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Guerra Israele-Hamas, attacco scuola Gaza, Idf: Tre membri staff Unrwa erano di Hamas

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Dei nove miliziani di Hamas uccisi nell'attacco contro una scuola nella striscia di Gaza tre erano anche componenti dello staff dell'Unrwa. E' quanto riportano i media locali secondo i quali l'Idf ha identificato e redatto una lista dei nove militanti di Hamas morti in seguito all'attacco di ieri. Il Segretario generale dell'Onu Guterres ha deplorato la morte di sei membri del personale delle Nazioni Unite nello stesso attacco, denunciando "drammatiche violazioni del diritto umanitario internazionale"

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Idf: "Tre membri dello staff Unrwa erano miliziani di Hamas"

Dei nove miliziani di Hamas uccisi nell'attacco contro una scuola nella striscia di Gaza tre erano anche componenti dello staff dell'Unrwa. E' quanto riportano i media locali secondo i quali l'Idf ha identificato e redatto una lista dei nove militanti di Hamas morti in seguito all'attacco di ieri. 

Comandante unità d'intelligence israeliana annuncia le dimissioni

Il comandante dell'unità 8200 dell'esercito israeliano, il generale di brigata Yossi Sariel, ha informato i suoi superiori e subordinati della sua intenzione di dimettersi. Lo riferiscono i media israeliani. L' unità 8200 è la principale unità di intelligence delle comunicazioni dell' Idf ed è tra quelle che non sono riuscite a prevenire l'attacco di Hamas del sette ottobre. L'Idf ha dichiarato che Sariel sarà sostituito "nel prossimo periodo". 

Idf: "Tra gli operatori dell'Unrwa uccisi anche tre membri di Hamas

Le forze armate israeliane hanno rivendicato di aver compiuto "un attacco mirato contro terroristi che operavano dentro un compound che in precedenza serviva come scuola a Nuseirat" e hanno sostenuto che tra i terroristi di Hamas uccisi,ce ne sono tre che erano "simultaneamente anche dipendenti dell'Unrwa". L'Idf ha elencato i nove miliziani del gruppo armato palestinese di cui si è avuta finora conferma dell'eliminazione nel raid, tra cui ci sono Muhammad Adnan Abu Zayd, Yasser Ibrahim Abu Sharar e Ayad Matar, contemporaneamente anche operatori umanitari dell'agenzia Onu. L'esercito israeliano ha sottolineato di aver chiesto all'agenzia Onu le generalità dei suoi dipendenti uccisi ma di non aver ricevuto ancora risposta. 

Domani a Madrid riunione dei ministri degli Esteri Ue e arabi, focus su soluzione due Stati

Riunione domani a Madrid tra i ministri degli Esteri di diversi paesi musulmani ed europei per discutere su come implementare una soluzione a due stati per il conflitto israelo-palestinese. Lo hanno reso noto ii governi spagnolo e norvegese. A presenziare l'incontro sarà il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares. Tra i presenti anche l'Alto rappresentante della politica estera dell'Unione europea Josep Borrell e i membri del Gruppo di contatto arabo-islamico per Gaza.

Netanyahu smentisce un "nuovo consiglio di guerra"

L'ufficio del primo ministro israeliano ha negato le notizie divulgate dai media israeliani secondo cui Benyamin Netanyahu avrebbe istituito un nuovo consiglio di guerra per gestire le operazioni contro Hamas. "Non esiste un nuovo piccolo forum di sicurezza", ha dichiarato la segreteria del premier, sottolineando che Netanyahu tiene frequenti riunioni invitando di volta in volta ministri diversi a seconda delle loro responsabilità. Anche il ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir ha partecipato recentemente a queste consultazioni, ha detto l'ufficio del premier, citato dai media.

Tajani: "Bisogna allentare la tensione con l'Iran"

"Bisogna allentare la tensione con l'Iran e in tutta la regione" ed "impedire che ci sia un'escalation" di violenza. L'Italia sta lavorando "per scongiurare questo pericolo". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante il question time al Senato.

