Il più progressista dei conservatori: chi è il nuovo premier giapponese Shigeru Ishiba

Il Giappone ha un nuovo primo ministro, ed è “il più progressista dei conservatori”. Così, ricorda Nikkei Asia, è definito in seno al Partito Liberaldemocratico e al governo a Tokyo Shigeru Ishiba, 67 anni, deputato alla Dieta imperiale di Tokyo dal 1986, eletto alla guida della formazione di destra conservatrice al posto del premier uscente Fumio Kishida. Ishiba al quinto tentativo è riuscito a conquistare la guida dell’Ldp, e sarà chiamato a guidare il Paese almeno fino al voto per il rinnovo del Parlamento nell’ottobre del 2025. Al ballottaggio per la guida del partito ha battuto la “Lady di Ferro” Sanae Takaichi, ministra per la Sicurezza Economica ed esponente della destra della formazione. A essere premiata dai vertici che hanno votato nell’elezione interna all’Ldp la sua posizione di figura dialogante con la società civile del Paese e, soprattutto, di voce fuori dal coro. In seno all’Ldp, che da settant’anni è la formazione egemone a Tokyo, Ishiba, parlamentare di lungo corso del partito e già in passato ministro della Difesa e dell’Agricoltura, ha spesso messo in discussione le decisioni dei leader nipponici del recente passato. Una voce critica nell'Ldp Ishiba di recente ha criticato apertamente la scelta di ripristinare l’uso dell’energia nucleare presa dall’Ldp e si è dichiarato apertamente favorevole a una proposta di legge che consenta anche alle donne della famiglia imperiale di ascendere al trono, in contrasto con il rigido tradizionalismo della tradizionale leadership della sua formazione. Inoltre, ha criticato le politiche di Kishida contestando il premier per non aver prestato attenzione alla crescita salariale dopo l’aumento dell’inflazione ed essersi opposto a una proposta di legge che consentirebbe alle donne sposate di mantenere i loro cognomi da nubile. La sua natura di voce critica, di outsider in un partito dove in genere vige una ferrea disciplina interna, è stata premiata in un contesto politico altamente complicato per l’Ldp, colpito nei mesi scorsi da uno dei maggiori scandali del Giappone democratico. Negli ultimi mesi è emerso che due correnti liberaldemocratiche avrebbero utilizzato i rimborsi elettorali al fine di condizionare le scelte politiche di esponenti di peso del partito o del parlamento. Le dimissioni di Kishida, ad agosto, sono state accelerate dal dilagare dello scandalo. Ora Ishiba dovrà risanare l’immagine del partito e, al contempo, riprendere la lotta all’inflazione e, in campo geopolitico, la tutela degli interessi securitari del Giappone nella regione indo-pacifica. Ishiba e la strategia giapponese nell'Indo-Pacifico Su quest’ultimo fronte, il nuovo leader nipponico ha una particolare attenzione, frutto della sua passata esperienza da Ministro della Difesa. Ishiba, che si definisce un “nerd militare” per la sua attenzione allo studio dei sistemi d’arma, spinge per un rafforzamento delle politiche di riarmo del Giappone. Inoltre, di fronte alle prospettive di un aumento della rivalità con la Cina, ha dichiarato durante la campagna elettorale per la leadership, di sostenere la costruzione di una “NATO dell’Estremo Oriente” assieme agli Stati Uniti. Ishiba si è detto apertamente favorevole, in linea con Kishida, a rafforzare la partnership militare e geopolitica con gli Usa, chiedendo però maggiore considerazione per Tokyo. Per il neo-leader, il Giappone dovrebbe aver diritto alla cogestione della base militare americana a Okinawa e avere più voce in capitolo sull’uso delle armi nucleari stanziate nel Paese da Washington. Richieste che sottolineano la volontà nipponica di rivedere politiche e strategie securitarie che riguardano un teatro di vitale importanza tanto per Washington quanto per Tokyo.