L’ex presidente del Brasile, prosciolto a marzo dalle accuse di riciclaggio e corruzione per le quali è stato in carcere 580 giorni, parla della pandemia nel suo Paese e attacca Bolsonaro: “Deve essere giudicato responsabile perché non ha preso la pandemia sul serio. Avrebbe potuto acquistare 70 milioni di vaccini dall’Oms, non lo ha fatto perché non credeva negli scienziati”. Poi sulla situazione a Cuba: “Ogni società ha il diritto democratico di manifestare. Deve essere tolto l’embargo Usa”. ALLE 19:30 L'INTERVISTA INTEGRALE DURANTE SKY TG24 MONDO
Luiz Inacio Lula da Silva ha vissuto tante vite, le ultime da Presidente del Brasile, poi le accuse per riciclaggio e corruzione che lo hanno portato in carcere. Queste accuse sono cadute e oggi può legittimamente sfidare Jair Bolsonaro. Negli ultimi sondaggi per le prossime elezioni presidenziali del 2022, Lula è davanti a tutti con il 48% delle preferenze al primo turno e in un eventuale ballottaggio con l’attuale Presidente, il vantaggio che gli viene attribuito è enorme: 58% rispetto al 31% di Bolsonaro. E allora, diamo il benvenuto a Sky tg24 all’ex presidente Lula.
Grazie, è un piacere parlare ancora una volta con la stampa italiana.
Parliamo innanzitutto della lotta alla pandemia. Di fronte a una delle sfide maggiori della storia recente, a chi ha fatto politica a livelli così alti, chiediamo una visione globale. Ci sono Paesi - per restare vicini al Brasile- come Cuba e Venezuela - che non hanno accesso a tutti i vaccini per ragioni politiche, altri Paesi - in Africa - che non hanno accesso ai vaccini per ragioni economiche. Cosa si deve fare? Che messaggio manda al Presidente del Consiglio Draghi, in vista del G20 di Ottobre?
Io penso che ci manchi una governance mondiale che tenga conto della realtà del mondo di oggi. Le Nazioni Unite oggi non rappresentano più la geopolitica attuale, e devono invece aiutare a preparare gli esseri umani a fermare il coronavirus, una pandemia che è nata in Cina, è arrivata in Italia, in tutta Europa, in Brasile in vari Paesi del mondo. È arrivata e non esiste una soluzione immediata, uno Stato da solo non può risolvere il problema: da molto tempo dico che il vaccino debba diventare un bene per l'umanità. I Paesi ricchi devono poter garantire che tutti i Paesi - a prescindere dalla loro condizione economica - possano ricevere i vaccini perché tutti gli abitanti del pianeta hanno il diritto di essere curati con dignità. Ho già mandato un messaggio a Biden, a Macron, ad Angela Merkel, in Cina, devono porgere la mano a quelli che non hanno possibilità: Cuba e Venezuela e Iran sono vittime di un blocco e non ricevono i vaccini per l’embargo, molti Paesi non hanno soldi. C'è sempre un modo di emarginare una parte della umanità. Quindi, se potessi mandare un messaggio al Presidente Draghi direi che è importante che al G20 di ottobre sia presa la decisione da parte di tutti i Paesi di sopperire alle deficienze dei vaccini nei Paesi più poveri. L'appello che vorrei fare è questo: il vaccino non è solo per chi lo può comprare ma per tutti gli esseri umani.
Il Covid ha colpito duramente in Brasile. Nel mondo, è il secondo Paese per numero di decessi dopo gli Stati Uniti con oltre mezzo milione di morti dall’inizio della pandemia, più di milleduecento al giorno ancora nell’ultima settimana. Lula ha definito il Presidente Bolsonaro un genocida. C’è anche una commissione d’inchiesta che sta indagando sull’acquisto dei vaccini. Lei pensa che Bolsonaro debba essere processato? Se sarà eletto Presidente nel 2022 cosa farà contro Bolsonaro?
La verità è che il nostro Presidente deve essere giudicato responsabile perché non ha preso la pandemia sul serio. Non credeva nel coronavirus, nonostante tutte le informazioni di quanto si verificava in Italia, nonostante le informazioni dalla Cina. Diceva che era solo un raffreddore, una influenza che uccideva solo le persone più anziane. Ha trattato con disprezzo la situazione: avrebbe dovuto creare un comitato scientifico per orientare il Brasile, per stabilire un protocollo con delle regole chiare. Avrebbe potuto acquistare 70 milioni di vaccini dall’Oms, non lo ha fatto perché non credeva negli scienziati, nei medici, non credeva ai lavoratori. Ha creduto invece nella clorochina, un medicinale usato contro la malaria. Centinaia di migliaia di brasiliani sono morti, uomini e donne. Il Brasile ha un grande parte di responsabilità, Bolsonaro non ha agito con serietà, non ha rispettato il popolo, il congresso e la corte suprema. Non ha rispettato l'esperienza di altri Paesi e per questo è possibile che prima o poi sia processato e giudicato. Già una commissione di inchiesta sta indagando per corruzione sull'acquisto di vaccini in Brasile. Aspettiamo di vedere cosa uscirà da questa Commissione per sapere che decisione prendere. E se non succederà niente fino alle elezioni, Bolsonaro sarà in ogni caso giudicato dal popolo nelle prossime elezioni. Il Brasile non ha problemi con nessun Paese: il Brasile deve ristabilire i suoi rapporti che ha sempre avuto con tutti i Paesi.
