Anelli olimpici sulla Torre: il bis-bis nipote di Eiffel non ci sta

Da bis-bis nipote di Gustave Eiffel, Olivier Berthelet-Eiffel sente tutto il peso della responsabilità morale di prendersi cura della Torre disegnata quasi 150 anni fa dal suo avo. "Non vogliamo che sia impacchettata e chiusa nella naftalina, ma che evolva nel rispetto della sua idea originaria. E la sua idea originaria non era certo quella di fungere da gigantesco pannello pubblicitario". Incontriamo Olivier davanti alla Torre, che tra una risposta e l'altra la osserva con scetticismo, ora che i cinque cerchi olimpici - larghi 29 metri e alti 13 - ne marcano la facciata. Cerchi appesi per durare solo il tempo di Olimpiadi e Paralimpiadi, ma che il Comune di Parigi vorrebbe far restare. Chi decide la sorte della Torre Eiffel Oltre a essere un discendente dell'ingegnere Eiffel, Olivier è presidente dell'associazione creata dai familiari per vigilare sulla Torre eretta nel 1889 in occasione dell'esposizione universale di Parigi. Un ruolo più morale che fattuale, dato che la gestione vera e propria del monumento è in mano a una società di proprietà del Comune della capitale francese. Proprio in virtù di questo, la sindaca Anne Hidalgo - in pieno slancio olimpico - ha annunciato che i cinque cerchi sarebbero rimasti sulla Torre, avendo già incassato l'ok del Comitato olimpico internazionale. Le modifiche alla Torre Eiffel nel tempo Non aveva però, Hidalgo, tenuto presente l'opinione popolare e quella dei discendenti. Il "fronte del no" si è fatto sentire subito: "In quanto discendenti di Eiffel potremmo opporci in sede giuridica, ma non è questo il nostro intento", dice Berthelet-Eiffel, rammaricato che il Comune non li abbia neppure contattati per avere il loro parere. In oltre cent'anni questa è la prima volta in cui la famiglia si oppone apertamente a una proposta di modifica relativa alla Torre. "Alcuni cambiamenti ci sono stati", racconta, "alcune statue inizialmente presenti al primo piano sono state tolte negli anni '30 e spostate in un museo; il colore è cambiato ben sette volte; sulla cima sono state aggiunte le antenne che hanno alzato la Torre di qualche metro. Ma tutto sommato è sempre rimasta la stessa". Per un periodo di alcuni anni, addirittura, la facciata della Tour ha persino ospitato una gigantesca insegna pubblicitaria luminosa di una marca automobilistica francese. "Ma erano altri anni", dice Eiffel, "bisogna tenere presente che all'epoca si valutava ancora l'idea di smontare la torre, che non era ancora diventata un'icona mondiale come oggi. Perciò non si possono fare paragoni". Il piano B del Comune Insomma, la proposta del Comune non piace. E pare che le reazioni abbiano già convinto l'amministrazione, se non ad abbandonare l'idea almeno a studiarla meglio. Gli anelli pesano infatti 30 tonnellate, tanto da rischiare di fare incrinare la Tour. Dovranno quindi in ogni caso essere tolti, dopo la fine delle Paralimpiadi l'8 settembre, per essere collocate sul ponte sulla Senna davanti al monumento mentre una versione "light" sostitutiva viene preparata per la Torre. Una postazione temporanea che potrebbe diventare definitiva. O almeno, così si augura la famiglia Eiffel.

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