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Guerra Medioriente, Hamas rigetta l'ultima bozza del piano per la tregua

©Getty

La Radio militare israeliana, citata dai media, ha riferito, in base ad un rapporto senza fonte, che Hamas avrebbe risposto negativamente a una proposta di accordo per un cessate il fuoco temporaneo e il rilascio degli ostaggi. Il capo di Hamas, Ismail Haniyeh, in un discorso televisivo a Beirut afferma che il gruppo "mostra flessibilità nei colloqui" per un potenziale accordo ma è anche "pronto a continuare a combattere". Il bilancio delle vittime nella Striscia sale a 29.954 morti

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Haniyeh, aperti ad accordo ma pronti a combattere ancora

Il capo di Hamas Ismail Haniyeh, in un discorso televisivo a Beirut e ripreso dai media internazionali, afferma che il gruppo "mostra flessibilità nei colloqui" per un potenziale accordo che vedrebbe il rilascio degli ostaggi detenuti a Gaza e un cessate il fuoco temporaneo, ma è anche "pronto a continuare a combattere". Nel discorso televisivo, Haniyeh ha anche invitato il cosiddetto "asse della resistenza" a intensificare i suoi attacchi. 

007, guerra di Gaza ha innescato un'alleanza anti-occidentale

Nell'ultima parte del 2023 si è registrato "un deciso innalzamento delle tensioni in contesti in cui la crisi di Gaza ha rappresentato un fattore di innesco per l'avvio di attività potenzialmente destabilizzanti condotte da attori locali riconducibili al cosiddetto 'Asse della Resistenza', un'alleanza informale che unisce sul piano strategico diverse realtà del quadrante - Iran, Hezbollah libanesi, Houthi yemeniti, milizie sciite in Iraq e Siria, gruppi sunniti palestinesi - in una connotazione anti-israeliana e anti-occidentale". Lo evidenzia la relazione annuale dell'intelligence presentata oggi.

Media, se intesa su Gaza l'annuncio sarà domenica al Cairo

Fonti diplomatiche egiziane citate dal network Al Quds - vicino ad Hamas - hanno riferito che c'è "un accordo preliminare" per tenere un incontro domenica prossima al Cairo per annunciare il cessate il fuoco, se verrà raggiunto una intesa. Il quotidiano del Qatar 'Al-Arabi Al-Jadid' - ripreso dai media israeliani - ha detto che c'è una intesa generale sul cessate il fuoco e lo scambio degli ostaggi ma "i dettagli sono ancora un ostacolo".

Palestinese arrestato all’Aquila, difensori ‘no a estradizione in Israele

Una istanza alla corte d’appello dell’Aquila per chiedere la revoca della misura cautelare di Anan Yaeesh, il 37enne palestinese originario di Tulkarem, in Cisgiordania, che il 29 gennaio scorso è stato arrestato all'Aquila dopo la richiesta di estradizione avanzata da Israele. A depositare l’atto sono i legali di Yaeesh, Flavio Rossi Albertini e Stefania Calvanese, che in 27 pagine spiegano a vicenda dell’uomo, che vive e lavora dal 2017 all’Aquila e ora è detenuto a Terni perché accusato dalle autorità israeliane di avere finanziato un gruppo armato del campo profughi chiamato Tulkarem Brigade. 

Per i legali, in caso di estradizione ci sarebbe il “rischio concreto ed effettivo che Yaeesh, venga sottoposto a trattamenti inumani e degradanti” compresa “la tortura”. Un pericolo ''documentato sulla scorta di report di organizzazioni non governative ritenute affidabili sul piano internazionale, nonché dal Rapporto delle Nazioni Unite redatto dalla Relatrice Speciale sulla situazione diritti umani nel territorio palestinese” e “espressamente riconosciuto dalla Commissione Territoriale per il Riconoscimento della Protezione Internazionale di Foggia la quale ha ritenuto sussistenti i presupposti per la concessione della protezione speciale sulla base del rischio di sottoposizione a trattamenti inumani e degradanti ovvero a persecuzione in caso di espulsione nella zona di provenienza”.

Radio militare, Hamas avrebbe rifiutato l'accordo

La Radio militare israeliana, citata dai media, ha riferito, in base ad un rapporto senza fonte, che Hamas avrebbe risposto negativamente a una proposta di accordo per un cessate il fuoco temporaneo e il rilascio degli ostaggi.  Una proposta definita - in base allo stesso rapporto - "documento sionista" che non va incontro alle richieste di Hamas di una fine della guerra, il pieno ritorno degli sfollati palestinesi nel nord della Striscia e consente la liberazione di pochi detenuti palestinesi di sicurezza in cambio degli ostaggi. Non c'è alcuna conferma in Israele alla notizia nè altre fonti.

