Dall'utopia multiplanetaria alla svolta far-right, Elon Musk incendia il mondo con X

La Tesla è la maggiore produttrice americana di veicoli elettrici. Nel mondo è seconda solo ai cinesi della BYD . Il fondatore della Tesla si chiama Elon Musk. Elon Musk appoggia un candidato presidente - Donald Trump - che ha detto: "le auto elettriche non vanno molto lontano". E ha anche detto: "le auto elettriche costano troppo e sono pesanti". E poi ha detto: "cancellerò le decisioni di Biden a favore delle auto elettriche". Senza considerare quella volta in cui lo stesso Trump, a Las Vegas, si è lanciato in una lunga tirata su motori elettrici, barche, squali e il Massachusetts Institute of Technology. Ricapitolando: Elon Musk, patron della più grande azienda statunitense di auto elettriche, appoggia un candidato che odia le auto elettriche. I sillogismi della politica americana di oggi getterebbero Aristotele nello sconforto. Una civiltà multi-planetaria Nel 1999 uscì al cinema "Essere John Malkovich", di Spike Jonze. Nel film, John Cusack trovava un pertugio per infilarsi nella mente di Malkovich, che interpretava sé stesso. Sarebbe bello trovare una porta per entrare nella mente di Elon Musk. Walter Isaacson, in un certo senso, l'ha trovata. Biografo di Musk, ha passato circa due anni a stretto contatto con l'oggetto delle sue ricerche, che descrive come un "bambinone" geniale e complicato, privo di empatia ma pieno di progetti grandiosi per l'umanità. L'obiettivo di Musk sarebbe fondamentalmente quello di accelerare il passaggio da una civiltà monoplanetaria a una civiltà multi-planetaria. La colonizzazione dello spazio deve avvenire in fretta perché, secondo Musk, l'umanità è sempre più vicina alla fine: il crollo potrebbe derivare dai cambiamenti climatici, dal calo delle nascite, dagli sviluppi distorti dell'intelligenza artificiale. Essendo l’ego di Musk non proprio sottosviluppato, il fondatore di SpaceX ritiene di avere un ruolo nella faccenda: "Se non prendo decisioni, moriamo". Questa fascinazione di Musk per l'Apocalisse lo avvicina ai complottisti in stile QAnon, attratti dalla fine del mondo che pure dicono di voler scongiurare. Contro il virus della "wokeness" Tutto ciò non basta a spiegare il comportamento di Elon Musk. In che modo fare il troll sui social può salvare l'umanità dalla fine dei tempi? La soluzione dell'enigma potrebbe essere in una frase dello stesso Musk: "se non fermiamo il virus della wokeness - contrario alla scienza, alla meritocrazia e all'umanità in generale – la società non diventerà mai multiplanetaria". Ecco qui. Per salvare la civiltà bisogna vincere la guerra culturale in atto. Questo spiegherebbe l’appoggio a Trump e – soprattutto – a J.D. Vance, nonché molte delle dichiarazioni di Musk, da “Soros odia l’umanità” a “Kamala è comunista”, da “gli immigrati illegali stanno distruggendo il Paese” a “Twitter è zona di guerra”. Per non parlare dell’intervento a gamba tesa al fianco degli estremisti di destra impegnati nelle violenze islamofobe di Southport, nel Regno Unito, violenze ampiamente alimentate dal traffico social: “una guerra civile è inevitabile”, ha scritto Musk, facendosi dare dell’irresponsabile dal governo di Londra. Il fattore determinante: la psicologia Non sottovalutate l’elemento psicologico. Musk - un patrimonio di 222 miliardi di dollari secondo l'aggiornamento in tempo reale di Forbes, controllato nel momento in cui scrivo - ha acquistato Twitter nel 2022 per 44 miliardi. Secondo Isaacson lo ha fatto perché era stato vittima di bullismo da bambino e finalmente "poteva possedere il parco giochi". Quando ha sfidato Mark Zuckerberg a tenere un match in una gabbia, probabilmente Musk pensava ai soprusi subiti da ragazzino. Fino al 2020, il fondatore di SpaceX ha sostenuto i candidati democratici. Le restrizioni anti-covid sembrano avergli fatto cambiare idea, ma la svolta anti-woke è arrivata soprattutto dopo che la figlia Vivian si è rivelata come donna trans e ha deciso di cambiare cognome. La rottura con la ragazza, secondo Musk, dipende dall’indottrinamento neo-marxista subito in una scuola privata di Los Angeles. Ancora l’elemento psicologico. La svolta da Twitter a X Quali che siano le ragioni per cui Musk ha comprato Twitter, certo è che dopo essersi trasformato in X il social è diventato il paradiso di estremisti, no vax e fanatici del complotto: quelli che il candidato vicepresidente democratico Tim Walz, con una definizione che ha avuto un certo successo, ha definito weird, strambi. “Twitter è un social di estrema destra”, titolava lapidario l’Atlantic nel maggio del 2023. Sullo stesso magazine, ma in un articolo più recente, Damon Beres ha scritto che “i social media possono essere come un gas tossico che riempie lentamente una stanza”. Qualunque siano le motivazioni recondite di Musk, gli effetti delle sue azioni possono avere conseguenze concrete e dirompenti. Anche sulle prossime elezioni. Le ragioni dell'incendio "Se dopo la revisione dei risultati”, ha detto Musk, “dovesse risultare che Kamala vince, quella vittoria dovrebbe essere riconosciuta e non contestata". Il passaggio sulla revisione riecheggia in maniera sinistra le parole di Trump sulla correttezza del voto: “se le elezioni saranno oneste, vinceremo a valanga in Pennsylvania e Georgia”. Corollario: se non vinceremo, le elezioni non saranno state oneste. È solo un esempio di come il fuoco che Musk alimenta su X possa incendiare il mondo, e questo a prescindere dalle motivazioni per cui Elon ha deciso di comprare il social, abbracciare le idee della far-right e sostenere Donald Trump. Può averlo fatto per ragioni economiche, per volontà di rivalsa o per avviare il mondo verso una palingenesi salvifica. Può anche averlo fatto per capriccio, un po’ come Robert De Niro nel film “Men of Honor”, che a chi gli chiede perché fa quel che fa risponde semplicemente: “perché mi piace rompere il ca**o”.

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