Parigi può accogliere bene le Paralimpiadi? I problemi di accessibilità

Solo una delle 14 linee della metropolitana parigina è interamente accessibile per le persone con disabilità in autonomia. Si tratta della linea 14, l’ultima realizzata e l’unica ampliata in occasione delle Olimpiadi per collegare direttamente l’aeroporto di Orly con il centro della città e con lo Stade de France, destinato ad accogliere molte prove olimpiche e paralimpiche. Parliamo del 3% sul totale delle fermate, secondo APF France Handicap. Per dare un’idea, a Milano la percentuale sale oltre l’80%. La metro parigina tra le meno accessibili al mondo Non è un caso che l’unica linea davvero accessibile sia la più recente: oggi è obbligatorio costruire infrastrutture a portata di tutti. Non era certo la stessa cosa nel 1900, quando la prima linea della metro parigina fu inaugurata in occasione dell’Esposizione universale. Ma non lo fu neppure nei decenni successivi, quando le altre linee vennero costruite con notevoli “ostacoli” per chi si sposta in sedia a rotelle. Ostacoli impossibili da cancellare interamente, a detta del Comune di Parigi e della Regione Ile de France, che hanno abbandonato l’idea di rendere interamente accessibile la metropolitana in vista delle Olimpiadi 2024, concentrandosi - con un investimento da 1,5 miliardi di euro - piuttosto sugli obiettivi “raggiungibili”. L’alternativa poco funzionale: bus, tram e taxi Ad oggi metropolitane e tram parigini sono tutti accessibili per le persone con disabilità in autonomia . Anche il numero di taxi accessibili è stato aumentato notevolmente. Ma questi passi in avanti non bastano a rendere Parigi una città “semplice” per chi è portatore di handicap visivo o motorio: “Spostarsi in taxi è costosissimo e in ogni caso meno rapido della metropolitana, per non parlare dei mezzi di superficie che raddoppiano i tempi degli spostamenti. Questo è stato un vero problema per noi”, mi racconta una coppia di supporter statunitensi venuti a Parigi per assistere alle gare. Un’opinione diffusa anche tra gli spettatori parigini in sedia a rotelle: “Le location delle competizioni sono tutte accessibili, l’unico problema resta arrivarci. Anche noi abbiamo il diritto di essere di fretta, ma Parigi non è una città fatta per l’auto”. Parigi, una città per le bici e non per l’auto In effetti tra le battaglie portate avanti dalla sindaca di Parigi Anne Hidalgo, a capo dell’amministrazione cittadina dal 2014, c’è stata anche quella di ridurre lo spazio per le auto a vantaggio di pedoni e ciclisti. La pedonalizzazione del lungo-Senna, l’ampliamento delle corsie ciclabili esistenti e l’aggiunta di km di nuove piste hanno notevolmente cambiato l’impianto cittadino. C’è chi dice in meglio. Di certo gli spostamenti in bicicletta e metropolitana si sono moltiplicati, la qualità dell’aria è globalmente migliorata e l’inquinamento sonoro si è ridotto. Anche la velocità limitata a un massimo di 30 km/h in gran parte dell’area cittadina ha avuto un impatto. Ma parallelamente i problemi per chi deve spostarsi in auto sono aumentati: a maggio 2024, secondo i dati di Traffic Index, Parigi è stata la città più trafficata al mondo. E questo ha un peso sulla vita quotidiana di chi non può spostarsi né in bici, né in metro. L’incognita Paralimpiadi Come andranno quindi le prime Paralimpiadi parigine, quando decine di migliaia di persone con disabilità arriveranno in città per le gare? Sicuramente per il 28 agosto i padroni di casa - i parigini - saranno rientrati in sede e si aggiungeranno al “traffico”, assente invece durante le settimane olimpiche, quando i mezzi di trasporto hanno funzionato perfettamente, nonostante i timori di eccessivi affollamenti. Una navetta gratuita che collega alcune zone delle competizioni è stata introdotta a disposizione degli spettatori con disabilità, in aggiunta agli altri servizi. Durante le Paralimpiadi potranno approfittare di una corsia preferenziale in alcune strade a lunga percorrenza. Finiti i Giochi, però, le difficoltà torneranno quelle di sempre.