, per ottenere la piena autodeterminazione. Il Marocco non intende rinunciare al controllo sulla regione, ricca di importanti risorse come i fosfati e considerata strategica per la proiezione che garantisce verso l’Africa centrale e sull’Atlantico. Uno status internazionale discusso Il riconoscimento internazionale del territorio è dibattuto. Gli Stati Uniti, per convincere il Marocco ad aderire agli Accordi di Abramo per la distensione con Israele hanno offerto, ai tempi di Donald Trump, come contropartita il loro riconoscimento unilaterale all’annessione del Sahara Occidentale. In Europa, Paesi di punta come Francia e Spagna, riconoscono la sovranità di Rabat sul Sahara Occidentale purché quest’ultima si impegni a realizzare le proposte di autonomia sul modello di quella che Paesi Baschi e Catalogna hanno rispetto a Madrid nel territorio, avanzate nel 2006. Quando Trump, nel 2020, ha accelerato sul riconoscimento, Rabat ha forzato per spingere i Paesi Europei a fare lo stesso. Irene Fernandez-Molina dell’Università di Exeter ha scritto su Ispi che nei rapporti del Marocco con i Paesi europei nel biennio 2021-2022 sono sorte “crisi diplomatiche bilaterali senza precedenti nel tentativo di spingerli a seguire la nuova posizione degli Stati Uniti”. Le richieste del popolo sahrawi La Repubblica Araba Democratica dei Saharawi controlla la parte più orientale del territorio e, governata dal Fronte Polisario, chiede da tempo un referendum per l'autodeterminazione del Sahara Occidentale. 46 nazioni dell’Africa, del Medio Oriente e dell’America Latina riconoscono la Repubblica come legittima titolare della sovranità sull’area, mentre le Nazioni Unite considerano l’ex colonia spagnola un "territorio non autonomo". L’Onu, formalmente, non assegna al Marocco la sovranità e riconosce il Sahara Occidentale, in cui dal 1991 è attiva una missione di peacekeeping , come soggetto alle leggi di occupazione militare. La sentenza definitiva della Corte – considerata una vittoria senza precedenti per il popolo sahrawi - arriva dopo che la Commissione e il Consiglio Europeo avevano presentato ricorso nel 2021 contro un precedente pronunciamento che aveva già dato ragione al Fronte Polisario, che aveva portato il caso davanti alla giustizia europea. I rapporti tra Bruxelles e Rabat, dunque, resteranno profondamente condizionati dalla spinosa questione del Sahara Occidentale e per l’Ue, che vede nel Marocco un partner strategico su diversi dossier, dalla partita migratoria alla proiezione nella critica regione del Sahel passando per i commerci marittimi e la logistica, ignorare il problema o cercare di bypassarlo sarà impossibile.