In America latina, negli ultimi anni, ci sono stati scontri e disordini in molti Paesi. Oliver Stone, che sta preparando un documentario su Lula, ha detto che gli Stati Uniti sono dietro alle accuse che le hanno impedito di correre contro Bolsonaro e che l’hanno portata fino al carcere. Lei crede ci siano state queste ingerenze? Cosa pensa delle proteste a Cuba e che messaggio manda a Joe Biden?
C'è stata una interferenza nel mio processo. Abbiamo prove della partecipazione del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, abbiamo prove della partecipazione di procuratori americani. Possiamo affermare che c'è stata un'interferenza del dipartimento di giustizia degli Stati Uniti nel mio incarceramento perché è stata raccontata una bugia su di me. Ho detto al giudice che era una bugia, ma lui non ci ha creduto.
Io sono stato in carcere 580 giorni e ci sono voluti quasi tre anni per provare che avevo ragione. Se potessi mandare un messaggio al presidente Biden, direi che è importante che gli Stati Uniti imparino a lavorare con i loro alleati in maniera più democratica. Gli Stati Uniti non sono lo sceriffo del mondo, gli Stati Uniti non devono spiare altri Paesi. Dobbiamo cercare di trasformare questo mondo in un mondo più umano, più solidale. Non dobbiamo essere subordinati: prima era la guerra fredda e ora la guerra commerciale contro il Brasile e la Cina.
Per i Paesi dell’America Latina, l’importante è che possano esercitare la loro politica in modo sovrano senza ingerenze estere.
Per quel che riguarda le proteste a Cuba, ogni società ha il diritto democratico di manifestare. Ma per me il problema dei cubani deve essere risolto dai cubani. Deve essere tolto questo embargo che reca tanto danno ai cubani che non riescono a costruire una vita migliore. Dopo sessant'anni di rivoluzione, non c'è una spiegazione per questo embargo continuo contro Cuba.
Io sinceramente penso che dobbiamo discutere il mondo dopo la pandemia: è importante creare un mondo forte, io difendo una relazione forte tra l' America latina e l'Unione Europea. Lo stato di benessere europeo è un esempio per noi in America latina. E se tornerò al governo del Brasile recupererò rapporti democratici che avevamo e cercheremo di concludere un accordo tra l'America latina e l'Unione Europea, un accordo che permetta ai due blocchi di sopravvivere pacificamente e commercialmente in una situazione in cui tutti saranno vincenti. Dobbiamo tornare a creare posti di lavoro e dare speranza di giovani.
Alcune zone dell'Amazzonia hanno cominciato a emettere più anidride carbonica di quella che riescono ad assorbire, al contrario di quanto sempre accaduto. A sostenerlo è uno studio di Nature condotto da alcuni ricercatori brasiliani che hanno indicato come fattori principali la deforestazione indotta dall'uomo e gli effetti dei cambiamenti climatici. L’impegno di Papa Francesco per la difesa dell’Amazzonia è noto a tutti, ricordiamo il sinodo dedicato nel 2020. Tramite Sky TG24 vuole inviare un messaggio di impegno al Santo Padre?
Vorrei innanzitutto ringraziare il Santo Padre per le sue dichiarazioni e per la sua preoccupazione sull’Amazzonia dimostrata nel sinodo in cui ha dato voce ai popoli indigeni.
L’Amazzonia è importante per il Brasile e per tutto il mondo. Dobbiamo sapere come trarre profitto da tutta la ricchezza e la biodiversità dell’Amazzonia per migliorare la vita dei popoli locali. Tutto il mondo ha bisogno dell’Amazzonia: possiamo usare la ricchezza dell’Amazzonia ma dobbiamo garantire la sua cura. È una responsabilità del Brasile. Va ricreato un fondo di sviluppo e vanno coinvolti molti Paesi per fermare la deforestazione. Ringrazio il Papa per le sue parole per l’Amazzonia: il Brasile ha la responsabilità sovrana di occuparsene ma serve una partnership con gli altri Paesi.
Presidente, in Brasile ci sono più di 35 milioni di italiani e discendenti. È la più grande rappresentanza italiana fuori dai nostri limiti territoriali. Nei governi precedenti - anche nei suoi - il rapporto tra Brasile e Italia non è stato tra i migliori. Come pensa di avere un miglior rapporto con l'Italia utilizzando questo nostro legame storico?
L’Italia fa parte della mia vita: sono stato spostato più di 40 anni con un'italiana, tutti i miei figli hanno il passaporto italiano, mia moglie era figlia di italiani e io ho molto affetto dall’Italia. Sono sempre stato aiutato dalla lotta dei sindacati italiani: ho un rapporto incredibile con molti politici italiani. L’Italia ha un forte legame con il Brasile e il Brasile deve costruire un rapporto sempre più stretto con l’Italia. Il Brasile è il più grande Paese italiano fuori dall’Italia. Le relazioni con l’Italia saranno sempre eccellenti: i rapporti con l’Italia sono una necessità culturale. Quando la democrazia tornerà in Brasile, i nostri rapporti torneranno a essere molto buoni. Per chiudere però è che la partita tra Italia e Brasile finisca in pareggio.