Uk, due anni di attesa per un dentista. Ed è anche colpa della Brexit

LONDRA - Tra gli effetti della Brexit c’è anche quello che il Regno Unito rischia di rimanere sdentato. Messa così la notizia potrebbe apparire tragicomica, in realtà la questione è sia grave sia seria. Va innanzitutto spiegato che i britannici, al contrario di quanto accade per esempio nel nostro Paese, d’abitudine ricorrono al dentista del sistema sanitario pubblico e non a costosi ambulatori privati. Il dentista, per intenderci, è visto alla stessa maniera del medico di base. Peccato però che, come denuncia la British Dental Association, il personale manchi, al punto che, negli ultimi due anni, circa 5,6 milioni di persone nel Regno Unito hanno cercato di avere un appuntamento con uno specialista senza riuscirci. I bambini più vulnerabili Chi ha i mezzi può sempre ovviamente rivolgersi al privato, ma proprio qui sta il punto: in milioni non concepiscono l’idea della “salute a pagamento” – è una questione culturale - o non possono economicamente permettersi di avere la cura dentale come voce di spesa a gravare sul bilancio familiare. A rendere ancora più penosa la situazione è che i primi a fare le spese di questa situazione sono i più piccoli, perché più facilmente soggetti a carie. Secondo quanto riportano i media britannici, negli ospedali inglesi sono state effettuate, nell’ultimo anno, 47.581 estrazioni di denti a pazienti di età compresa tra zero e 19 anni. Nel 66% dei casi per una diagnosi primaria di carie, con un aumento del 17% rispetto ai 12 mesi precedenti. L'igiene dentale a scuola A questo stato di cose si è arrivati anche perché troppi bambini non sarebbero capaci di lavarsi i denti adeguatamente, o almeno questa sembra essere l’idea del nuovo partito di governo. I laburisti, e il nuovo ministro della salute Wes Streeting, vorrebbero che diventasse prassi l’insegnamento del lavaggio dei denti nelle scuole dell’infanzia. “I laburisti garantiranno 100.000 appuntamenti in più all'anno per i bambini e lo spazzolamento supervisionato dei denti per i piccoli di età compresa tra i tre e i cinque anni, per far tornare il sorriso sui loro volti”, aveva dichiarato poche settimane prima delle elezioni del 4 luglio. Con buona pace dei conservatori che avevano subito invocato l’idea di uno “Stato balia”, Eddie Crouch, presidente della British Dental Association, aveva accolto con favore l’idea: “Lo spazzolamento supervisionato può aiutarci a spostare l’attenzione dall’intervento ex post alla prevenzione attiva delle malattie dentali”. Il ruolo della Brexit Che cosa c’entra la Brexit in tutto questo? C’entra, perché la cronica carenza di dentisti britannici potrebbe essere in parte sopperita dall’assunzione di professionisti stranieri , come è stato in passato. Attualmente, circa il 30% degli iscritti all’albo britannico ha ottenuto la qualifica fuori dal Paese. Nel 2022, il 46% dei nuovi registrati si è laureato all’estero. Fino al 2020 l’assunzione di professionisti provenienti dall’Unione europea avveniva in maniera semi automatica, senza particolari necessità di superare esami od ottenere certificazioni ulteriori su suolo britannico. Brexit ha cambiato le cose, anche se, proprio per fronteggiare la situazione attuale, è stato garantito un “periodo di grazia” che sarebbe dovuto scadere nel 2023 e che invece è stato esteso di altri cinque anni. Cosa accadrà dopo il 2028 non è dato saperlo. Il sovraccarico burocratico non riguarda però solo gli europei. Oltre 3.000 persone stanno cercando di sostenere l’esame necessario per dimostrare di essere idonei a praticare l'odontoiatria nel Regno Unito. Ma nell’arco del 2024 ci saranno solo 1.200 posti disponibili per quella che è nota come l'Overseas Registration Examination. Mancano gli esaminatori e i posti per svolgere gli esami. Problemi che si aggiungono al fatto che iscriversi all’esame online è difficilissimo: i posti vanno via più velocemente che per l’acquisto di un biglietto per un concerto pop. Vale infine la pena notare che il Regno Unito ha un numero di dentisti pro capite inferiore rispetto a molti altri Paesi europei: 5,3 dentisti ogni 10.000 abitanti, contro i 6,5 della Francia, gli 8,3 dell'Italia e gli 8,5 della Germania.