Nel Regno Unito nuvole grigie sulla conferenza del partito laburista

Nuvole grigie si addensano su Liverpool, mentre è in corso la conferenza annuale del partito laburista, la prima in quindici anni con la formazione di sinistra al governo. E sì: non stiamo parlando solo del meteo. Perché la prima cosa che si nota - in questo appuntamento che, con l’inizio dell’autunno, segna e racconta lo stato dell’arte di ogni partito, e la direzione che si vuole intraprendere - è che quel brio e sorta di eccitazione che si respirava un anno fa ha ora lasciato il passo a un senso di gravità e, a tratti, al nervosismo. In dodici mesi, il Labour Party è passato da una condizione di entusiasmante attesa da partito di opposizione dato per vincente alle elezioni, ad essere la realtà che ora dovrà mantenere le promesse fatte al Paese. E non è un cambio da poco. La giornata della cancelliera La giornata di oggi è quella di Rachel Reeves, primo cancelliere dello scacchiere donna. È il passaggio più delicato di tutta la Conferenza, perché è sicuramente lo stato dell’economia britannica quello che interessa più di ogni altra cosa non solo gli iscritti, ma la popolazione in generale, in vista del 30 ottobre, giorno in cui verrà illustrato il Budget: la manovra fiscale per l’anno che viene. All’appuntamento il Paese ci arriva con una crescita ferma, un deficit che continua a crescere, e un buco di 22 miliardi lasciato dal partito conservatore che il governo dice di aver scoperto solo una volta che ha potuto aprire i libri contabili . Il suo intervento è stato interrotto da un manifestante propalestinese che chiedeva che fosse sospeso il rifornimento di armamenti ad Israele, e si è concluso con la notizia che il sindacato degli infermieri ha respinto la proposta di innanzare i salari di un 5.5%: incremento giudicato troppo basso. Ricostruire il Paese Sia il premier, Keir Starmer, che la cancelliera hanno passato gli ultimi mesi a insistere su quanto questo partito laburista sia pro-business e orientato alla crescita. Anzi, sarebbe questa la priorità assoluta. Ma la narrativa non convince, anzi: preoccupa più di un esponente del partito. Il messaggio è infatti stato fin qui quello di dire: “si starà tutti peggio prima di stare meglio”. Risultato: i consensi sono in caduta. Oggi Reeves ha provato, almeno in parte, a presentare la situazione attuale in maniera un po’ più positiva, dicendo ai britannici che il partito laburista è alla guida per “ricostruire il Paese”. “Il mio ottimismo per la Gran Bretagna risplende come mai prima”, le sue parole, accennando al “premio con il quale la nazione sarà ripagata se verranno fatte le scelte giuste”. Ma per raggiungere la meritata ricompensa il primo passo sarà quello di garantire stabilità, “fondamenta cruciale sulle quali costruire le nostre ambizioni”. Misure impopolari Il suo discorso è rimasto però inevitabilmente general-generico, in attesa che i dettagli vengano spiegati il 30 ottobre. Un appuntamento che in molti attendono con terrore. In campagna elettorale il duo Starmer-Reeves aveva promesso di non penalizzare i lavoratori: questo vuol dire non aumentare le tasse che riguardano appunto il lavoro . Ma il buco da 22 miliardi va sanato. E le prime decisioni hanno già suscitato forti mal di pancia. A partire dall’aver cancellato la “winter fuel allowance”, un aiuto ai pensionati alle prese con bollette del riscaldamento sempre piuttosto care durante l’inverno. Un provvedimento che ha lasciato sconcertato più di un parlamentare laburista, perché giudicato non esattamente di sinistra e che rischia di far scivolare un’ulteriore percentuale d di anziani sotto la soglia di povertà. Oltretutto, si stima che questa decisione porterà nelle casse dello Stato al massimo un miliardo dei 22 che mancano all’appello. Sembra che Reeves abbia spiegato la mossa ai fedelissimi come “la necessità di fissare un certo tipo di narrativa”, per la quale sacrifici sono chiesti a tutti. E ora si attende di capire come verranno colpiti i ricchi. Tasse su banche e super ricchi In un articolo uscito giorni fa sul Financial Times veniva descritta la forte preoccupazione delle banche britanniche, che nell’ultimo anno ha registrato profitti record. Dall’associazione di settore è già arrivato forte l’invito a non “colpire la gallina dalle uova d’oro”, che contribuisce alla crescita e crea posti di lavoro. Così come molti multimilionari sono dati in fuga, se, come sembra, verranno confermate le intenzioni del governo di abolire il cosiddetto “non dom status”, una condizione di non residenza che ha permesso a molti super ricchi stranieri di lavorare e far crescere i propri affari nel Regno Unito mantenendo un livello più basso. In questa categoria era rientrata anche la moglie dell’ex primo ministro Rishi Sunak, figlia di un magnate indiano. Misure molto più in linea con ciò che si aspetta da un partito di impronta socialista, ma che mal si conciliano con le intenzioni della ministra di attrarre i finanziamenti esteri. Non a caso la giornata di oggi serve anche per rassicurare qualcosa come 500 amministratori delegati che hanno pagato 3mila sterline a testa per avere un incontro privato con la cancelliera. Regali ai ministri e sondaggi in calo In questo clima si inseriscono le polemiche crescenti per tutti i regali che i principali esponenti di partito hanno fin qui ricevuto dai donatori. Nulla di illegale, intendiamoci, ma l’ottica è pessima. Avere, ad esempio, un primo ministro che ha beneficiato di “freebies” per andare alle partite dell’Arsenal , o ai concerti di Taylor Swift, per comprare occhiali da vista per sé e abiti per la moglie, non è un bel vedere, mentre si chiede al Paese di stringere la cinghia. Starmer, come la sua vice Angela Rayner, Reeves e il ministro dell’Interno Yvette Cooper hanno fatto sapere che non accetteranno più regali “ora che sono al governo”. Intanto, però, il danno è fatto, anche perché il partito, anche rispetto alle dichiarazioni rilasciate ai media britannici, sembra andare in ordine sparso. E i sondaggi lo puniscono.

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