Israele, '10 i razzi da Libano nel nord del Paese'

Sono stati circa 10 i razzi arrivati dal Libano questa mattina nel nord di Israele, in particolare la zona di Kiryat Shmona dove sono risuonate le sirene di allarme. Lo ha fatto sapere l'esercito aggiungendo che alcuni sono stati intercettati dal sistema di difesa aere. In risposta - ha continuato l'esercito - Israele ha colpito un "magazzino di armi e strutture militari di Hezbollah nell'area di Ramyeh nel sud del Libano". Il lanci di questa mattina verso Israele è stato rivendicato dalla fazione in Libano di Hamas che ha parlato di "40 razzi Grad verso le basi vicino Kiryat Shmona".

Hamas, è di quasi 30mila il bilancio dei morti a Gaza

Il ministero della Sanità a Gaza guidato da Hamas ha aggiornato il suo bilancio delle vittime a Gaza comunicando che ad oggi conta 29.954 morti nella Striscia.

Regista israeliano denuncia minacce di morte dopo Berlinale

Yuval Abraham, il regista israeliano di 29 anni, che ha vinto sabato il premio per il miglior documentario con "No Other Land" al festival del cinema di Berlino, ha denunciato di aver ricevuto minacce di morte e intimidazioni fisiche anche ai membri della famiglia dopo aver descritto sul palco "la situazione di apartheid" dei palestinesi e chiesto il cessate il fuoco a Gaza. Un discorso che gli aveva già attirato l'accusa di antisemitismo da parte di funzionari tedeschi. Abraham, insieme al suo coregista palestinese Basel Adra, ha raccontato nel documentario lo sradicamento dei villaggi palestinesi a Masafer Yatta in Cisgiordania. 

Hamas rivendica lancio missili da Libano a Israele

Le Brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas, hanno rivendicato il lancio di due raffiche di missili dal sud del Libano verso il nord di Israele. Nel post condiviso attraverso Telegram, i miliziani affermano di aver colpito il quartier generale della 769esima Brigata Orientale delle Forze di difesa israeliana (Idf) e la caserma dell'aeroporto di Beit Hilal.

Usa a Israele, entro metà marzo garanzie su uso armi e aiuti Gaza

L'Amministrazione Biden ha dato tempo a Israele fino a metà marzo per avere garanzie che le armi fornite dagli Stati Uniti vengano usate contro i miliziani di Hamas nel rispetto del diritto internazionale e che venga favorito l'accesso di aiuti umanitari alla popolazione della Striscia di Gaza. Lo scrive Axios citando fonti ufficiali a condizione di anonimato. L'assenza di queste garanzie entro i termini temporali stabiliti, sottolinea, potrebbe fermare la consegna di armi americane alle Forze di difesa israeliane (Idf).

Agenzia stampa russa Ria, "Fatah e Hamas si incontreranno a Mosca domani"

I rappresentanti di Hamas e Fatah si incontreranno domani a Mosca per discutere della formazione di un governo palestinese unificato e della ricostruzione di Gaza. Lo ha reso noto l'agenzia di stampa russa Ria Novosti, citando l'ambasciatore palestinese in Russia. La notizia dell'incontro è stata confermata, sempre alla Ria, anche dal viceministro degli Esteri russo Mikhail Bogdanov.

Il laburista Huldai per la sesta volta sindaco di Tel Aviv

Ron Huldai, attuale sindaco di Tel Aviv di matrice laburista, è stato confermato nell'incarico per il suo sesto mandato consecutivo. Questo uno dei risultati delle elezioni amministrative in Israele svoltesi dopo due rinvii a causa della guerra a Gaza. Anche a Gerusalemme è risultato confermato l'attuale sindaco Moshe Lion, esponente del Likud. La percentuale dell'affluenza alle urne è stata del 49,5%, una percentuale in calo e inferiore a quella dell'ultima tornata amministrativa del 2018. In alcune cittadine del nord il voto è stato rinviato a novembre a causa della situazione di conflitto con gli Hezbollah libanesi. 

Save the children: "A Gaza i bambini muoiono di fame"

I bambini di Gaza sono sull’orlo della fame mentre gli aiuti alimentari si trovano appena oltre il confine. Lo ha scritto su X Alexandra Saieh, responsabile delle politiche umanitarie di Save the Children. “Ciò a cui stiamo assistendo proprio ora a Gaza è l’uccisione di bambini al rallentatore”, ha aggiunto la Saieh parlando con al Jazeera. “Non ci sono quasi più aiuti e non arriva loro nulla. I bambini muoiono di fame mentre camion pieni di cibo sono parcheggiati letteralmente a poche miglia di distanza in attesa di entrare".

