Francia, il nuovo premier Barnier annuncia una tassa patrimoniale per i più ricchi

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Il primo ministro francese ha presentato le linee generali di indirizzo del suo esecutivo all'Assemblea nazionale. Per mantenere aperto il dialogo con la sinistra e la destra francesi, ha proposto, da una parte, una tassa alle aziende con profitti molto alti e correzioni alla riforma delle pensioni, dall'altra, una stretta alla politica migratoria

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In Francia arriva una tassa patrimoniale per i “super ricchi”. È il primo intervento del neo-nominato primo ministro Michel Barnier, che a un mese dal suo insediamento ha illustrato all'Assemblée national le linee di indirizzo del suo esecutivo, per far fronte al gigantesco debito pubblico francese. Sono previste anche correzioni alla contestata riforma delle pensioni - che ha generato malcontento e proteste contro Emmanuel Macron - oltre a una stretta sulla politica migratoria per mantenere aperto l'inedito dialogo con la destra francese e garantire stabilità al suo governo.

L'intervento di Barnier all'Assemblée national

La sinistra, specie i deputati della France Insoumise, hanno contestato l’ora e venti di intervento sventolando le tessere elettorali, per denunciare così il “tradimento” del voto di luglio. I centristi di Macron e la destra repubblicana, invece, hanno accolto l’intervento di Barnier, applaudendolo con moderazione.

 

Le misure annunciate: tasse ai più ricchi, correzioni sulle pensioni

Promesse una stretta alla spesa pubblica per restare nell’alveo delle disposizioni europee e far scendere il deficit francese al 5%, oltre a uno sforzo fiscale “mirato, limitato nel tempo e condiviso”, per le grandi aziende “che realizzano profitti importanti”. La nuova patrimoniale francese, quindi, consiste in un “contributo eccezionale” per i francesi più ricchi, che possa aiutare l’economia francese alleggerendo il peso del debito pubblico.

Anche la disponibilità a correggere la riforma delle pensioni rappresenta un’apertura a sinistra per Barnier. Pur “senza mettere in discussione l’equilibrio sostenibile del nostro sistema”, ha affermato, il governo è pronto a mettere mano al pensionamento progressivo e ai lavori logoranti. Annunciato anche l’anticipo dell’aumento del salario minimo del 2% a novembre, anziché a gennaio come previsto.

Stretta sulle politiche di immigrazione

Per non lasciare scontenta la destra francese, Barnier ha optato per una stretta sul tema migratorio. Ha ribadito la sua volontà di rafforzare le politiche di immigrazione e integrazione che non sono più controllate “in modo soddisfacente”, ha detto, e ha annunciato la proposta di rendere più lunga la detenzione amministrativa per chi soggiorna irregolarmente sul territorio francese.

Nessuno tocchi i diritti

Sul piano dei diritti, invece, ha detto che “non ci sarà alcuna messa in discussione” di quello sull’aborto – introdotto in Costituzione il 4 marzo scorso – e “nessuna messa in discussione della legge sul matrimonio per tutti”. Barnier ha menzionato infine la possibilità di “una riflessione e un’azione senza ideologia sul voto proporzionale”, auspicato dai MoDem di Marc Fesneau e dal Rassemblement National di Marine Le Pen. “I francesi non ci perdoneranno l'immobilismo – ha concluso Barnier nel suo intervento - prendiamoci cura della Repubblica, è fragile. Prendiamoci cura dell'Europa, è necessario". 

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