"Ora più che mai - ha proseguito Tajani - occorre sostenere gli sforzi di mediazione che gli Stati Uniti sanno compiendo insieme all'Egitto e al Qatar per il raggiungimento di un accordo tra le parti".

Borrell: "Abbiamo evitato il peggio nel sud del Libano"

"La guerra non è mai inevitabile, dipende dalla volontà di evitarla. Sì, abbiamo lavorato e, per il momento, la guerra totale annunciata nel sud del Libano con un'invasione non è avvenuta. Nonostante ciò, purtroppo la minaccia rimane. Ma noi, penso, abbiamo evitato il peggio". Lo ha dichiarato l'Alto rappresentante dell'Ue per la Politica estera, Josep Borrell, in una conferenza stampa insieme al ministro a interim per gli Affari esteri libanese Abdallah Bou Habib durante la sua visita in Libano. "La pace globale nella regione - ha aggiunto - significa che la sicurezza di Israele dipende dalla capacità del popolo palestinese di avere un futuro, basato sul proprio stato e sulla propria libertà. Significa che la pace al confine tra il Libano e Israele dipende anche dalla pace in Cisgiordania e a Gaza. La sicurezza della navigazione nel Mar Rosso dipende anche dal modo in cui si raggiungono la pace e la stabilità nel conflitto tra Israele e Palestina. Stiamo lavorando su tutti questi fronti, e certamente il risultato non è ottenuto al 100%. Ma non dobbiamo arrenderci". 

Tajani: "Su export armi ad Israele la posizione del governo è cauta"

"Sulla questione delle esportazioni di armi verso Israele, l'approccio del governo e' sempre stato improntato alla massima cautela. Dal 7 ottobre non sono state concesse nuove autorizzazioni e la sospensione prosegue tuttora. Una posizione cauta ed equilibrata, apprezzata anche dai principali organismi in materia. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani rispondendo al question time in Senato. 

Iran convoca gli ambasciatori di Gb, Francia, Olanda e Germania

Gli ambasciatori in Iran di Francia, Regno Unito, Olanda e Germania sono stati convocati separatamente presso il ministero degli Esteri di Teheran dopo che gli Usa e alcuni Paesi europei hanno accusato la Repubblica islamica di aver inviato missili balistici alla Russia per l'uso in Ucraina ed emesso sanzioni. Durante gli incontri, il direttore generale del dipartimento per l'Europa occidentale presso il ministero degli Esteri iraniano ha affermato che la Repubblica islamica darà una risposta appropriata all'approccio ostile dell'Occidente nei confronti della nazione iraniana, riferisce Mehr. Negli incontri con gli ambasciatori, il funzionario iraniano ha dichiarato che qualunque affermazione riguardante la vendita di missili balistici alla Russia da parte dell'Iran è completamente infondata e falsa. "Gli Usa e alcuni Paesi europei affermano di difendere la sicurezza e la pace mentre vendono armi mortali al regime sionista e dovrebbero essere ritenuti responsabili per le loro politiche sbagliate", ha aggiunto il direttore generale del dipartimento per l'Europa occidentale presso il ministero degli Esteri di Teheran parlando con i diplomatici. 

La Francia condanna attacco di Israele contro scuola a Gaza

La Francia condanna con "la massima fermezza l'attacco israeliano che l'11 settembre ha colputo la scuola Al-Jouni nel campo profughi di Nousseirat, provocando numerose vittime civili, tra cui diversi membri del personale delle Nazioni Unite": è quanto si legge in una nota diffusa dal ministero degli Esteri di Parigi. La Francia, prosegue la nota, "rinnova il suo appello per la liberazione di tutti gli ostaggi e, di fronte all'emergenza umanitaria a Gaza, per un cessate il fuoco immediato e duraturo per consentire la protezione delle popolazioni civili e un accesso massiccio e senza ostacoli all'assistenza umanitaria, in accordo con le disposizioni del Consiglio di Sicurezza, risoluzioni 2712 e 2720". "La Francia - conclude la nota diffusa dal Quai d'Orsay -  sottolinea l'imperativo di garantire la protezione degli operatori umanitari e del personale delle Nazioni Unite". 

