Per capire la politica americana bisogna guardare al Michigan

Tra i sette Stati chiave che decideranno le elezioni presidenziali del 6 novembre, il Michigan ha una particolarità: è uno dei più rappresentativi delle dinamiche elettorali che negli ultimi dieci anni hanno caratterizzato il Paese nel suo complesso. Per questo motivo, comprenderle può aiutare a capire cosa sta succedendo nella politica americana. Dopo aver rappresentato per vent’anni un solido feudo democratico, alle elezioni del 2016 il Michigan è stato lo Stato più in bilico di tutti, ovvero quello dove uno dei due candidati - in quel caso Trump - ha vinto con il margine minore: 0,23 punti percentuali. Per spiegare le ragioni dietro a un margine così risicato, il giornale americano Vox ha guardato a due fattori: il voto dei bianchi e quello dei neri. Il voto dei bianchi Una delle contee più popolose del Michigan, Macomb County - che comprende gran parte della periferia nord di Detroit - è popolata da circa l’85% di bianchi, gran parte di loro appartenenti alla classe operaia. Tra il 1996 e il 2012 questi hanno quasi sempre votato in maggioranza per il Partito Democratico, ma la deindustrializzazione e la crisi del settore dell’automobile, con la conseguente perdita di decine di migliaia di posti di lavoro, ha fatto risuonare il messaggio di Trump incentrato su politiche protezionistiche e sulla rivitalizzazione del settore manifatturiero. Per la prima volta in vent’anni, nel 2016 la Contea di Macomb votò a larga maggioranza per i repubblicani. Il voto dei neri La città di Detroit è invece composta per la stragrande maggioranza da neri e da vent’anni a questa parte quasi la totalità della sua popolazione vota per i democratici. Un fattore che, vista la grande popolazione della città, rendeva quasi impossibile ai repubblicani vincere l’intero Stato. Ma un’altra strategia di successo adottata da Trump nel 2016 è stata quella di convincere i neri a votare meno rispetto alle precedenti tornate elettorali, accusando i democratici di aver trascurato e non avere a cuore le loro questioni. La debolezza di Hillary Clinton - soprattutto se paragonata alla grande popolarità di Barack Obama - ha fatto il resto. Il ritorno alla vittoria dei democratici Nel 2020 il Michigan tornò a votare per i democratici e fu uno degli Stati decisivi per l’elezione di Biden. Secondo Vox, un fattore determinante per la vittoria del Partito democratico è stato il voto delle donne bianche, che alle elezioni del 2016 avevano riposto fiducia nelle proposte politiche di Trump. In particolare, le donne delle periferie più ricche ed istruite, che tradizionalmente votavano per i repubblicani, nei primi anni di governo Trump hanno iniziato a mobilitarsi per contrastare il presidente in carica, motivate dal caos della sua presidenza e dalle posizioni dei repubblicani sull’aborto. Proprio alle elezioni del 2020, il Michigan fu lo Stato che più si avvicinò ai risultati del voto popolare negli interi Stati Uniti. Le sue dinamiche elettorali, come ad esempio l’aumento dei consensi per i democratici tra le classi più ricche e istruite e quello dei repubblicani tra le più povere, o l’aborto come fattore determinante nel voto , si stanno radicando anche il resto del Paese. Per questo motivo, è importante guardare al Michigan per comprendere ciò che sta accadendo su larga scala nella politica statunitense.

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