L'aspirante first gentleman di Harris ha fatto il suo esordio. Ed è stato un successo

Se gli americani hanno un difetto, è quello di non sapersi trattenere. Se gli americani hanno un pregio, è quello di non sapersi trattenere. Vogliono la Luna? Ci atterrano sopra. Ammirano i loro presidenti? Ne scolpiscono i volti sulla parete di una montagna. E così via. Everything is bigger, in Texas. Vale anche per il resto degli Stati Uniti. È tutto più grande in America: gli hamburger, il cartone del latte al supermarket e addirittura i sentimenti, o per lo meno per il modo in cui vengono pubblicamente espressi. Lungo preambolo per arrivare al nocciolo della questione. Quando a una convention di partito spuntano amici e parenti del candidato c'è sempre da tremare. Di fronte ai riflettori, in una kermesse che vuole mettere in luce la nobiltà d'animo del wannabe presidente, figli, mogli e mariti tendono spesso a esagerare. Lacrime, baci, abbracci, dichiarazioni di amore indefesso. Noi europei, generalmente più pudichi, alziamo il sopracciglio. "Mi batte il cuore", ha detto Biden guardando la moglie con occhi da cerbiatto sul palco di Chicago. "E meno male che ti batte ancora", devono aver pensato malignamente quei colleghi di partito che hanno estromesso il presidente per raggiunti limiti di età. Tempi da stand-up comedian Quando Doug Emhoff, il marito di Kamala Harris, ha preso la parola, ci siamo chiesti se si sarebbe anche lui lasciato andare a quel genere di effusioni verbali che di certo funzionano in tv ma alimentano nello stesso tempo fondati sospetti di ipocrisia. E invece, sorpresa! Emhoff ha i tempi di uno stand-up comedian, e quando dice “amo la sua risata” è solo per lanciare una frecciatina a Donald Trump, che chiama l’avversaria “Laughing Kamala” accusandola di ridere troppo. Duro con Trump, innamorato senza troppe smancerie, abile nel leggere il gobbo , Dougie si muove abilmente senza alcuna mappa a guidarlo. Se la battaglia è contro la silenziosa Melania Trump, ha vinto a tavolino. Il primo first gentleman? La storia della politica americana ci ha abituato a first lady di tutti i tipi: impegnate e attive come Eleanor Roosevelt, delicate e doloranti come Jackie Kennedy, energiche e indipendenti come Hillary Clinton. Di first gentleman nemmeno uno. Emhoff, primo second gentleman nella storia degli Stati Uniti, spera di raggiungere anche quest'altro primato. Newyorchese di Brooklyn, ha conosciuto Kamala Harris grazie a un appuntamento al buio nel 2013. "Stai a sentire", le ha detto, "tu mi piaci e io sono troppo vecchio per perdere tempo o fare giochetti". Una versione aggiornata di Richard Gere, che in "Ufficiale e Gentiluomo" prende in braccio Debra Winger e se la porta via. C’è anche la variante, raccontata dal protagonista alla Convention, che vede Doug lasciare un balbettante messaggio sulla segreteria di Kamala alle otto e trenta del mattino. Un po’ duro un po’ imbranato. È narrazione, ma funziona. Kamala lo chiama Dougie, i figli di lui, Cole e Ella, chiamano lei Momala. Lui ha una C e una E tatuate sul polso sinistro: "per ricordarmi ciò che conta davvero", ha spiegato, “i miei figli”. La questione antisemitismo Avvocato nel mondo dello spettacolo per circa trent'anni, Emhoff ha lasciato il lavoro per sostenere la carriera della moglie, a Washington D.C. Una nota biografica che lo ha reso un simbolo della parità di genere. "Ci aiutiamo a vicenda, in realtà", ha spiegato in un'intervista, forse per correre in soccorso di tutti quegli americani che in queste settimane devono sentirsi ripetere da moglie e compagne: "Perché diavolo non sei come Doug Emhoff?". Sulla sua pagina Instagram ha postato un video in cui sua madre dice che è una persona eccezionale , ma lo staff della candidata gli ha affidato un compito per nulla semplice: da ebreo, rassicurare gli ebrei. Mia moglie aspirante presidente – questo il senso del messaggio - non tollererà episodi di antisemitismo, e ascoltare la voce degli attivisti pro-Gaza non significa necessariamente schierarsi contro Israele. Già, essere il coniuge del presidente, che tu sia un uomo o una donna, non significa affatto occuparsi solo del floral designer e dell’executive chef. Ebbene sì, esistono entrambi, e potrebbero essere l’ennesima gatta che il povero Dougie si troverà a pelare.