Israele: "Risuonano gli allarmi missilistici nel nord del Paese"

Erdogan-Sisi, dal gelo all'asse per Gaza

La Turchia e l'Egitto tornano alleati. Un'alleanza destinata a pesare nelle dinamiche del Mediterraneo e del Medio Oriente, rilanciata con vigore dopo 11 anni di gelo e polemiche, sanate da un processo di normalizzazione durato due anni che ha poi spianato la strada a un nuovo solido asse tra Ankara e il Cairo. Il via libera dell'Egitto è stato infatti cruciale per permettere il ritorno della Turchia in una riunione della Lega Araba, lo scorso martedì, prima volta in 13 anni. All'inizio di settembre il leader egiziano Abdelfettah Al Sisi e' stato accolto nella capitale turca Ankara dal presidente Recep Tayyip Erdogan. Sisi ha ricambiato la visita di Erdogan dello scorso Febbraio, primo incontro ufficiale tra due leader che non si erano praticamente mai parlati. La Turchia aveva infatti reciso i rapporti in seguito al colpo di Stato militare che aveva detronizzato i Fratelli Musulmani di Mohamed Morsi e portato Sisi al potere. A fine 2022 e 2023 Erdogan e Sisi avevano avuto due brevi incontri. Segnali di riavvicinamento che però non lasciavano presagire alla nascita di un asse vero e proprio in tempi tanto brevi. Il dialogo tra i due leader ha portato alla firma di 16 accordi, conferma che i rapporti tra i due Paesi svariano ora in numerosi ambiti: commerciale, industriale, culturale, sicurezza, energia e Difesa. Non solo l'obiettivo dei 15 miliardi di dollari di interscambio, i due leader hanno confermato di "essere sulla stessa linea" e lavorare "fianco a fianco" per Gaza, ma anche per la Libia.

L'Oms evacua quasi 100 pazienti da Gaza

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha dichiarato di aver evacuato quasi 100 persone, tra cui decine di bambini, da Gaza agli Emirati Arabi Uniti, chiedendo che vengano ripresi i trasferimenti medici regolari fuori dall'enclave. "Quella di ieri è stata la più grande evacuazione da Gaza dall'ottobre 2023", ha detto ai giornalisti Richard Peeperkorn, rappresentante dell'Oms per il territorio palestinese.

Idf: "15 razzi dal Libano colpiscono il nord di Israele"

L'esercito israeliano ha riferito che circa 15 razzi sono stati lanciati dal Libano verso il nord di Israele. Alcuni sono stati intercettati, mentre altri sono atterrati vicino alle comunità di Metzuba e Mitzpe Hila, innescando incendi. In risposta, i jet da combattimento israeliani hanno effettuato attacchi di rappresaglia su obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano.

Netanyahu convoca un nuovo consiglio di guerra

Il primo ministro Benyamin Netanyahu ha convocato per questa sera un nuovo consiglio di guerra non ufficiale, che include il ministro della Difesa Yoav Gallant, il ministro della Giustizia Yariv Levin, il ministro per gli Affari Strategici Ron Dermer, il ministro degli Esteri Israel Katz, il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich e il parlamentare Aryeh Deri. Lo riporta il Times of Israel. Il gabinetto di sicurezza  si riunirà a Tel Aviv domenica alle 20.30, secondo quanto riferisce un funzionario israeliano al Times of Israel. 

Gli Usa inviano aiuti all'Egitto senza condizioni sui diritti umani

Gli Stati Uniti invieranno all'Egitto l'intera dotazione da 1,3 miliardi di dollari di aiuti militari annuali senza imporre condizioni sui diritti umani. Lo riporta il New York Times sottolineando che è la prima volta che l'amministrazione Biden rilascia una simile esenzione all'Egitto. La decisione è un riconoscimento degli sforzi egiziani per raggiungere un cessate il fuoco a Gaza. Il Dipartimento di stato ha notificato la decisione al Congresso. Per l'amministrazioen Biden si tratta di un cambio di rotta: il presidente Biden aveva infatti più volte promesso che non avrebbe concesso assegni in bianco che avrebbero consentito le violazioni dei diritti umani da parte dell'Egitto. 

