Ancora un attentato contro Trump: c'è una falla nella sicurezza del tycoon?

Il secondo tentativo di assassinio di Donald Trump rende nuovamente il Secret Service americano un osservato speciale. E sui metodi di supervisione e ingaggio delle minacce alla sicurezza delle figure che il Secret Service è chiamato a proteggere molti osservatori hanno sollevato diversi dubbi. Il primo attentato di luglio a Butler, Pennsylvania, aveva mostrato le falle operative di una sorveglianza che non aveva impedito a un uomo armato di avvicinarsi al comizio dell’ex presidente e fare fuoco contro di lui. Il secondo tentativo, sventato ieri al resort e campo da golf di Trump a West Palm Beach, ha mostrato la reattività di una scorta rafforzata ma destato nuovi dubbi per la facilità con cui un uomo ha potuto posizionare un fucile e un mirino a distanza entro il perimetro di una proprietà dell’ex presidente. A funzionare, in questo secondo caso, i controlli aggiuntivi sviluppati sul campo dopo l’attacco di Butler. L’attentatore è stato individuato da un membro della scorta del Secret Service che mentre Trump giocava a golf operava come vedetta, ispezionando l’area che si trovava un paio di buche oltre quelle in cui si trovava il candidato repubblicano. Più dubbi, invece, sul funzionamento dei dispositivi di controllo preventivi, dato che anche in Florida, come in Pennsylvania, il sospettato ha potuto avvicinarsi notevolmente a Trump. "Un agente del Secret Service dallo sguardo attento ha risparmiato agli Usa un disastro potenzialmente inaccettabile", ha scritto il Guardian. Domandandosi retoricamente: "Questa sicurezza è sufficiente?”. Una sicurezza insufficiente? L’idea che l’attuale livello di protezione dei candidati non sia sufficiente e che le risorse messe a disposizione dal Secret Service per tutelarli debbano essere potenziate è tornata oggetto di discussione dopo l’incidente di domenica. Lo sceriffo Ric Bradshaw della contea di Palm Beach, ha sottolineato che il protocollo di sicurezza di Trump, concordato dal Secret Service e dalle forze di polizia locali, è stato quello tradizionalmente adottato per le figure oggetto di protezione di rango inferiore al presidente. Trump, ha spiegato Bradshaw, "al livello in cui si trova adesso, non è il presidente in carica; se lo fosse, avremmo circondato l'intero campo da golf". Ad oggi "la sicurezza è limitata alle aree che il Secret Service ritiene possibili", ha aggiunto. Al contrario, secondo Michael Matranga, già membro della scorta di Barack Obama e a lungo componente del Secret Service, a questo punto e dopo due attentati a meno di tremi di distanza bisognerebbe “considerare seriamente di dare all'ex presidente Trump la stessa protezione o una protezione di livello simile a quella riservata al presidente e vicepresidente degli Stati Uniti". Per le elezioni non sarà un caso decisivo A spingere per un rafforzamento della sicurezza del candidato repubblicano sono anche diversi alleati di Trump come il senatore Lindsay Graham, che ha chiesto anche maggiori risorse per il Secret Service. Attorno a The Donald, come accaduto a luglio, il partito si è compattato. Lo Speaker della Camera dei Rappresentanti Mike Johnson ha scritto su X: "Nessun leader nella storia americana ha sopportato più attacchi ed è rimasto così forte e resiliente. È inarrestabile". Ora, la domanda che in molti si pongono è come e se l’accaduto influenzerà la campagna elettorale. Ma, come ricorda Politico, neanche il primo attentato, col senno di poi, si era rivelato decisivo per Trump nei sondaggi nonostante al dramma dell’omicidio sfiorato si fosse aggiunto l’elemento simbolico dell’immagine del candidato sanguinante che incitava la folla al grido di “Fight! Fight!”. Questo secondo tentativo, analogamente, con ogni probabilità non sarà determinante per l’esito finale della corsa all’ultimo voto tra Trump e Kamala Harris, che si gioca in pochi Stati dove a farla da padrone saranno altri temi di stampo economico, sociale, identitario. Resta il preoccupante dato di una violenza politica in aumento a cui gli Usa sono chiamati a dare risposta dopo i due inquietanti casi di Butler e West Palm Beach e una crescente polarizzazione interna a cui nessuno dei due maggiori partiti negli ultimi anni si è sottratto.

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