La reunion degli Oasis, il passato senza più rabbia e un tour milionario davanti

Ieri il tabloid Sun titolava in prima a tutta pagina “Definitely no maybes” parafrasando il titolo ossimorico dell'album d'esordio degli Oasis anno 1994 – fine agosto, esattamente 30 anni fa – che, guarda caso, venerdì prossimo verrà ristampato. “Questo è tutto, questo sta succedendo” era invece l'esordio del post sul profilo X degli Oasis apparso questa mattina che annunciava le 14 date di tour in spazi di grandi dimensioni tra luglio e agosto tra Uk e Irlanda. Nel dettaglio: 4/5 luglio a Cardiff Principality Stadium, 11/12/19/20 luglio nella loro hometown Manchester a Heaton Park, il 25/26 luglio e il 2/3 agosto allo stadio di Wembley a Londra, 8/9 agosto all' Edimburgh Scottish Gas Murrayfield Stadium e infine il 16/17 agosto a Dublino a Croke Park. I biglietti saranno in vendita a partire da venerdì 31 agosto. It's all about money Gli Oasis sono il classico gruppo giusto arrivato al momento giusto. Ma soprattutto sono sempre stati portatori di uno storytelling succulento da dare in pasto alla stampa e all'opinione pubblica. Noel e Liam Gallagher, due fratelli nati nella profonda working class di Manchester con la faccia di quelli che trovi al pub e che non vedono l'ora di fare una rissa, ma con un'insana passione per i Beatles e l'idea di diventare delle rockstar. Noel e Liam, oggi rispettivamente 57 e 51 anni, hanno passato gran parte della loro vita tra liti, sberleffi, eccessi, bizze e cattiverie varie. Ma tutto si può dimenticare con un lauto assegno e un'efficace strategia di comunicazione. Si parla infatti di un anticipo di oltre 50 milioni di sterline per ciascun fratello e un volume d'affari totale tra biglietti, sponsorizzazione, merchandise e il ricavato dei filmati di 400 milioni di sterline. Un buon motivo per seppellire l'ascia di guerra e stemperare gli animi. Non è un caso che proprio loro nel 1996 abbiano scritto e cantato “Don't look back in anger” diventato poi una sorta di inno tra sogno e malinconia per più di una generazione. Un seguito superiore alle aspettative Gli Oasis non sono mai stati una band eccelsa, men che meno originale: musicalmente sono un mix tra melodie beatlesiane e rock britannico anni '70 e un pizzico di atteggiamento punk. Tuttavia sono state tra le rock band inglesi degli ultimi quarant'anni con più grande seguito. Ce lo dicono i numeri: hanno pubblicato in totale 12 album, di cui 7 da studio, e si stima abbiano venduto oltre 70 milioni di dischi, 18 nel solo 1996 con “ Morning Glory”, l'album della loro consacrazione anche fuori dal Regno Unito. Peraltro, anche senza pubblicare niente da 16 anni, i fratelli Gallagher guadagnano ogni anno 5,4 milioni di sterline solo dallo streaming dei loro brani di successo sulle piattaforme. I primi due album sono stati davvero quelli più rilevanti: contenevano quella polverina magica che ha plasmato il britpop e con una manciata di singoli di qualità ed enorme successo. Poi arrivò nel 1997 “Be here Now” il loro clamoroso flop, un pasticcio enorme, costosissimo e drogato, un monumento a una tradizione di eccessi rock destinata a scomparire. I dischi successivi, sebbene avessero qualche buon pezzo, non riuscirono più a eguagliare i vertici dei primi due. Il resto però lo fecero le storie e i rapporti di forza tra Noel e Liam, a cui seguirono tour dove compariva solo Liam e altri solo Noel. E poi lo scioglimento nel 2009, nonché la creazione di due band differenti. A seguire le continue frecciatine e le offese a distanza che, nel frattempo, permettevano di alimentarne il mito. Un contesto favorevole Fino all'annuncio di oggi che sembra il preludio di una delle campagne di comunicazione/marketing più riuscite della storia recente delle reunion, anche perché arriva in un contesto favorevole: il revival degli anni Novanta, il rock alternativo che arriva da oltremanica che torna ad essere interessante , Liam che in questi quindici anni ha recuperato una certa credibilità artistica e i fan che oggi hanno un rinnovato potere d'acquisto. Ma comunque, era una storia già scritta: del resto erano proprio loro che nel 1994 cantavano "You and I / We’re gonna live forever".