Harris sancirà la candidatura a Chicago. Ma come funziona la convention democratica?

Le convention dei partiti americani servono sostanzialmente a due scopi: chiudere il processo di selezione del candidato ufficializzando la candidatura a presidente di chi ha vinto le primarie, e raccontare la visione e il programma politico del partito su un palco che per alcuni giorni diventa il centro dell’attenzione a livello nazionale. Dato che solitamente l’esito delle primarie consegna il nome del cosiddetto “candidato presunto” già diverse settimane prima l’inizio delle convention, queste sono a tutti gli effetti una piattaforma per consacrare la sua candidatura e l'occasione per un grande spot elettorale. Quando la convention del 2004 notò Barack Obama Generalmente, alle convention si susseguono gli interventi dei volti più popolari del partito, ma anche di ospiti vari, attivisti e politici meno conosciuti, che in alcuni casi sperano di sfruttare la visibilità per farsi notare sul palcoscenico nazionale. Alla convention democratica del 19-22 agosto parleranno, tra gli altri, Bill e Hillary Clinton, oltre a Barack Obama e il presidente in carica Joe Biden. Fu proprio un appassionato discorso alla convention democratica del 2004 a far emergere il carisma di Obama e lanciarlo verso la conquista della Casa Bianca quattro anni dopo. Nel pubblico si trovano anche altri membri o persone legate al partito, come ad esempio i rappresentanti eletti e alcuni VIPs e donatori, invitati come special guest. L’anima delle convention, però, sono i delegati, ovvero i funzionari e gli attivisti del partito che rappresentano i rispettivi Stati o distretti. Attraverso le primarie, ciascun candidato vince un certo numero di delegati, che a loro volta votano per il candidato alla convention. Alla convention nazionale del Partito repubblicano, che si è tenuta dal 15 al 18 luglio, hanno partecipato un totale di 2.429 delegati, dei quali 2.388 hanno votato per nominare Donald Trump il candidato ufficiale dei repubblicani. Viste le particolari circostanze che hanno colpito il Partito democratico, con il recente ritiro di Joe Biden, i delegati hanno già nominato attraverso un voto virtuale tenutosi a inizio agosto la sua vice Kamala Harris come unica candidata per i democratici alla convention. Un po' di storia La scelta dei candidati non è sempre stata così trasparente e lineare. I partiti iniziarono a organizzare le prime convention negli anni ‘30 del 1800, ma non esistevano le elezioni primarie e i candidati erano scelti direttamente dai delegati. A inizio ‘900, alcuni Stati iniziarono ad adottare le primarie, ma per molti decenni a venire il potere di scegliere i candidati rimase per lo più in mano ai partiti. Nel 1968, la convention del Partito democratico ignorò l’esito delle primarie, vinte da candidati che si opponevano alla guerra in Vietnam, e nominò Hubert Humphrey, il quale non aveva nemmeno partecipato alle primarie. Ciò scatenò delle gravi sommosse popolari che indussero i partiti a riformare il processo di scelta dei candidati. Negli anni seguenti le primarie diventarono il metodo principale di scelta dei candidati, e da allora non è mai successo che le convention nominassero un candidato che non le avesse vinte.

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