Elon Musk vs Brasile: il potere digitale sfida quello secolare

La recente decisione della Corte Suprema del Brasile di sospendere X, la piattaforma precedentemente nota come Twitter, ha scatenato un dibattito cruciale sulla sovranità digitale e il ruolo delle grandi piattaforme tecnologiche nel mondo contemporaneo. L'episodio, nato dal rifiuto di Elon Musk di conformarsi alle leggi locali, non è solo una questione legale, ma rappresenta una sfida profonda ai tradizionali concetti di sovranità e potere statale. In un contesto in cui le tecnologie digitali stanno ridefinendo i confini della governance globale, la questione di chi detiene il vero controllo diventa sempre più pressante. Elon Musk, attraverso le sue aziende, ha spesso dimostrato un atteggiamento di sfida verso le normative nazionali, considerando le leggi locali come ostacoli alla sua visione di un mondo iperconnesso e libero da vincoli statali. Nel caso di X, la piattaforma ha ignorato l'ordine della Corte Suprema brasiliana di nominare un rappresentante legale locale e di bloccare gli account accusati di diffondere disinformazione. Questo rifiuto è stato interpretato da alcuni come un segnale che X si considera un'entità sovranazionale, immune alle leggi di un singolo Paese. Questa visione richiama alla mente il concetto di "stato di eccezione" ripreso anche nell’omonimo libro dal filosofo italiano Giorgio Agamben. Secondo Agamben, lo stato di eccezione è una situazione in cui la legge è sospesa, e chi detiene il potere può agire al di fuori delle normali regole giuridiche. In questo caso, Musk e X sembrano operare in uno stato di eccezione autoimposto, dove le leggi nazionali sono considerate superflue rispetto alle regole imposte dalla piattaforma stessa. X come impero digitale La realtà di X come "impero digitale" non è un'esagerazione. Con oltre 21 milioni di utenti solo in Brasile e svariate centinaia in tutto il mondo, è diventata una piattaforma fondamentale per la comunicazione globale, capace di influenzare opinioni pubbliche, orientare dibattiti politici e persino incidere sui risultati elettorali. In questo senso, X non è solo un servizio di social media, ma un'infrastruttura critica che controlla flussi di informazioni vitali per la società contemporanea. Questa bipolarità – digitale statale – è quasi una nuova veste delle teorie del bipotere, tipiche del '900. Foucault in particolare ricordava come il potere si eserciti non solo attraverso la sovranità tradizionale, ma anche attraverso il controllo della vita, dei corpi e delle informazioni. Le piattaforme come X esercitano quindi una forma di biopotere digitale, governando l'accesso all'informazione e modellando il comportamento dei loro utenti attraverso algoritmi e politiche di moderazione dei contenuti. Questo biopotere digitale si manifesta nel modo in cui X e altre piattaforme gestiscono e affrontano la disinformazione, l'incitamento all'odio e altre forme di contenuto potenzialmente pericolose. Tuttavia, la mancanza di trasparenza e l'arbitrarietà delle decisioni prese dai social sollevano importanti questioni etiche e giuridiche. Chi controlla i controllori? Come possono le società democratiche assicurarsi che queste piattaforme rispettino i diritti dei cittadini? La parentesi Starlink Gli ultimi sviluppi di questo scontro hanno visto il coinvolgimento di Starlink, il servizio di internet satellitare di Elon Musk. Dopo un iniziale rifiuto di conformarsi alla Corte Suprema brasiliana, Starlink ha infine ceduto all'ordine di bloccare l'accesso a X in Brasile, a seguito del congelamento dei suoi beni da parte del giudice Alexandre de Moraes. Questo cambiamento di rotta ha ulteriormente evidenziato le tensioni tra le infrastrutture digitali globali e le sovranità nazionali. Se da un lato Starlink rappresenta una risorsa vitale per molte comunità isolate in Brasile, dall'altro la sua connessione con X e le iniziali resistenze dimostrano come le grandi aziende tecnologiche siano disposte a sfidare le leggi statali per proteggere i propri interessi globali. Il dietrofront finale ha rivelato quanto sia cruciale il ruolo delle piattaforme come Starlink non solo nel fornire servizi, ma anche nel definire il campo di battaglia per il controllo delle informazioni. Il futuro della sovranità digitale La battaglia tra Elon Musk e il governo brasiliano è solo l'inizio di una più ampia discussione sulla sovranità digitale. La nozione tradizionale di sovranità, basata sul controllo territoriale e sulla capacità di imporre leggi entro confini nazionali, è messa in discussione dall'emergere di piattaforme digitali globali che operano al di sopra e al di là delle giurisdizioni statali. Le forme di potere statale sono state nel tempo sfidate da "spazi non governati", aree in cui l'autorità centrale fatica a imporre il suo controllo. Le piattaforme digitali rappresentano il più nuovo di questi spazi, dove la sovranità statale si scontra con una forma di governance algoritmica che risponde solo ai suoi creatori. Le grandi piattaforme tecnologiche non solo raccolgono dati, ma li utilizzano per prevedere e influenzare il comportamento umano, creando un nuovo tipo di potere che sfida le istituzioni democratiche tradizionali. Il caso di X in Brasile è emblematico di una tendenza globale: le piattaforme tecnologiche stanno diventando sempre più potenti, mentre gli Stati lottano per regolamentarle. Questo scontro tra Stati e Big Tech è destinato a intensificarsi, con implicazioni che vanno ben oltre il singolo caso. L’inclusione di Starlink in questa dinamica amplia la portata della questione, dimostrando come le piattaforme digitali non solo controllino flussi di informazione, ma anche l’infrastruttura fisica necessaria per la connettività. La tensione tra il governo brasiliano e Musk, accentuata dalle necessità pratiche di molte comunità che dipendono da Starlink, esemplifica le difficoltà nel bilanciare il potere tecnologico con l’autorità statale. Sebbene Starlink abbia infine obbedito all’ordine del tribunale, il caso ha sottolineato quanto sia complessa la regolamentazione delle piattaforme globali, e quanto queste aziende vedano se stesse non solo come fornitori di servizi, ma come attori politici globali.Da un lato, i governi devono trovare modi efficaci per proteggere i loro cittadini da abusi e disinformazione, senza compromettere i principi di libertà di espressione e di privacy. Dall'altro, le piattaforme devono riconoscere le loro responsabilità come attori globali che influenzano miliardi di persone. Non possiamo comunque sottovalutare l'importanza di uno spazio pubblico in cui i cittadini possano partecipare liberamente al discorso democratico. Tuttavia, quando questo spazio è dominato da piattaforme private, il rischio è che il discorso pubblico venga distorto da interessi commerciali e da logiche algoritmiche opache. Il caso di X e della sua sospensione in Brasile non riguarda solo un conflitto tra un'azienda e un governo. Rappresenta una battaglia più ampia per il controllo delle informazioni e per il futuro della sovranità in un mondo sempre più digitale. Gli esiti di questa battaglia definiranno non solo il rapporto tra Stati e piattaforme, ma anche il modo in cui la democrazia e i diritti dei cittadini saranno tutelati nell'era digitale.