Media: "Distrutto sito missilistico dell'Iran in un blitz delle forze speciali di Israele in Siria"

Le forze speciali israeliane, nel corso di un'operazione segreta, hanno preso di mira un impianto di produzione missilistica iraniano in Siria durante un attacco eseguito nei giorni scorsi. E' quanto si legge sul sito di notizie Walla, che cita Eva J. Koulouriotis, esperta di Medio Oriente specializzata in gruppi jihadisti, la quale sul social X ha scritto che le forze speciali israeliane sono entrate nell'impianto, hanno portato via le attrezzature e poi hanno distrutto il sito.

L'Osservatorio siriano per i diritti umani aveva indicato che nell'attacco su larga scala attribuito a Israele e condotto nella notte tra domenica e lunedì scorsi era stato preso di mira un centro di ricerca scientifica ritenuto da fonti occidentali responsabile dello sviluppo di armi non convenzionali.

Netanyahu: "Avevo accettato la proposta Usa su cessate il fuoco, ma Hamas l'ha respinta"

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato di aver accettato l’ultima proposta di accordo presentata dagli Stati Uniti il ​​16 agosto per raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, ma ha nuovamente accusato Hamas di ever rifiutato l'accordo, spiegando attraverso un comunicato, che il gruppo armato palestinese "sta cercando di nascondere il fatto che continua ad opporsi alla possibilità di raggiungere un accordo che porti alla liberazione degli ostaggi".

"Mentre Israele accetta la proposta finale degli Stati Uniti, Hamas la respinge e giustizia addirittura sei ostaggi a sangue freddo", ha aggiunto Netanyahu prima di precisare che il mondo "deve chiedere ad Hamas il rilascio immediato degli ostaggi".

Blinken: "Gli operatori umanitari devono essere protetti"

Gli operatori umanitari devono essere "protetti". Lo ha affermato il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, dopo la morte di sei operatori dell'Unrwa, l'agenzia dell'Onu per i palestinesi, in un bombardamento israeliano nel campo profughi di Nuseirat, a Gaza. 


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Oms: a Gaza servirà riabilitazione a vita a 1 ferito su 4 ma mancano servizi

A Gaza almeno un quarto dei feriti nel corso del conflitto con Israele ha riportato lesioni di quelle che cambiano la vita e che richiedono riabilitazione ora e negli anni a venire. Si tratta di oltre 22mila persone, comprese molte migliaia di donne e di bambini, che hanno subito soprattutto gravi lesioni agli arti (13-17mila pazienti) o amputazioni (3-4mila), ma anche danni al midollo spinale, traumi cerebrali e gravi ustioni. Lo riferisce l'Organizzazione mondiale della sanità che ha condotto un'analisi sul tema. "L'enorme aumento delle esigenze di riabilitazione avviene parallelamente alla continua decimazione del sistema sanitario", afferma Richard Peeperkorn, rappresentante dell'Oms nei territori palestinesi occupati. "I pazienti - spiega - non possono ricevere le cure di cui hanno bisogno. I servizi di riabilitazione acuta sono gravemente interrotti e non sono disponibili cure specialistiche per lesioni complesse, il che mette a rischio la vita dei pazienti. E' urgente un supporto immediato e a lungo termine per affrontare le enormi esigenze di riabilitazione". Ancora più vaste di quanto fotografato dall'analisi, che si concentra esclusivamente sulle ferite registrate a partire dall'escalation delle ostilità nell'ottobre 2023. Ma "già prima - precisa l'agenzia delle Nazioni Unite per la salute - decine di migliaia di palestinesi a Gaza vivevano con condizioni croniche e disabilità che li esponevano a un pericolo significativo per la mancanza di servizi adeguati".