Lula: "Non ho mai usato la parola Olocausto" contro Israele

Il presidente brasiliano, Luis Inácio Lula da Silva, ha affermato di non aver pronunciato la parola "Olocausto" quando ha criticato le azioni di Israele nella guerra contro Hamas, paragonandole a quelle di Hitler nei confronti degli ebrei. Il leader progressista ha attribuito la polemica sulle sue dichiarazioni ad una "interpretazione" del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. "In primo luogo, non ho nemmeno usato la parola Olocausto. Olocausto è stata un'interpretazione del primo ministro israeliano, non mia", ha osservato Lula la notte scorsa durante un'intervista al programma 'É Notícia' di Rede TV. Il capo dello Stato ha poi riferito che già si aspettava che il governo israeliano avrebbe accolto male le sue parole, a causa delle posizioni politiche di Netanyahu. "Conosco storicamente quella persona da tempo, so cosa pensa ideologicamente", ha detto. 

Al Jazeera, "forze israeliane fanno irruzione nel campo di Balata"

Continuano i raid israeliani nella Cisgiordania occupata. Fonti palestinesi hanno riferito ad Al Jazeera che le forze israeliane hanno preso d'assalto il campo di Balata, a est di Nablus, dopo aver fatto irruzione, all'alba, in diverse altre aree e città della Cisgiordania. Sono stati segnalati raid a Jenin, Yatta, Birzeit e Azzun.

Media Qatar: "C'è accordo su cessate il fuoco, ma dettagli ancora da definire"

C'è un accordo nelle linee generali per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi, ma "i dettagli rappresentano ancora un ostacolo". Lo ha riferito il quotidiano del Qatar The New Arab, citando fonti egiziane. 

Secondo una fonte diplomatica egiziana, qualora si raggiungesse l'accordo, domenica al Cairo sarebbe previsto un incontro per annunciare il cessate il fuoco. 

Gerusalemme e Tel Aviv confermo loro sindaci, Lion e Huldai restano in carica

Il sindaco di Gerusalemme in carica Moshe Lion ha ottenuto l'81,4 per cento dei voti nel 99,4 per cento delle schede scrutinate confermandosi per un secondo mandato. Lo riporta il sito di notizie Ynet aggiornando sui risultati delle elezioni municipali che si sono svolte ieri con una bassa affluenza. Anche il sindaco di Tel Aviv Ron Huldai, in carica dal 1998, è stato confermato con il 51 per cento delle preferenze contro il 31 per cento ottenute dall'ex ministro Yesh Atid Barbivai, suo sfidante numero uno. ''Sorpreso'' si è invece detto il primo cittadino di Holon, Moti Sasson, che era in carica da 30 anni e che nel voto di ieri ha ottenuto solo il 17,8 per cento dei voti. Il più votato è stato invece Shai Kenan che ha ricevuto il 43,3 per cento dei voti a scrutinio quasi completato.

Sirene suonano nel nord d'Israele al confine con il Libano

Le sirene suonano in diverse comunità vicino al confine settentrionale con il Libano, avvertendo del lancio di razzi in arrivo. Le città vicine al confine settentrionale sono state in gran parte evacuate dai civili dall’8 ottobre, quando le forze guidate da Hezbollah hanno iniziato a lanciare attacchi quotidiani contro le comunità israeliane e le postazioni militari lungo il confine.

Israele, "altri 2 soldati uccisi, bilancio ora a 242"

L'esercito israeliano ha annunciato la morte in combattimento di due soldati nel nord di Gaza. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui si tratta di Iftah Shahar (25 anni) e di Itai Seif (24 anni). Il bilancio dei soldati caduti in battaglia - dall'inizio delle operazioni di terra a Gaza - è ora di 242. 

Onu: "Carestia imminente nel nord di Gaza"

Se nulla cambia, "una carestia è imminente nel nord di Gaza". Lo ha detto il vice direttore del Programma alimentare mondiale Onu Carl Skau durante un briefing in Consiglio di Sicurezza. Alla riunione ha partecipato anche il vice direttore della Fao, Maurizio Martina: "Gli abitanti di Gaza - ha detto - in questi giorni stanno di fronte a livelli straordinari di insicurezza alimentare provocata dalla guerra, e il rischio aumenta giorno dopo giorno".