Il vaiolo delle scimmie tra presente e passato: cos'è e come si diffonde

Eravamo convinti che il vaiolo fosse solamente un ricordo di un passato. Un passato che aveva accompagnato la storia dell’uomo sin dall’epoca degli Egizi. Il solo termine rievocava un mondo lontano. Era il 1967 quando l’OMS lanciò una campagna mondiale intensiva per l’eradicazione del virus. Quattordici anni dopo ci riuscì: nel 1981 il vaiolo umano fu completamente eradicato. A tutt'oggi è l'unica malattia infettiva umana ad essere scomparsa. Nel frattempo nel 1970 in alcuni villaggi rurali delle zone delle foreste pluviali dell'Africa centrale e occidentale venne identificato il vaiolo delle scimmie . Nonostante il suo nome, si tratta di un virus che colpisce principalmente roditori come topi e scoiattoli, ma solo occasionalmente gli esseri umani. Probabilmente anche per questo se ne è sempre sentito parlare poco, fino a due anni fa. Ne esistono due sottotipi: il ceppo I e il ceppo II Il ceppo I, più letale, è endemico da decenni nel bacino del Congo, in Africa centrale. Il ceppo II, meno grave, è stato nel frattempo endemico in alcune parti dell'Africa occidentale. Quest'ultimo fu al centro dell’attenzione internazionale nel 2022 a causa di un focolaio senza precedenti in Paesi al di fuori dell'Africa, dove il virus non era precedentemente endemico. Questo focolaio ha coinvolto numerosi Paesi in Europa, America del Nord e altre regioni, facendo emergere preoccupazioni a livello globale. Ha un tasso di mortalità inferiore all’1%. L'epidemia del 2022 si è distinta per la modalità di trasmissione del virus, che si è diffuso prevalentemente attraverso contatti ravvicinati tra persone, inclusi rapporti sessuali, e non tramite contatto con animali infetti, come avveniva principalmente in Africa. Secondo l'Oms tra gennaio 2022 e giugno 2024 sono stati registrati 208 decessi e più di 99.000 casi di mpox in 116 Paesi dovuti al ceppo II. L’epidemia che sta allarmando oggi, invece, è provocata dal ceppo I . È stato individuato per la prima volta nel settembre 2023 tra lavoratrici del sesso in una remota città mineraria nella provincia del Sud Kivu della Repubblica Democratica del Congo. È associato a una maggiore gravità della malattia. Le infezioni causate da questo ceppo presentano un tasso di mortalità più elevato, che può variare dal 10% al 15%, e una maggiore trasmissibilità da persona a persona. Secondo l’OMS neonati e i bambini sono i soggetti più a rischio. I sintomi includono febbre, dolori muscolari e grandi lesioni cutanee simili a bolle. Come si trasmette L'Istituto Superiore di Sanità spiega che la trasmissione tra le persone avviene attraverso il contatto fisico stretto, compresa l'attività sessuale . L’mpox può essere trasmesso a chiunque abbia uno stretto contatto con una persona infetta. Sono state documentate anche trasmissioni dalla placenta, dalla madre al feto o durante e dopo la nascita attraverso un contatto diretto pelle a pelle tra madre e neonato; attraverso oggetti contaminati come vestiti, lenzuola e superfici; può avvenire anche tra bambini che giocano assieme a scuola. In alcune situazioni è stata documentata anche la trasmissione attraverso goccioline respiratorie, specialmente in contesti di contatto prolungato e ravvicinato. Non è ancora chiaro se il vaiolo delle scimmie possa essere trasmesso da una persona all'altra anche attraverso il sangue, lo sperma o altri fluidi corporei durante i rapporti sessuali. Diversi studi il Dna virale è stato identificato nello sperma di soggetti infetti per settimane dopo l’acquisizione dell’infezione. Una persona infetta rimane contagiosa per tutta la durata della malattia sintomatica . Normalmente da 2 a 4 settimane. Non è noto se il virus possa essere diffuso da persone asintomatiche. Vaccino Esiste un vaccino di terza generazione, già indicato per la prevenzione del vaiolo umano, che ha dimostrato di fornire protezione anche contro il ceppo II dell’mpox. In Italia, la vaccinazione obbligatoria contro il vaiolo fu interrotta nel 1977 e abrogata nel 1981 quando la malattia fu dichiarata eradicata a livello mondiale. L’epidemia del 2022 ha costretto a un ritorno al passato, ma non per tutti. Due anni fa, infatti, il Ministero della Salute reintrodusse la vaccinazione esclusivamente per una serie di categorie a rischio . Di conseguenza non fu promossa una campagna per la popolazione generale. Oggi non si sa ancora con certezza se quel vaccino possa essere efficace anche contro il ceppo I, ma finora i dati provenienti dagli studi in corso sono promettenti.