Cittadinanza, quanti anni di residenza sono richiesti nel mondo? Mappa

Lo sprint - perché di sprint si può parlare - ha avuto successo. Con una mobilitazione straordinaria di 48 ore la proposta di referendum per dimezzare da 10 a 5 anni i tempi di residenza per richiedere la cittadinanza italiana ha raggiunto le 500mila firme necessarie per essere sottoposto al voto degli italiani. Come noto, il quesito proposto chiede di riportare la legge alla versione del 1992, quando fu modificata per raddoppiare i tempi necessari per avviare le pratiche di cittadinanza. In sostanza - se il referendum raggiungerà il quorum e se vinceranno i “sì” - una persona straniera residente nel nostro Paese continuativamente per 5 anni potrà avviare le pratiche per diventare cittadino italiano. Nel caso non si tratterà, come non si tratta oggi, di un automatismo. Resterebbero in vigore tutti gli altri requisiti necessari per l’approvazione della richiesta: dalla conoscenza della lingua, al reddito, passando per l’incensuratezza penale. Ma il tempo, quello sì, si dimezzerebbe. Il resto del mondo Se il referendum ottenesse il consenso della maggioranza degli italiani la tempistica prevista dalla legislazione tricolore diventerebbe analoga, solo per citare alcuni Paesi europei, a quella di Francia, Regno Unito, Svezia e Germania, che ha modificato la normativa nel 2024, riducendo da 8 a 5 gli anni di residenza. Allargando lo sguardo al resto del mondo, troviamo comunque una discreta varietà di approcci al tema. Anche Canada e Stati Uniti, per esempio, impongono una residenza di 5 anni per poter richiedere la cittadinanza, stesso orientamento per quanto riguarda la maggior parte dei Paesi asiatici. Tempistiche superiori - analoghe a quelle italiane attuali - caratterizzano in generale buona parte dell’Africa. Meno restrittive invece, almeno dal punto di vista dei tempi, appaiono le norme della maggior parte degli stati dell'America Latina dove sono previsti meno di cinque anni per poter avanzare una domanda di cittadinanza. Complessivamente, secondo i dati raccolti dal Global Citizenship Observatory aggiornati al 2022 nella maggioranza dei Paesi del globo presi in considerazione prevale una tempistica di 5 anni o inferiore: 86 su 191. Sono 77, pochi di meno e comunque un discreto numero, gli stati che richiedono tra 6 e 10 anni di residenza sul proprio territorio per la cittadinanza. Si fermano a 13 - tra questi anche l’India e la Nigeria - quelli in cui il tempo di residenza richiesto supera i 10 anni. La stagione referendaria Resta ora da vedere cosa succederà la prossima primavera quando si voterà questo e probabilmente altri referendum. Di certo il tema della cittadinanza si conferma uno dei più caldi nell’attuale dibattito politico. Il Partito democratico ha appena depositato una proposta di legge che definisce una versione di quelli che vengono generalmente chiamati ius soli e ius scholae. Nel primo caso, secondo la proposta Pd, un bambino nato in Italia da genitore straniero residente da almeno un anno sarebbe considerato italiano. Nel secondo caso, la cittadinanza spetterebbe anche a un bambino arrivato in Italia entro i 12 anni che abbia frequentato la scuola per 5 anni. Anche Forza Italia, il cui leader Antonio Tajani aveva rilanciato il tema a fine agosto, è quasi pronta con una sua proposta di ius scholae.