Tim Walz, l’anti-Vance: un progressista di provincia come vice per Harris

Progressista, sostenitore dei diritti civili, della cannabis e dell’aborto libero. Ma anche ex militare, moderato sul tema delle armi e bilanciato sulla questione israelo-palestinese. Tim Walz, 60 anni, governatore del Minnesota dal 2019, candidato vicepresidente del Partito Democratico alle presidenziali non è solo un nome di compromesso rispetto a figure più caratterizzanti e politicamente ingombranti come Josh Shapiro e Gretchen Whitmer. Assieme a quella di Kamala Harris, Chicago deve servire a consacrare anche la sua di candidatura, ma il candidato vice presidente dei dem è sceso nell’arena da giorni. Walz versus Vance Il governatore del Minnesota è destinato a essere, secondo fonti della campagna Dem il "martello da fabbro contro Vance e Trump" da ora fino al giorno delle elezioni. Un ruolo ricoperto fin dal primo raduno a Philadelphia martedì scorso: "Questi ragazzi sono inquietanti e, sì, semplicemente strani come l'inferno" ha detto Walz di Trump e del suo candidato vice davanti alla folla di sostenitori. La risposta, in quello che è solo il primo round del lungo incontro fra i vice-presidenti, non si è fatta attendere. Ed è arrivata, per bocca del vice di Trump J.D. Vance, in un’intervista alla Cnn: “I democratici possono chiamarmi come vogliono, è solo un modo per distrarre gli americani dalle loro politiche”. E poi, il diretto all’avversario: "Schiaccerò Walz e io e Trump vinceremo le elezioni”. Walz come Vance, e oltre: in comune con il senatore dell’Ohio cantore della complessa “Elegia Americana” che narra la crisi della parte profonda degli States, il governatore del Minnesota ha il radicamento in un’America di mezzo e la conoscenza dei territori chiave per le presidenziali, a partire dalla Rust Belt vicina ai Grandi Laghi. Qui però finiscono le similitudini: i messaggi politici dei due candidati vice potrebbero definirsi opposti e Walz, rispetto a Vance, racconta di una provincia diversa da quella dell’ex militare di carriera divenuto scrittore e venture capitalist, ideologo conservatore e senatore. Dopo l'annuncio di Walz come candidato democratico alla vicepresidenza di lunedì, Trump e i suoi alleati hanno trascorso giorni a testare diversi messaggi. Hanno provato a dipingere Walz come un pericoloso radicale, “amante di San Francisco”, un liberale senza carisma, nonostante il dono dell’eloquenza piuttosto evidente e l'aria estremamente ‘midwest’. I media conservatori hanno anche lanciato diversi attacchi al suo curriculum militare, criticandolo per essersi ritirato dalla Guardia nazionale del Minnesota dopo due decenni di servizio per candidarsi al Congresso. Walz ha ribattuto punto per punto e precisato che proprio Trump sull’argomento non può parlare: "Non sa nulla di cosa voglia dire mettersi al servizio, perché è troppo impegnato a servire se stesso". La provincia progressista di Tim Walz Insomma, se Vance mira a strappare a Trump l’elettorato degli Stati periferici ricordando come Washington abbia voltato la schiena a quei territori, risvegliando conservatorismo, spirito liberatorio e rifiuto di ideologie ritenute urbane e allogene in un’America periferica e dimenticata, Walz mira invece a consolidare il processo che nel 2020 ha saldato per Biden un’ampia coalizione nell’area decisiva delle elezioni. Mostrando, dunque, che esista una via aperta a politiche progressiste anche in questo quadrante d’America. E a ricordare come l’amministrazione uscente, di cui Harris è vice, possa aver promosso politiche funzionali allo sviluppo di queste regioni. In particolare nel secondo mandato infatti, Walz è stato un governatore fortemente progressista. Dopo che il Minnesota Democratic Farmer Labor Party si è assicurato una tripletta di governo, conquistando entrambe le camere legislative per la prima volta da anni, lui e i legislatori hanno imposto pasti scolastici gratuiti universali, crediti d'imposta per figli, forti protezioni per l'accesso all'aborto e diritti LGBTQ+, congedi retribuiti, investimenti infrastrutturali e controlli universali dei precedenti penali sulle armi. Il valore strategico dei vice L’impatto sulla campagna elettorale della nomina di Walz vuole, nell’ottica di Harris, essere ben focalizzato e preciso per inserire la scelta del vice in quella volontà di difesa dell’unità del partito a cui l’ex senatrice della California appare, da un mese, mirare spasmodicamente. Un’ultima, non secondaria, caratteristica di Walz che ne connota la sua figura come dinamico “anti-Vance” è la sua formazione cattolica che lo ha visto cresciuto nella stessa cultura, con un milieu più progressista, a cui Vance ha invece aderito in età adulta. E in un contesto che vede l’elettorato cattolico ago della bilancia in diversi distretti e tra i pochi gruppi confessionali non apertamente favorevoli all’uno o all’altro partito, anche questo fattore conterà in un voto in cui l’importanza della figura del candidato vice sta assumendo, per Trump come per Harris, un valore strategico non indifferente.

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