Usa, dove si sono stabiliti i nuovi immigrati?

Come mostra un sondaggio del Pew Research Center, l’immigrazione è uno dei temi che più sta a cuore agli elettori americani in questa campagna elettorale: il 61% di loro la ritiene una questione molto importante, dietro solo all’economia e alla sanità e quasi alla pari delle nomine alla corte suprema e della politica estera . Questa percentuale arriva però all’82% nel caso degli elettori repubblicani - che lo considerano il secondo problema più importante dopo l'economia - e al 39% tra i democratici. La differenza di 43 punti percentuali tra i due elettorati dimostra come il tema sia anche uno dei più divisivi, secondo solo al cambiamento climatico . L'immigrazione al centro dell'agenda politica Non sorprende dunque che Donald Trump stia ponendo proprio l’immigrazione al centro della sua campagna elettorale, al fine di mobilitare i suoi elettori e tentare di conquistarne di nuovi. Al tempo stesso, in qualità di attuale vicepresidente, Kamala Harris deve fare fronte alle critiche rivolte all’operato dell’amministrazione Biden, accusata di aver mal gestito i confini e aver permesso l’entrata di oltre 6,5 milioni di migranti irregolari dal 2020 a oggi. Ma come sostiene Bloomberg News: “Spesso nei dibattiti politici si perde il chiaro resoconto di quale forma abbia assunto la recente ondata di immigrazione - e quali indizi offra sull’economia statunitense, inclusa la necessità di manodopera e risorse delle città negli Stati in bilico che sono destinati ad avere un impatto enorme sulle prossime elezioni”. Dove vivono i richiedenti asilo? Il giornale statunitense ha dunque deciso di analizzare i dati dei tribunali per l’immigrazione ottenuti dall’Università di Syracuse che mostrano dove si sono stabiliti gli 1,8 milioni di richiedenti asilo arrivati negli Stati Uniti nel 2023. La maggior parte di questi nuovi immigrati oggi risiede in contee che nel 2020 avevano votato per Biden. Nel caso dei sette Stati chiave i dati indicano che circa il 72% dei nuovi immigrati vive in contee a maggioranza democratica e meno di un terzo in contee a maggioranza repubblicana. Gli Stati chiave hanno accolto il 12% sul totale di tutti i migranti, che si sono stabiliti per lo più nelle grandi città come Philadelphia, Atlanta, Phoenix, Las Vegas, Charlotte e nelle loro periferie, tutte aree a maggioranza democratica. Alla ricerca di un Pil maggiore La stragrande maggioranza di loro, l’85%, si è stabilita in luoghi che tra il 2019 e il 2022 hanno visto una crescita del PIL, piuttosto che in zone a crescita zero o negativa. Non è una novità che i migranti in cerca di nuove opportunità preferiscano trasferirsi dove l’economia funziona. Solo il restante 15% si è trasferito in aree con un PIL uguale o inferiore a quello del 2019, che nel 2020 votarono in larga maggioranza per Trump e secondo Bloomberg avrebbero urgente bisogno di forza lavoro per arginare il declino economico e demografico. Il giornale americano fa notare come la politica spesso prevalga sugli interessi economici, rendendo in alcuni casi difficile organizzare una campagna elettorale efficace e contraddittorio il messaggio politico dei candidati presidenti.